MART, lo stato dell’arte vent'anni dopo

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Quando una nuova opera architettonica sfida la presenza dominante del paesaggio naturale che la circonda e vince, l’equilibrio che si stabilisce rafforza il connubio delle due componenti spaziali preesistenti. 
Ancor di più, se la prima componente è costituita da un ambiente montano a coronamento delle vaste aree verdi di un altopiano e la seconda troneggia al centro dello spazio verde nella configurazione urbana che nel tempo è stata trasformata, adeguandosi al contesto sociale ed economico e alle sue condizioni morfologiche. 
Se poi, la nuova opera rielabora una porzione dell’abitato recuperando il linguaggio architettonico preesistente, il pregevole contesto ambientale ne valorizza la peculiarità formale. È così che l’inedita presenza di un museo in una cittadina immersa nel verde ai piedi dell’arco alpino fa del MART di Rovereto un mirabile esempio di integrazione urbana, che dal 2002 arricchisce il patrimonio architettonico del nostro Paese. E lo fa, sia offrendo un prezioso contributo all’arte moderna e contemporanea, sia individuandone una collocazione territoriale ispirata dal fascino del paesaggio, lontana dalle scenografie attrattive delle grandi città. 
In occasione del ventennale dall’inaugurazione del MART, abbiamo chiesto all’Architetto Mario Botta, che ha progettato il complesso museale, in collaborazione con l’Ingegner Giulio Andreolli, di ricordare le idee ispiratrici dell’opera. Con riconoscenza per la cortese disponibilità del maestro, pubblichiamo il testo redatto in concomitanza dell’inaugurazione del Museo.

CG

 


In copertina: MART Rovereto. Foto Mart, Archivio fotografico e Mediateca

Editoriale
Avanti tutta, con prudenza
Il sessantottesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XIX legislatura, in carica dal 22 ottobre scorso ha in  qualcosa di molto speciale: per la prima volta nella storia del Paese, è guidato da una donna, schietta e determinata.  Queste le sue parole, nell’intervento programmatico alle Camere: “Mi sento di dire che, se questo Governo riuscisse a fare ciò che ha in mente, scommettere sull’Italia potrebbe essere non solo un investimento sicuro, ma forse addirittura un buon affare, perché l’orizzonte al quale vogliamo guardare non è il prossimo anno o la prossima scadenza elettorale. Quello che ci interessa è come sarà l’Italia tra dieci anni, e sono pronta a fare quello che va fatto, a costo di non essere compresa, a costo perfino di non venire rieletta, per essere certa di avere reso, con il mio e il nostro lavoro, il futuro di questa Nazione più agevole. […] La strada per ridurre il debito non è la cieca austerità imposta negli anni passati e non sono neppure gli avventurismi finanziari più o meno creativi. La strada maestra, l’unica possibile, è la crescita economica, duratura e strutturale”.  Musica per il nostro orecchio sinistro e per quello destro, di investitori istituzionali, fermamente convinti che la finanza debba essere al servizio della previdenza, calibrando il rischio degli investimenti e il rischio del Paese, perseguendo mete di lungo periodo.  Musica per il nostro orecchio destro e per quello sinistro, di amministratori di previdenza, che lavoriamo senza sosta al raggiungimento di obiettivi in cui crediamo profondamente. Penso al miglioramento dei servizi di ascolto per i nostri associati, al rinnovato dialogo con il territorio, alle prestazioni, alla solidarietà, alla gestione efficace e trasparente di un patrimonio in costante crescita; al compito attivo che ci siamo assunti anche nella difesa della professione. Le incertezze normative e le molte e contraddittorie direttive che si sono succedute in questi anni non ci hanno distratto. La dimensione che la Cassa ha raggiunto, il ruolo che ha svolto e che può assumere sia nel contesto previdenziale, sia nella tutela e nella diffusione della cultura dei liberi professionisti italiani, è un patrimonio che non lasceremo disperdere.   Questo governo punta ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, attraverso riduzioni delle imposte e ridefinizioni del patto fiscale. E vuole alleggerire la pressione tributaria sul lavoro; improntare una politica industriale basata sulla promozione e sullo sviluppo delle eccellenze; perseguire ogni parità, di sesso e di genere, per raggiungere il rispetto di cui tutti sentiamo la necessità; riconoscere tutele adeguate ai lavoratori autonomi; consolidare la collocazione internazionale, europea e atlantica del Paese attraverso regole condivise, anche e soprattutto nel settore economico- finanziario.  Se questo è il solco tracciato dal nuovo esecutivo, allora saremo al suo fianco. E andremo avanti insieme, con scelte  ovvie  semplici; certamente impegnative e responsabili anche per noi. Scelte rivolte alla difesa delle nostre categorie e alla costruzione di un welfare capace di rispondere alla crescente domanda di assistenza e di servizi, legata all’invecchiamento della popolazione, passando per il potenziamento delle tutele sociali e di quelle a sostegno della famiglia. Scelte che continueremo a perseguire con rinnovata fiducia, per noi liberi professionisti e per il futuro dei nostri figli.   In copertina: JackAnstey - unsplash 
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 vorremmo rappresentare la sensazione che si percepisce nei momenti di transizione, come quello attuale, come il passaggio da una stagione all’altra, terminare un’esperienza lavorativa per intraprenderne una nuova, o vedendo all’orizzonte un traguardo, dopo una fatica. Si tratta di una speranza più che una realtà, per ora, ma qualche segnale ci incoraggia a farlo. Il lockdown dietro le spalle, la pandemia declassata a forte forma di influenza, gli incoraggianti segnali di ripresa dell’economia nel nostro Paese, un nuovo governo dopo meno di un mese dal risultato elettorale e schermaglie politiche ridotte al lumicino. Insomma, nel clima di incertezza che ancora caratterizza questo momento storico, sembra aprirsi qualche spiraglio di normalità. In ambito lavorativo si riscopre la realtà di ogni giorno che, da remoto, sembrava sospesa, riaprono le scuole, riprendono con vigore le attività commerciali e le manifestazioni fieristiche e riaprono le porte dei convegni e degli eventi in presenza. Così, ci è parsa una concomitanza ideale la ricorrenza del ventennale dall’inaugurazione del MARTdi Rovereto, il museo di arte moderna e contemporanea progettato dall’Architetto Mario Botta; il futuro, il nuovo ancorato alla ricchezza del passato, oltre che ottima occasione per varcare di nuovo la soglia di un museo, scelto per farci accompagnare dalle immagini del Fil Rouge. Nella rubrica  Scenario economico l’analisi dotta e lucida di Luca Testoni - Direttore di ETicaNews, nell’approfondimento su  la metrica ESG, la nuova frontiera degli investimenti verso cui tende ormai il mondo economico. Metodologia adottata anche da Inarcassa e su cui si misura in uno scenario economico- finanziario complesso, in cui investire con prudenza il risparmio previdenziale dei propri Associati che, come ogni anno, sulla base dell’Asset Allocation Strategica, alimenta la fonte indispensabile della nostra  Previdenza.  Il cardine delle rubriche ospita anche un articolo sulla regolarità contributiva, curato dal Dott. François Pierdet della Direzione Attività Istituzionali, che evidenzia le vantaggiose modifiche introdotte negli strumenti ACA e ROP, necessari per ottenerla nel malaugurato caso di un’inadempienza. Ancora di natura economica l’articolo esplicativo del Dott. Sergio Ricci, Responsabile della Direzione Attività Istituzionali, che fa il punto sulle Misure governative a sostegno del reddito per i liberi professionisti, pur sempre buone notizie, dunque, anche nella rubrica  Assistenza. L’iscrizione e il riscatto sono gli argomenti dei quesiti posti dagli Associati nella rubrica  Spazio Aperto, curata dall’Arch. Irene Fiorentino; mentre si accende lo Spotlight sull’attività di Consiglio di Amministrazione, Giunta Esecutiva e Comitato Nazionale dei Delegati, con la sintesi delle delibere nella rubrica  Governance a cura dell’Arch. Marco Alcaro. Speciale l’edizione del Focus, l’affettuoso addio all’Ing. Mauro di Martino, l’ex Vicepresidente di Inarcassa, ideatore ed ex Direttore Responsabile di questa Rivista, al quale va il nostro piccolo ma sincero omaggio, per la passione e dedizione verso Inarcassa. Un’altra ripartenza, figlia di questa “fase di transizione”, tradotta in un Manifesto programmatico di idee e proposte, è affidata dalla  Fondazione  al nuovo Parlamento. Ampia la rassegna di contributi nella rubrica  Professione: i  punti di forza e di debolezza del Superbonus 110% nel resoconto di una tavola rotonda/dibattito a cura del Comitato di Redazione; il diritto d’autore nella progettazione è trattato dall’Arch. Maurizio Mannanici; il tema scottante della crisi energetica sollevato dall’Arch. Gianluigi D’Angelo e la quasi sconosciuta pratica della demolizione  e ricostruzione nella ricerca dell’Arch. Maria Cicchitti. Un episodio curioso della vita di Lucio Dalla, raccontato con la consueta sagacia dall’Arch. Vittorio Camerini, allieta la Terza Pagina e l’altrettanto consueta bravura dell’Arch. De Luca questa volta ci sorprende, per la delicatezza posta nel difficile compito di costruire la  Vignetta di Evasio.■    MART Rovereto. Foto Mart, Jacopo Salvi   In copertina: MART Rovereto. Foto Mart, Jacopo Salvi 

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