Milano e il suo skyline

Asset Publisher

La rinascita, il sogno e la fiducia verso il futuro. In Italia, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta tutto sembrava possibile. Il Paese andava verso l’industrializzazione, la guerra e la distruzione erano alle spalle, le televisioni entravano nelle case delle persone, così come i primi elettrodomestici, mentre l’automobile non era più una chimera. Milano è stata la città che più di tutte ha rappresentato la nuova Italia, giovane repubblica piena di contraddizioni ma anche intrisa di sogni.
 
Questo clima estremamente frizzante e positivo si è riflesso anche nell’architettura. Due sono i simboli della Milano di quegli anni, simboli che l’hanno caratterizzata oltre la fine del ‘900: la Torre Velasca e il Pirellone. Quest’ultimo è nato da un’idea dell’architetto e designer milanese Gio Ponti. «Gli italiani sono nati per costruire. Costruire è carattere della loro razza, forma della loro mente», scriveva. Con questo spirito progettò quello che per un decennio fu il palazzo più alto dell’allora Comunità europea con i suoi 127 metri e i suoi 32 piani, in perfetto stile razionalista. La Torre Velasca, inaugurata nel 1961, è in stile brutalista e ospita anche appartamenti. Sorge in una zona rasa al suolo dalle bombe durante la guerra e si ispira alla Torre Filarete del Castello Sforzesco.
 
Quella spinta di energia resiste fino al 1969, quando la bomba di Piazza Fontana fa piombare la città nell’incertezza e nella paura. Poi negli anni Ottanta ritorna la fiducia. Ma sarà solo un fuoco di paglia. L’inchiesta di Tangentopoli fa perdere alla città quel ruolo di capitale morale che interpreta in quegli anni. Solo con l’Expo 2015 Milano riconquista la sua centralità e riscopre la sua bellezza. Accanto alle iconiche architetture storiche, è in atto uno sviluppo verticale del tessuto urbano. Il quartiere che ha subito i cambiamenti più evidenti è Porta Nuova con la Torre Unicredit e Piazza Gae Aulenti, opera dell’architetto Cesar Pelli. C’è, nel quartiere Isola, il Bosco Verticale di Stefano Boeri. A CityLife nuova area urbana sostenibile, con palazzi moderni dotati di domotica che si alimentano con energie rinnovabili e circondati dal verde c’è la Torre Isozaki, la Torre Hadid e la Torre Libeskind con il suo movimento concavo. A loro è dedicato il fil rouge fotografico di questo numero.
 

Tagcloud

#tagCloud
Seleziona un argomento
tra quelli più cercati