Le radici di un grande albero

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“Gli alberi che sono lenti a crescere portano i frutti migliori” scriveva Molière. Mai immagine è stata più vicina alla previdenza che, come la quercia, è solida nella crescita e potente nei germogli, pronti a divenire rami sicuri, gratificando chi, con laboriosa pazienza, se ne prende cura. Per scoprire se sia nata prima la sostenibilità e poi l’adeguatezza o viceversa, non serve lanciare la monetina in aria. Ogni ente di previdenza sa bene di dover guardare ad entrambe come radici che s’intrecciano indissolubilmente. Eppure, il mio pensiero va spesso alla sostenibilità, che guarda al futuro con una prospettiva lunghissima. È là che troviamo i nostri ragazzi. Perché chi si iscrive oggi ad Inarcassa deve potersi fidare di noi, sapendo che saremo in grado di sostenere nel tempo la spesa per il loro rendimento pensionistico, adeguato alla capacità contributiva, ma anche arricchito nel tempo con valide offerte di welfare, sempre più rispondenti e pervasive. Le definisco offerte perché la Cassa si sostituisce da oltre sessant’anni, non solo al servizio sanitario nazionale, ma anche ad altre attività di assistenza che purtroppo lo Stato non riesce ad erogare ai liberi professionisti.
E oggi qualcuno deve saper rispondere alla folla di giovani architetti e ingegneri che si riversa nel mercato del lavoro; a questi recentissimi giovani iscritti che, in controtendenza rispetto a poco tempo fa, ripongono la loro fiducia in una solida gestione del futuro previdenziale. Un circolo virtuoso, che credevamo impossibile, sembra infatti essersi innescato di recente. È ancora presto per sapere se e quanto durerà, ma quel che conta è che non saremo impreparati. I nostri iscritti sono in crescita e bastano pochi numeri per comprenderlo. Dopo anni di una platea sostanzialmente invariata di 169.000 associati, in pochi mesi abbiamo raggiunto quota 174.248. Ma il bello è che sono 4.470 le new entries con meno di 31 anni, 2.726 tra i 31 e 35 anni e solo 1.400 tra i 36 e i 40 anni.
Ecco, è a loro che abbiamo il dovere di offrire certezze, a partire da un patrimonio che garantisca proprio sostenibilità e adeguatezza. Un patrimonio in crescita costante, grazie a dinamiche di investimento sempre più attente all’innovazione e agli impatti ambientali, che Inarcassa ha privilegiato nel suo agire per consentire ai nostri figli di vivere in un mondo migliore.
Spesso mi sento dire ‘va bene, ma che importanza ha un gesto isolato?’. Non è così, un gesto unito ad un altro gesto fa la differenza. L’attenzione agli investimenti green si affianca al ruolo istituzionale che abbiamo nell’economia reale, per il rilancio del Paese. Ma fermarsi qui non può bastare. In quest’epoca pandemica continuiamo a registrare lo sviluppo di nuove professioni e quei confini, un tempo ben delineati fra l’una e l’altra, appaiono sempre più evanescenti. Cambiamenti che coinvolgono anche noi liberi professionisti. Tuttavia, è proprio questa l’opportunità a cui dobbiamo guardare per continuare a crescere. Serve abbattere muri per contaminarsi con chi oggi non possiede ancora un’identità professionale rispetto ai nostri canoni generazionali. Come le maglie delle nostre professioni si sono allargate, anche Inarcassa dovrà saper accogliere ed integrare i giovani portatori di creatività e competenza. Se, come penso, la nostra Cassa è una quercia il loro ingresso sarà come una ventata d’aria fresca tra i rami della previdenza.
 

 



In copertina- Scalinata monumentale della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma- cit. di Maria Zambi- foto di Alessandro Garofalo

 

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