Quanto vale l’autodeterminazione?
Negli ultimi mesi, le Casse di previdenza sono state messe di fronte all’ennesimo provvedimento che minaccia ancora la loro autonomia: l’introduzione del sistema di contabilità economico-patrimoniale per competenza economica, meglio noto come “Accrual”, un modello, pensato per le Pubbliche Amministrazioni, e che ora il legislatore vuole estendere anche agli Enti di previdenza privati. La proposta è contenuta nel decreto-legge Omnibus del 9 agosto 2024, n. 113, su cui il Governo ha posto la fiducia e che, in linea con gli obiettivi del PNRR, prevede una fase sperimentale a partire dal prossimo anno e l’adozione definitiva entro il 2026.
Il sistema “Accrual” nasce per garantire maggiore trasparenza nelle Pubbliche Amministrazioni, un principio certamente condivisibile, ma non certo per quei soggetti di diritto privato, quali le Casse di previdenza, che da anni operano in conformità a una contabilità economico-patrimoniale ispirata agli standard delle società pubbliche. Non si tratta di opporsi a un principio di trasparenza o di rigore contabile – valori che abbiamo sempre promosso e garantito. Non si tratta di eludere processi. Si tratta di dire no a un nuovo provvedimento che soffoca la nostra autonomia con regole inadeguate e sperequative. Le nostre Casse sono già soggette a controlli rigorosi e operano con bilanci certificati che rispettano i più elevati standard di correttezza e sostenibilità. Il modello che da tempo utilizziamo ci consente di monitorare il nostro equilibrio patrimoniale e di far fronte, come ampiamente certificato dai numeri, agli impegni futuri.
Non siamo soggetti pubblici, ma entità private con una funzione pubblica ben definita: garantire la sostenibilità previdenziale dei propri associati attraverso una gestione oculata di un patrimonio che appartiene esclusivamente a loro. Per questo difendiamo la nostra autonomia, difendiamo la nostra capacità di gestione e, soprattutto, difendiamo gli interessi di chi ogni giorno lavora con fiducia per il proprio futuro previdenziale. Continueremo a far sentire la nostra voce, perché crediamo fermamente che il nostro sistema attuale rappresenti la miglior garanzia di sostenibilità, trasparenza e sicurezza per i nostri iscritti.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di sostenere la scelta operata trent’anni fa dal legislatore con la privatizzazione delle Casse, orientata, oggi come allora, a garantire il futuro dei professionisti e la crescita del Paese. Siamo pronti al dialogo, ma su un punto non arretreremo: le Casse devono poter continuare a gestirsi in autonomia, senza l’imposizione di schemi pensati per realtà che nulla hanno a che fare con la previdenza privatizzata.
L’autodeterminazione è il valore di ogni individuo, di ogni collettività, di autogestirsi nel rispetto delle regole e della legge. Difendiamola.■
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