Ville e giardini del Lago di Como

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Il verde intenso e i riflessi placidi del lago. Tra siepi e cipressi si aprono scorci di quiete e luce, dove il rumore della città è lontano e la natura disegna quadri di struggente bellezza. L’architettura dei giardini trova sulle sponde del Lago di Como una delle sue massime espressioni in Italia. E proprio ai suoi spazi verdi è dedicato il fil rouge di questo numero.
Le sponde del Lago di Como sono state elette a luogo ideale di villeggiatura sin dall’epoca antica. Con i romani si diffonde qui per la prima volta il concetto di “luogo di delizia”, villa suburbana destinata all’otium e al riposo. Ma con l’avvento del Medioevo questi edifici si trasformano in ruderi e il concetto di villeggiatura svanisce. Solo con il Rinascimento, riscoprendo l’epoca antica, le sponde del Lago di Como ritrovano l’antico splendore, popolandosi di lussuose ville destinate allo svago, in luoghi nascosti, tra orti, frutteti, agrumeti e uliveti. Se nel ‘700 prevalgono le geometrie dei modelli formali italiani e francesi, nell’800 la natura riacquista la sua centralità: è il cosiddetto giardino paesaggistico. Questo è lo stile che ancora oggi caratterizza le aree verdi delle ville storiche del Lago.
Il fil rouge fotografico di questo numero è composto da immagini scattate da Dario Fusaro, uno dei più importanti fotografi paesaggisti in Italia, e pubblicate nel libro di Lucia Impelluso “I giardini del lago di Como” (Mondadori Electa ed., 192 pp.). Questi pittoreschi scatti accompagnano l’articolo dell’arch. Roberta Cini, pubblicato su questo numero e dedicato alla storia dell’architettura dei giardini.
 

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