PNRR, la premessa per un cambiamento epocale dell’UNIONE EUROPEA
Ormai entrato nell’attualità quotidiana, il PNRR è forse l’acronimo più familiare che oggi risuona nelle cronache, non soltanto economiche, del Paese. Siamo vicini al terzo anno dallo scoppio della pandemia da Covid -19 che, con la crisi energetica ad essa sovrapposta, è stata la causa principale della tempesta perfetta che si è abbattuta sull’economia mondiale. Il “leitmotiv” sotteso alle parole di speranza, ripresa e resilienza, richiama la nostra attenzione sul programma di interventi istituito dalla Commissione Europea nel maggio 2020, per garantire una risposta coordinata dei Paesi facenti parte dell’Unione, sia a livello congiunturale, con la sospensione del Patto di Stabilità, sia a livello costitutivo, con il percorso di approvazione del programma Next Generation EU avviato dal Consiglio Europeo. L’obiettivo è stato individuare il rimedio più efficace per far ripartire l’economia del Continente, lo strumento è stato delineato con un programma che, è stato sottolineato, segna un cambiamento epocale della UE, per la quantità di risorse introdotte al fine di rilanciare la crescita, gli investimenti e le riforme, per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
Il dispositivo proposto si concretizza attraverso un Fondo, con una ripartizione delle risorse finanziarie partecipata dai Paesi dell’Unione, il Recovery Fund, costituito dai titoli di Stato europei, per uno stanziamento complessivo pari a 750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 mld, destinata a sovvenzioni per gli Stati, a fondo perduto. Le risorse, reperite attraverso l’emissione di titoli obbligazionari dell’UE, facendo leva sull’innalzamento del tetto delle Risorse Proprie, vengono impiegate da ciascun Paese UE per il finanziamento di progetti previsti nel Recovery Plan.
I principali punti di riferimento del piano
Presentato in Parlamento il 26 aprile 2021 per l’approvazione finale e inviato alla Commissione Europea di Bruxelles entro il termine fissato del 30 luglio 2021, il Recovery Plan, adottato dai singoli Paesi della UE, in Italia con la denominazione di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è stato approvato per un impegno finanziario di 221,1 miliardi di euro e il nostro è il primo Paese beneficiario, in valore assoluto, essendo ad esso assegnata la componente più rilevante del programma. Le risorse in esso contenute sono investite da ciascuno Stato membro in un sistema di interventi che comprende riforme e investimenti, che devono essere attuati nel periodo compreso fra il 2021 e il 2026. Un approccio economico, dunque, dai rilevanti riflessi sociali, amministrativi e ambientali, improntati alla sostenibilità e al contrasto dei cambiamenti climatici.
Strategia e Risorse per l’attuazione del Piano
Il PNRR è declinato nei diversi ambiti costitutivi della società, che sono oggetto di attenzione e sui quali accentrare i necessari provvedimenti. Strutturato in 6 Missioni, a loro volta, articolate in 16 Componenti riguardanti 43 ambiti in cui intervenire, Il Piano è definito dal Governo in piena coerenza con i 6 pilastri del NGEU e, per ciascuna riforma da adottare e investimento da realizzare, prevede precisi obiettivi e traguardi da conseguire in tempi certi, che costituiscono la condizione necessaria per ottenere l’erogazione delle risorse. Nell’ambito dei finanziamenti messi a disposizione degli Stati membri, il PNRR, in particolare, è stato approvato dalla Commissione Europea per garantire risorse pari a 191,5 miliardi di euro da impegnare nel periodo 2021-2026; dei quali 68,9 mld sono sovvenzioni a fondo perduto e i rimanenti 122,6 mld, somma che l’Italia intende utilizzare completamente per la propria capacità di finanziamento sottoforma di prestiti, da restituire.
L’attuazione del PNRR prevede una strategia di sviluppo più ampia, con un sistema integrato di fonti di finanziamento: le risorse NGEU; i finanziamenti della politica di coesione europea per il periodo 2021-27; risorse ordinarie del bilancio dello Stato; apposite risorse aggiuntive specificamente dedicate a finanziare interventi complementari al PNRR. Per queste ultime, l’Italia ha deciso di costituire un apposito Fondo di bilancio, il Fondo Nazionale Complementare, con una dotazione di 30,6 miliardi di euro, da restituire, per integrare il plafond di risorse disponibili, destinato a finanziare specifiche azioni integrative e di completamento, per perseguire le priorità e gli obiettivi del PNRR.
Abbiamo ripreso gli elementi essenziali di inquadramento di una tematica, che riteniamo abbia forte rilevanza per il nostro Paese, lasciandone per il momento alle immagini la dovuta sottolineatura. Rimandiamo al prossimo numero lo spazio adeguato per svilupparla in modo appropriato, con un’ampia illustrazione e il punto sullo stato d’avanzamento degli interventi previsti.■
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