Il Consiglio direttivo di Fondazione Inarcassa conclude il suo mandato

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Tre anni d’impegno per la professione tra iniziative e proposte legislative

Fare un bilancio della articolata attività svolta da Fondazione Inarcassa con riferimento al mandato 2017-2020 non è impresa facile, trattandosi di una gestione interpretata in modo vivace, in linea con quanto puntualmente descritto agli artt. 4 e 5 dello Statuto. Scopi ambiziosi che sono stati occasione per vivere momenti forti di slancio all’interno del Consiglio Direttivo eletto nel maggio 2017, connotato, nel suo insieme, da grande partecipazione.
Riassumere l’attività di questo ultimo triennio significa rievocare le tante azioni svolte dal gruppo di lavoro, secondo una filosofia che ha consentito di definire nel tempo i punti di forza della Fondazione, rivolgendo, da una parte, l’attività e il servizio a favore e nell’interesse delle professioni rappresentate, senza mai tralasciare, dall’altra, l’azione e l’interazione con la società civile, la politica, il mondo accademico, scientifico e ordinistico, e focalizzandosi anche sulla necessità di formazione e aggiornamento di professionisti giovani e non solo.
Nel solco dell’opera intrapresa dall’arch. Andrea Tomasi, il gruppo ha ripercorso l’intenzione, rendendosi interprete di un ruolo svolto sinergicamente con Inarcassa, ma senza mai rinunciare a una moderata autonomia, che ha consentito di perseguire idee ispirate dalla leadership dell’intero Consiglio e che, il più delle volte, si sono tradotte in azioni concrete di servizio alle categorie professionali rappresentate e, in senso più ampio, in strumenti di utilità sociale ed economica.
È prioritario riconoscere a questo direttivo la paternità dell’iniziativa “Diamoci una Scossa”, uno slogan utilizzato per il lancio della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica. Un’idea creata da Fondazione, che si è tradotta in un’intensa collaborazione con Inarcassa, il Consiglio Nazionale Ingegneri, il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., che, peraltro, ha determinato l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, partecipato dal Dipartimento della Protezione Civile, dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, da ReLUIS, da ENEA, e presieduto dall’ing. Gaetano Manfredi, oggi alla guida del Dicastero dell’Università e della Ricerca.
La prima edizione della “Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica” è stata celebrata il 30 settembre 2018 e replicata, nella sua seconda edizione, il 20 ottobre 2019, con il presidio complessivo di oltre 800 piazze in numerose città italiane, dove la cittadinanza è stata sensibilizzata sull’argomento attuale nel nostro Paese, della prevenzione sismica, ricevendo notizie anche sul cosiddetto Sisma Bonus. I numeri: oltre 10 mila i professionisti impegnati nelle visite tecniche informative, oltre 135 mila le unità abitative esaminate nel Mese della Prevenzione Sismica. È di questi giorni, peraltro, la trattativa che vede Fondazione in un confronto con ANCE, CNA, Confartigianato, Rete delle Professioni Tecniche ed esponenti del governo per una facilitazione all’accesso al Sisma ed Eco Bonus, proponendone il loro innalzamento fino al 110% delle spese sostenute.
La tutela della categoria operata in questo triennio si è manifestata attraverso una poderosa azione di contrasto ai bandi di gara redatti da parte delle stazioni appaltanti. Troppo spesso le irregolarità nella stesura dei bandi di gara sono state fortemente pregiudizievoli degli interessi dei professionisti. In questo ambito, l’azione tempestiva, pervasiva ed efficace di Fondazione Inarcassa, a cui sono pervenute oltre 1.200 segnalazioni, è valsa il riconoscimento di un ruolo di credibilità nella denuncia delle irregolarità, in considerazione delle oltre 400 diffide inviate, di cui oltre il 50% andate a buon fine.
In questo solco Fondazione Inarcassa, con lo scopo di monitorare l’attività parlamentare, si è imposta in veste di interlocutore per modificare e integrare emendamenti nella stesura del decreto “correttivo” del Codice degli appalti, presentando osservazioni e contributi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Inoltre, da novembre 2019 Fondazione ha partecipato attivamente alla riscrittura dello Schema di Regolamento Unico del Codice dei Contratti Pubblici, introdotto dal decreto “Sblocca cantieri” (DL 18 aprile 2019, n. 32), approdato alla Commissione ministeriale preposta, che sta esaminando la redazione della bozza condivisa.
Con questo stesso spirito, in piena emergenza sanitaria Covid-19, procediamo nel lavoro sinergico con la filiera delle costruzioni, per una serie di modifiche al Codice dei contratti, finalizzate a una significativa semplificazione delle procedure, anche al fine di agevolare e dare slancio a una rapida ripresa delle attività cantieristiche.
La funzione di leadership etica del direttivo uscente, ha trovato il suo momento più alto di attenzione e tutela alla categoria quando si è trattato di intervenire in materia di equo compenso.
La discutibile abolizione delle tariffe professionali ha prodotto come inevitabile conseguenza la perdita di prestigio del ruolo del professionista, non più garante della qualità della progettazione. È a tutti nota la vicenda del bando a 1 euro per la redazione del Piano urbanistico del Comune di Catanzaro, oggetto della Sentenza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sez. V, n. 4614 del 3/10/2017). La Legge 4 agosto 2006, n. 248, nota come “Decreto Bersani” ha, infatti, sancito l’eliminazione dei minimi tariffari. Il DL 24 gennaio 2012, n. 1, ha poi consacrato la totale abrogazione delle tariffe professionali. Questa costante involuzione legislativa ha rappresentato il viatico per il famoso bando di Catanzaro, sollecitando la Fondazione a un’azione forte ed etica.
Fondazione Inarcassa, con Inarcassa e la Rete delle Professioni Tecniche, ha attivato dal 2017 meccanismi volti alla tutela di un giusto compenso per il professionista. Il Direttivo si è battuto per un riconoscimento economico che rientrasse nel quadro dei parametri costituzionali delineati nell’art. 36 della Costituzione. Ciò ha favorito l’approvazione in Parlamento di una norma ad hoc recepita nella Legge di Bilancio 2018.
L’attività di coordinamento di Fondazione in seno alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali ha stimolato, infine, anche l’approvazione di varie leggi regionali sull’equo compenso.
Con l’Ordine degli Architetti PPC di Roma Fondazione Inarcassa ha presentato una proposta normativa, per reintrodurre i “minimi tariffari”, prendendo come spunto la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella causa C-377/17, dello scorso 4 luglio, che ha messo in luce come nel sistema tedesco “l’esistenza di tariffe minime per le prestazioni è atta a garantire un elevato criterio di qualità delle prestazioni di progettazione”. La Corte, tuttavia, ha condannato la Germania sul presupposto che tale attività di progettazione non è riservata a persone che svolgono un’attività regolamentata e che, quindi, non abbiano dimostrato la loro idoneità professionale. Presupposto quest’ultimo consolidato, invece, in Italia.
La condizione economica dei liberi professionisti passa anche attraverso una regolamentazione del cosiddetto doppio lavoro, su cui Fondazione Inarcassa già da diversi anni ha avviato un’interlocuzione con il Ministero della Pubblica Amministrazione chiedendo una revisione della normativa che ad oggi consente ai pubblici dipendenti di esercitare la libera professione.
“Una testa un lavoro”. È questa in sintesi la posizione della Fondazione: ai pubblici dipendenti dovrebbe essere inibita la possibilità di svolgere un secondo impiego, soprattutto se impiegati in funzioni di controllo, per evitare possibili conflitti di interesse. La libera professione dovrebbe essere esercitata in maniera esclusiva.
L’iniziativa #FondAzioneScuola, nata per volontà del Comitato Nazionale dei Delegati, fu presentata unitamente al Miur, per consentire ai Comuni di dotarsi di un proprio parco progetti, di qualità, finalizzato alla messa in sicurezza del proprio patrimonio edilizio scolastico, attraverso la concessione di finanziamenti, con interessi a carico di Inarcassa. Dando uno sguardo ai numeri è evidente l’interesse che c’è stato verso lo strumento proposto: 165 richieste pervenute, per circa 140 milioni di euro di investimenti e 6 milioni di compensi professionali.
#FondAzioneScuola ha determinato un’intesa con Cassa Depositi e Prestiti, già dotata di un fondo di rotazione per la progettualità, del valore di 200 milioni di euro, fortemente ingessato da un Regolamento attuativo fermo al 2003. Su proposta di Fondazione Inarcassa, Cassa Depositi e Prestiti, ha approvato il 15 marzo 2019 il nuovo “Regolamento sul fondo rotativo”, presentato in occasione delle manifestazioni svolte ad Agrigento, Potenza, Aosta e Frosinone.
Questo Consiglio Direttivo si è concentrato anche sui Concorsi di Progettazione per la realizzazione e il recupero di importanti opere sul territorio italiano, che hanno posto al centro la qualità del progetto, valorizzando il giusto compenso al professionista, come il nuovo complesso scolastico Carracci di Bologna, la nuova sede di Alperia Spa a Merano, il restauro del Ponte Musmeci a Potenza (per il quale Fondazione Inarcassa ha organizzato una serie di mostre fotografiche, a Francavilla Fontana - Brindisi, Roma, Ostia e Rimini), movimentando compensi per circa 3 milioni di euro.
Anche in occasione delle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci la Fondazione ha organizzato con gli Ordini professionali degli Architetti di Roma e Pistoia un ciclo di conferenze in varie città d’Italia.
L’attività di Formazione e aggiornamento rappresenta da sempre una costante dell’attuale mandato: numerosi webinar e corsi Fad, con un enorme numero dei partecipanti (oltre 100 mila i crediti rilasciati).
Una formazione gratuita e di assoluta qualità, pensata per i giovani, e non solo, che continua e si intensifica durante l’attuale emergenza sanitaria Covid-19 con la partecipazione, negli ultimi due mesi, di oltre 40 mila professionisti.
Ultimo, e non da ultimo, il programma transfrontaliero Erasmus for Young Entrepreneurs, programma europeo di scambi, rivolto a giovani imprenditori, per beneficiare dell’opportunità di collaborare con partner stranieri. Questo progetto, declinato per la prima volta, con Matera Hub, leader in mediazione europea, per i liberi professionisti ingegneri e architetti, si inserisce in una più ampia e articolata attività di internazionalizzazione.
Sono stati sottoscritti accordi multilaterali di cooperazione tra istituzioni pubbliche e private, quali il Ministero degli Esteri, la Simest, L’ICE e la SACE.
Nel ricordare i workshop formativi all’estero, che si sono tenuti a Dubai nel 2017, a Chicago nel 2018, in Albania nel giugno 2019, a cui hanno aderito moltissimi professionisti, Fondazione Inarcassa è lieta di annunciare di aver sottoscritto un protocollo con il Commissario Expo Dubai 2020, Paolo Glisenti, per la partecipazione di Fondazione al Padiglione Italia, come unica voce per tutti gli ingegneri e architetti italiani.
La Fondazione ha rappresentato per l’intero Consiglio Direttivo un’esperienza estremamente esaltante, anche nei rapporti umani, che si conclude con la consapevolezza che la sua azione proseguirà in una linea visionaria che deve ancora pienamente compiersi.
 
 

Terza pagina
Gregotti, l’architetto: “Un progetto deve sempre guardare al contesto”
Gregotti Associati, Progetto della sede della Fondazione Gian Giacomo Feltrinelli, Milano, 1981. ©Comune di Milano, CASVA   Nonostante il grande successo riscontrato in tutto il mondo, la sua vita professionale ha avuto anche qualche ombra. Due sono le opere molto controverse che hanno visto lunghi ed estenuanti dibattiti e svariate critiche: il quartiere Zen di Palermo e l’Università di Arcavacata in provincia di Cosenza. A Gregotti l’architettura italiana deve molto, soprattutto deve la sua diffusione internazionale, grazie alle sue partecipazioni a corsi e conferenze in Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti e America del sud. Ha tenuto negli anni la rotta senza ascoltare il canto delle sirene che lo invitavano a seguire le mode del momento. I suoi progetti ponevano l’arte (in tutte le sue sfaccettature) al centro. Il suo amore per la musica lo si rintraccia nel progetto del Centro Culturale di Belém, firmato con Manuel Salgado. Qui Gregotti propone un ambiente interno che reinterpreta il teatro lirico: nel volume, quasi cubico, gli ordini dei palchi si allineano su pareti che piegano ad angolo retto, smontando completamente l’idea delle “finestre” che si affacciano sulla platea del tradizionale teatro a ferro di cavallo. Sempre alla musica è “consacrata” la sua sperimentazione sugli edifici che ospitano eventi musicali realizzata con il Teatro degli Arcimboldi, immaginato per sostituire la Scala in un periodo di profonde ristrutturazioni. Se a Belém la ricerca architettonica guarda all’interno, a Milano Gregotti guarda all’esterno. L’edificio si trova in periferia e contravviene alla regola non scritta per la quale un teatro lirico debba essere al centro della città. Per questo l’architetto qui ha cercato linee che potessero connettere l’edificio al contesto ex industriale. Gregotti è stato anche un grande saggista. Tra le sue opere ricordiamo “Il territorio dell’architettura” del 1966. È considerato da molti un vero e proprio classico della letteratura dello scorso secolo nel quale l’architetto affronta aspetti pratici dell’architettura, dall’utilizzo dei materiali al rapporto dell’architettura con la geografia e con la storia. In quest’opera Gregotti sviluppa una concezione della pratica architettonica non come si farebbe in un trattato “ma piuttosto come un esercizio”, volto a definire “il campo di competenza e l’articolazione esistente tra le discipline del progetto architettonico”. Insomma, da questo libro emerge un Gregotti che vuole far dialogare la geografia con i segni architettonici, sovvertendo la metodologia della progettazione. Altra nota opera è “La città visibile” del 1991. In questo libro l’autore prende atto del cambiamento che è avvenuto nei precedenti 40 anni tra gli architetti, sempre più attenti al contesto geografico e storico, con progetti che diventano “dialogo tra l’esistente e le modifiche che farà”. Il libro si pone, attraverso esempi concreti, la domanda su come progettare una città, partendo “dalla città stessa e dalla sua storia”, pur rimanendo sempre aperta la possibilità di proporre un “nuovo stato di equilibrio”, che si basi su “riordino e chiarezza”, elementi imprescindibili in architettura.    " data-ellipsis-item="...">

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