Superbonus, le iniziative di Fondazione Inarcassa

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Per il secondo anno consecutivo il Paese e il mondo sono stati alle prese con la più grave crisi pandemica dell’ultimo secolo, a cui ha fatto immediatamente seguito un conflitto armato nel cuore dell’Europa.

Viviamo in condizioni ancora anomale, che si ripercuotono sul nostro benessere economico. Assistiamo alla vulnerabilità dei nostri modelli di sviluppo e della nostra società e siamo costretti a ricordare che le crisi sistemiche come quella in atto non aiutano il percorso verso lo sviluppo sostenibile. Per questo motivo avvertiamo l’esigenza di iniziare questo articolo con un segnale di allarme e una parola di speranza: non possiamo più perdere tempo, dobbiamo mettere a frutto tutte le nostre energie per portare avanti un cambiamento che abbia quale carattere distintivo una progettazione adeguata alle sfide che il momento ci impone.

Complice la pandemia da Covid-19, l’attenzione del Parlamento e del Governo è ancora oggi rivolta alla ripresa economica del Paese. A maggio del 2020, quando l’Italia era alle prese con la prima, e inaspettata, ondata di contagio, il Governo introduceva il superbonus 110% quale misura volta a gettare le basi per la ricostruzione del Paese partendo dal comparto edile. Una misura salutata con molto favore da tutti gli operatori della filiera edilizia, compreso l’indotto della progettazione rappresentato dagli architetti e ingegneri liberi professionisti. Una misura tanto attesa anche dai cittadini per mettere in sicurezza la propria abitazione dal punto di vista dell’efficientamento energetico e del contenimento del rischio sismico. In quella scelta coraggiosa del Governo, introdotta dal decreto “Rilancio” n. 34 del 19 maggio 2020, c’era un grande investimento di risorse, che faceva ben sperare in una nuova stagione di recupero e messa in sicurezza del patrimonio edilizio, ma non solo.

Quegli interventi di efficientamento energetico, nati con l’idea di sostenere la filiera edilizia, hanno finito con il dimostrare la loro consistenza proprio ora che il conflitto tra Russia e Ucraina ha innescato una crisi energetica senza precedenti.

Analogamente, abbiamo dimostrato al Governo, in occasione della quarta Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica che investire sulla prevenzione dei terremoti, promuovendo gli interventi di messa in sicurezza del patrimonio abitativo esistente, conviene di più che destinare ex post risorse materiali per la ricostruzione dei territori e delle abitazioni. Sebbene il dato di spesa sia secondario dinanzi al costo in vite umane conseguenti alla devastazione dei terremoti, abbiamo comunque voluto ribadire che i costi sostenuti dallo Stato negli ultimi 53 anni per interventi di ricostruzione (oltre 130 miliardi di euro), sono di gran lunga superiori al mero finanziamento del Sisma bonus, con anche un saldo economico positivo.

Grazie a questa visione di fondo, la Fondazione ha potuto pungolare il legislatore a investire di più e a prorogare le singole misure, istanza – tra l’altro – accolta nell’ultima legge di Bilancio. Abbiamo anche proposto – e continueremo a farlo – di includere tra le spese detraibili la classificazione e verifica sismica degli immobili, a prescindere che si dia seguito all’esecuzione dei lavori. Una proposta chiara e di buon senso che ha un duplice scopo: aumentare il grado di consapevolezza nei proprietari di immobili in relazione al rischio sismico e quello di arrivare ad una mappatura del patrimonio immobiliare italiano.

Questo scenario politico, così favorevole alla filiera dell’edilizia, ha subito un brusco rallentamento a partire dall’autunno scorso quando il Governo con il decreto-legge 157/2021 ha messo in campo le prime misure per contrastare le frodi fiscali emerse nell’applicazione della normativa del superbonus. La misura di sostegno aveva, ed ha tuttora, alcune debolezze che necessitavano una maggiore attenzione in fase di implementazione. L’attenzione da lì a poco si è, infatti, spostata sui temi del controllo degli abusi e della sostenibilità del superbonus in termini economici e finanziari per le Casse dello Stato, mettendo di fatto ai margini del dibattito pubblico il tema della prevenzione del rischio sismico. Tutti gli stakeholders della filiera dell’edilizia, cui si è unita anche la Fondazione Inarcassa per costruire una risposta comune alle politiche del Governo, hanno dovuto fare i conti con questo cambio di clima politico.

Andiamo, ora, a ripercorrere le attività specifiche poste in essere da questo Direttivo. A dicembre 2020, la Fondazione Inarcassa ha elaborato una serie di proposte per il programma Strepin 2020, la Consultazione pubblica sulla Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale promossa dal Ministero dello sviluppo economico. Dal punto di vista fiscale, abbiamo proposto una maggiore premialità per l’accoppiamento riqualificazione energetica e adeguamento antisismico. Dal punto di vista normativo, abbiamo insistito sulla semplificazione della documentazione da produrre per accedere ai bonus afferenti alla riqualificazione energetica e il recupero edilizio, sulla velocizzazione dell’iter autorizzativo da attuarsi, ad esempio, con l’elaborazione di un testo unico che definisse in modo chiaro le tipologie di intervento e gli ambiti oggettivi e soggettivi, sulla riduzione dei tempi di rilascio di eventuali autorizzazioni. Infine, dal punto di vista tecnico, abbiamo suggerito l’introduzione del format standard di As-built, nonché l’obbligatorietà – per tutti gli edifici pubblici – della diagnosi energetica.

Contestualmente, abbiamo chiesto la proroga del regime del superbonus, necessaria per la programmazione degli interventi che richiedono tempi di progettazione, cantierizzazione e realizzazione molto lunghi, denunciando – attraverso gli organi di stampa – i ritardi e le criticità connesse alla misura. Abbiamo osservato, infatti, che dall’introduzione del superbonus sono serviti 139 giorni per avere un quadro normativo sufficientemente completo. Con l’avanzare dei mesi, ci siamo resi conto, purtroppo, che quel tempo non era stato sufficiente per evitare i problemi relativi alla interpretazione delle norme, anche perché nel frattempo nuove disposizioni si sovrapponevano.

Sul superbonus abbiamo riscontrato un classico esempio di ipertrofia normativa, una stratificazione di disposizioni legislative e regolamentari che ha determinato continui confronti tra i decisori pubblici e gli enti regolatori, in particolare modo con Enea e Agenzia delle Entrate, per quanto attiene, l’interpretazione della normativa di riferimento e l’ambito di applicazione cui essa si riferisce. Questa situazione, che ha inevitabilmente alimentato un clima di forte incertezza e confusione tra tutti gli operatori, è stata posta all’attenzione del Parlamento nel corso delle audizioni parlamentari. A giugno 2021, la Fondazione è intervenuta dinanzi alla Commissione Affari Costituzionali e Ambiente della Camera sul decreto “semplificazioni-bis” (decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77) e, più recentemente, a gennaio scorso, è intervenuta in audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all’avvio e all’esercizio delle attività di impresa in Commissione parlamentare per la semplificazione. In appendice alla memoria trasmessa alla Commissione, grazie anche al contributo dei Delegati che hanno risposto all’appello della Fondazione Inarcassa, sono state formulate ulteriori proposte in materia di superbonus 110%, raccolte dalle esperienze degli architetti e ingegneri liberi professionisti. L’iniziativa, nata dalla richiesta dell’On. Nicola Stumpo, Presidente della Commissione per la Semplificazione, testimonia il rafforzato ruolo della Fondazione Inarcassa quale stakeholder autorevole a tutti i livelli istituzionali.

Dall’inizio del nuovo anno, però, il contesto normativo di riferimento è stato fortemente inasprito a causa di nuovi interventi da parte del Governo che temiamo preannuncino un graduale smantellamento del superbonus 110%. Il Governo ha prima adottato il decreto- legge “sostegni ter” (decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4) e, successivamente, un nuovo decreto “antifrodi” (decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 13). La Fondazione Inarcassa ha immediatamente avversato questi provvedimenti che stanno creando notevoli problemi ai nostri professionisti. Nel nostro intervento in audizione in Commissione Bilancio del Senato sul “sostegni- ter” a febbraio scorso, abbiamo osservato che il contrasto alle frodi va affrontato assicurando maggiori controlli sulla effettiva esecuzione delle opere da parte degli enti preposti (a partire dall’Agenzia delle Entrate) e regolamentando l’attività dei general contractor, le cui soluzioni “chiavi in mano” certamente rappresentano un facile innesco per le frodi fiscali.

Sul tema delle cessioni del credito la Fondazione è stata tra le prime a proporre di aumentarne il numero massimo, consentendo un’ultima cessione tra le banche e i loro correntisti, al fine di allargare il mercato. L’irrigidimento della norma, infatti, aveva imposto una verifica interna sui plafond ancora disponibili da parte degli istituti di credito. La stessa Banca Popolare di Sondrio, con cui la Fondazione aveva stretto una Convenzione per l’acquisto dei crediti d’imposta, ha dovuto interrompere improvvisamente il servizio a seguito dell’esaurimento delle risorse disponibili. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 28 aprile 2022 della legge 27 aprile 2022, n. 34 di conversione del Decreto Legge n. 17/2022 (Decreto Bollette), il decisore pubblico ha reso effettive le modifiche al meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) ai principali bonus edilizi (superbonus 110%, ecobonus, bonus casa, sismabonus, bonus facciate, ...) auspicate dalla Fondazione già dal mese di febbraio u.s. A fronte di queste aperture dobbiamo, però, registrare l’atteggiamento di forte chiusura da parte del Governo, confermato dalle recenti esternazioni del presidente del Consiglio al Parlamento europeo di Strasburgo, ma già evidente con il secondo decreto “antifrodi” che ha inasprito il sistema sanzionatorio penale e amministrativo nei confronti dei tecnici abilitati, che possono essere condannati anche per meri errori colposi.

 

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Abbiamo rappresentato ai nostri principali referenti istituzionali che la nuova misura non è assolutamente proporzionale e colpisce in uguale misura frodi reali ed errori involontari.

Oltre alla richiesta di rigetto tout court della misura introdotta dal decreto-legge, la Fondazione Inarcassa ha avanzato, in subordine, una proposta volta a mitigarne l’impatto, con l’obiettivo di lasciare immutato il nuovo sistema sanzionatorio a carico del tecnico abilitato alle asseverazioni solo nei casi in cui egli agisca consapevolmente e intenzionalmente, arrecando un vantaggio per sé o per altri. Nei lavori di conversione del decreto – in quella circostanza – hanno prevalso le posizioni governative rispetto a quelle parlamentari.

Le tensioni politiche sul Superbonus, purtroppo, contribuiscono ad aumentare la fragilità del contesto normativo di riferimento, alimentando confusione e incertezza tra i liberi professionisti architetti e ingegneri. Gli aspetti legati alla cessione del credito – malgrado l’apertura prevista dal Decreto Bollette –, sono sempre più preoccupanti, in quanto temiamo nuovi interventi correttivi del governo che possano peggiorare il quadro generale. La Fondazione continuerà, comunque, la sua azione di dialogo verso il decisore pubblico auspicando anche un miglioramento dello scenario internazionale che dia più spazio alla politica e meno al decisionismo dettato dall’impellenza.

 

 

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