La nuova frontiera per gli Ingegneri aerospaziali

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Torino, le istituzioni e il tessuto Industriale piemontesi: la realtà in cui, grazie alla lunga tradizione aviatoria, divenuta storia nell’ambito della costruzione di aeromobili, emerge con importanti traguardi il comparto di ricerca e sviluppo che caratterizza l’avventura aerospaziale in Italia

Il comparto aerospaziale piemontese sta vivendo una stagione contrassegnata da importanti successi, conseguiti sia da grandi aziende, sia da PMI innovative, così come da nuove realtà emergenti. Si è formata una trama economica e industriale che sta crescendo e conta non meno di 350 aziende, con un fatturato stimato in 7 miliardi di euro e oltre 25 mila addetti di alta specializzazione e alta professionalità.

La forza del settore trae origine da lontano. A Torino, e più in generale in Piemonte, c’è una lunga tradizione aviatoria, a partire dagli albori, un’avanguardia nella produzione di aerei calata a pieno nell’atmosfera di modernità che pervadeva la città all’inizio del Novecento, quando non si parlava d’altro che dell’invenzione dell’aeroplano. Dai primi velivoli fabbricati a partire dal 1916, che hanno dato il via alla storia dell’industria aeronautica italiana, fino ai caccia bombardieri dell’epoca bellica e “verso il cielo e oltre, nello spazio” come recita lo slogan di oggi.

 

Un po’ di storia

A Torino, l’8 luglio 1908, venne organizzata la prima manifestazione aviatoria italiana, con il famoso pilota francese Léon Delagrange, che in Piazza d’Armi effettuò la prima prova di volo con un aereo a motore. L’aereo si levò di qualche metro da terra, percorse una distanza di circa 250 metri, poi si schiantò al suolo. Tale memorabile impresa vide anche la presenza della scultrice Teresa Péltier, che si ricorda, proprio in quell’occasione, quale prima donna a volare su un aereo a motore.

Il primo volo vero e proprio di un aereo tutto italiano arrivò ben presto, sui prati dell’ippodromo di Mirafiori, il 13 gennaio 1909, con il Triplano Spa-Faccioli, ideato e costruito, in corso Ferrucci, dall’ingegner Aristide Faccioli, ex direttore tecnico della FIAT; lo pilotava il figlio Mario Faccioli, primo italiano a ottenere il brevetto.

E in quell’atmosfera Franz Miller, dopo la laurea al Politecnico di Torino, decise di aprire, nel cuore della città, nel quartiere Crocetta, la fabbrica “Officine Miller-Costruzioni Aeronautiche”, che offriva “l’esecuzione di qualsiasi macchina per volare dietro semplice schizzo”, come veniva pubblicizzato in alcuni volantini. L’azienda di Franz Miller si dedicò alla costruzione di motori e progetti di velivoli sperimentali; incredibilmente attirò la curiosità di molte persone e i clienti non mancarono. Il primo lavoro commissionato fu un orto-elicottero da 100 cavalli, che però non riuscì mai a volare. Più fortuna ebbero la commessa per la costruzione dell’elicoplano, per conto di un imprenditore bolognese, e soprattutto di un “convenzionale” monoplano. Miller poté contare su una trentina di dipendenti tra meccanici e impiegati, rappresentando uno dei primi esempi di impresa italiana occupata in costruzioni aeronautiche.

L’apertura, tra il 1909 e il 1914, di numerose fabbriche, affacciatesi sulla scena a Torino e nel circondario, ma anche a Cameri o a Casale Monferrato, dimostra la febbrile attività di progettisti e ingegneri impegnati nel settore aeronautico, nel quale fecero il loro ingresso anche alcuni marchi già specializzati nella produzione di autovetture come la Chiribiri, l’Itala, la SPA, l’Aquila e la FIAT, spinte a cimentarsi con la costruzione e la sperimentazione di aerei e motori aeronautici. Nonostante gli sforzi profusi da tanti precursori, le dimostrazioni e le manifestazioni aviatorie sarebbero rimaste tuttavia fini a sé stesse, non potendo assicurare redditi certi, tali da offrire uno sbocco industriale alla produzione aeronautica, se non fosse arrivata la spinta decisiva dal Ministero della Difesa, che decise di spronare la costruzione di aerei, incanalando l’attività verso l’impiego bellico.

Vennero istituiti il Battaglione Aviatori (1910) con sede a Torino e lo «Stabilimento sperimentale e costruzioni» (1911) con adeguati finanziamenti anche per il campo di esercitazioni di Mirafiori. Nel 1915 nacque la “Direzione Tecnica dell’Aviazione Militare” (DTAM), con i compiti di progettare velivoli rispondenti alle esigenze delle forze armate e farli costruire dalle aziende più adatte, valutate e controllate dalla Direzione stessa. La sede era a Torino e non poteva essere diversamente, se si considera che, all’inizio della Grande Guerra, metà della produzione nazionale di aeroplani e fino all’80 % di quella di motori era concentrata in Piemonte.

Da primo progettista della DTAM si congedò, all’inizio del 1916, in pieno sforzo bellico, l’ing. Ottorino Pomilio, per iniziare l’attività produttiva di aerei che erano stati da lui stesso progettati. Diede vita al primo vero opificio industriale, con centinaia di dipendenti, in grado di costruire migliaia di aerei italiani, universalmente apprezzati, al punto che Pomilio dopo due anni cedette la fabbrica all’Ansaldo, per trasferirsi in America, dove fu accolto come un’autorità in materia.

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale la produzione aeronautica italiana conobbe una fase di straordinaria accelerazione, emancipandosi dalla dipendenza straniera. Finalmente sicuri e tecnicamente all’avanguardia, gli aerei italiani sostituirono quelli francesi. Da un sistema artigianale si passò ad un sistema industriale completo, capace di realizzare 11.000 velivoli nello spazio di tempo compreso tra la fine del 1915 e il 1918.

Al termine della Guerra, malgrado la caduta delle commesse militari, la produzione aeronautica in Piemonte non si interrompe: parte l’epopea della FIAT Aviazione, grazie alla disponibilità di risorse che le permettono di acquisire progressivamente le altre aziende e investire anche nel settore dell’aviazione commerciale e civile. Particolare significato assume l’acquisizione dell’Ansaldo (ex-Pomilio) con gli stabilimenti in corso Francia/corso Marche, da allora divenuto il luogo simbolo dell’industria aeronautica e poi dell’aerospazio a Torino.

La produzione completa di aeromobili prende impulso sotto la direzione di valenti ingegneri, chiamati dal fondatore della FIAT Giovanni Agnelli: nel 1918 arriva Celestino Rosatelli, che contribuirà allo sviluppo di oltre 20 progetti, poi Giuseppe Gabrielli, attivo in FIAT dal 1931 fino agli anni Ottanta, di cui si ricordano gli aeromobili siglati G, ben 142 progetti, dal primo G2, aereo commerciale a sei posti, fino al mitico G91, vincitore nel 1958 del concorso NATO per un caccia leggero, e al G222 degli anni Settanta, bimotore a turboelica da trasporto tattico, a vocazione STOL, cioè capacità di operare su piste molto corte.

Dal lato accademico, Giuseppe Gabrielli ha accompagnato tutta la sua attività di Direttore e Presidente della FIAT Aviazione, con la titolarità della cattedra di Costruzioni aeronautiche presso il Politecnico di Torino, evidenziando plasticamente il ruolo fondamentale che ha rivestito il Politecnico nel fare di Torino il fulcro dello sviluppo aeronautico e tuttora riveste nel comparto aerospaziale. Già nel 1912 era stato fondato, dal luminare Modesto Panetti, il primo Laboratorio d’Aeronautica, trasformatosi più tardi in Scuola di aeronautica, dove particolare rilievo ebbero le ricerche del professor Filippo Burzio. In oltre cento anni, mai è venuta meno l’eccellenza accademica e didattica. Inoltre, l’Istituto ha promosso una stretta collaborazione con fabbriche e laboratori, con apporto di consulenza e ricerca scientifica, contribuendo alla formazione e alla crescita delle capacità tecniche e manageriali di risorse umane qualificate e apprezzate in tutto il mondo.

 

Il presente, ricco di iniziative…

A Torino sta per nascere un luogo d’eccellenza: la Cittadella dell’Aerospazio, un polo tecnologico su un’area industriale di 184 mila metri quadrati, messa a disposizione da Leonardo, la società partecipata dallo Stato leader nel settore, e da altre aziende molto attive in loco. Il loro obiettivo è fare sviluppo industriale (“nell’area di corso Marche abbiamo il cuore dei nostri laboratori che avranno il compito di mantenere livelli di eccellenza per i prossimi 30-50 anni”) secondo le linee direttrici del progetto: ricerca e innovazione, in collaborazione stretta con le PMI e le startup, e formazione di eccellenza universitaria.

Sarà un grande snodo che vedrà la compresenza collaborativa di aziende, laboratori, centri di sperimentazione. Il Politecnico insedierà nella Cittadella dell’Aerospazio la nuova sede di ingegneria aerospaziale, l’incubatore ESA BIC Turin dell’ASI (che arriverà ad ospitare 70 startup) e il campus universitario del volo. Sarà un luogo di ricerca e sviluppo strategico, prioritariamente orientato a: intelligenza artificiale e autonomia robotica applicata all’aerospazio, gestione dei sistemi e dell’energia a bordo, strutture.

Lo studio di prefattibilità, realizzato da Finpiemonte Partecipazioni, quantifica un investimento di 1,15 miliardi di euro, che si stima possa avere un effetto volano di 3,2 miliardi in 10 anni, creando 2.500 nuovi occupati e arrivando a ospitare mille studenti. La Regione Piemonte lo sostiene con vigore e chiede al governo un piano di risorse pubbliche, fondi provenienti dal PNRR, per far partire la Cittadella dell’Aerospazio. Nella Torino “Area di Crisi” della tradizionale manifattura automobilistica, l’aerospazio può essere infatti una leva di sviluppo che potrebbe superare anche l’industria dell’auto.

Il Piemonte è oggi la regione italiana con la più alta qualità di produzione aerospaziale, elevata concentrazione di competenze, prodotti unici e know-how ingegneristico, un forte indotto e una catena di approvvigionamento organizzata. L’eccellenza produttiva conferma la vocazione regionale all’innovazione tecnologica. Inoltre, la specializzazione delle imprese, sia nella produzione che nei servizi tecnici, rende il settore aerospaziale locale altamente competitivo sui mercati internazionali.

 

… la sinergia con l’Università

Intanto, nei mesi scorsi, in attesa di “atterrare” nella futura sede in corso Marche, ha inaugurato, presso il Politecnico, la sua attività l’ESA Business Incubation Centre Turin (ESA BIC Turin), nato grazie alla sinergia tra Politecnico di Torino, I3P (Incubatore Imprese Innovative Politecnico di Torino) e Fondazione LINKS, che insieme hanno vinto la selezione attuata dall’ESA, per la realizzazione e gestione del nuovo centro. Gli ESA BIC sono incubatori integrati nella rete Europea dei paesi membri dell’European Space Agency, frutto di un’iniziativa finanziata dalle agenzie nazionali (in Italia l’Agenzia Spaziale Italiana) con coinvestimento dei partner locali. Le attività, svolte in coordinamento con ASI ed ESA, hanno l’obiettivo di offrire alle startup selezionate opportunità di sviluppo tecnologico, acquisizione di competenze gestionali, tutoraggio, consulenza legale per aspetti relativi alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale, accesso a capitali per crescita e integrazione nel sistema industriale aerospaziale.

Il Rettore del Politecnico, Guido Saracco, ha dichiarato nell’occasione: “Il settore aero spaziale costituisce uno dei temi fondamentali dell’azione del Politecnico nei prossimi anni. Il nostro obiettivo è di far nascere a Torino, nella sua area metropolitana e nell’intera Regione distretti di sviluppo e di innovazione su tematiche cardine, come appunto l’aerospazio, basati sulla co-presenza di enti pubblici e soggetti privati, dalle start-up, alle PMI, alle grandi imprese. In questo quadro, il progetto di ESA BIC Turin sarà fondamentale per stimolare l’innovazione e contribuire a dare nuovo impulso all’intero settore”.

Tutto questo fervore di iniziative, che può contare sul sostegno finanziario Pubblico- Privato, costituirà un potente facilitatore di crescita sinergica ed esponenziale delle migliori iniziative “dal basso” nell’ambito della Space Economy. Nel distretto sono centinaia le piccole aziende impegnate in progetti di sviluppo innovativi, a dimostrazione della competenza e creatività del tessuto industriale piemontese, sono decine di migliaia gli addetti, tutti ad elevata professionalità e sono centinaia i brevetti e i prodotti di altissima tecnologia impiegati nelle missioni spaziali. Tutti i numeri positivi hanno un trend crescente a conferma di un grande successo, tecnico ed economico.

 

Le iniziative e le prospettive future...

Naturalmente il tessuto di piccole imprese e start-up può crescere e svilupparsi grazie al traino dei cosiddetti big player, le grandi aziende che a Torino operano nel settore aerospaziale fin dalla sua nascita. La storia ci dice che la vocazione aeronautica del territorio torinese ha consentito di mantenere e sviluppare le capacità imprenditoriali negli stessi luoghi, a cavallo tra i comuni di Torino e di Collegno, ove nel 1916 l’ingegner Pomilio aveva fondato la sua fabbrica di aeroplani e costruito il contiguo aeroporto (oggi conosciuto come Torino-Aeritalia) consentendo il formarsi di uno dei principali siti aerospaziali europei, un polo di eccellenza italiana nelle alte tecnologie e nell’innovazione.

Buona parte della componente industriale spaziale trae origine da una costola di FIAT Aviazione, divisione velivoli, che aveva esteso l’attività al settore spaziale negli anni Sessanta e nel 1969 si fuse con due aziende del gruppo Finmeccanica dando vita così ad Aeritalia. Nel 1975 la FIAT cedette la sua quota e il controllo di Aeritalia divenne interamente pubblico nelle mani di IRI-Finmeccanica; Aeritalia divenne poi Alenia, attraverso la fusione con Selenia e la costituzione di Alenia Spazio, la quale è cresciuta fino a diventare una componente fondamentale dell’industria spaziale europea, formando nel 2007 la joint-venture italo-francese Thales Alenia Space, leader in Europa nei sistemi spaziali e tra le prime imprese aerospaziali nel mondo. Vicende societarie complesse, guidate dall’alta finanza e dalla politica, che fortunatamente non hanno intaccato il patrimonio di competenze tecniche e di strutture produttive dello stabilimento torinese.

Oggi Leonardo (ex Finmeccanica) è la principale azienda italiana del settore Aerospazio Difesa e Sicurezza. Opera nella filiera dello spazio attraverso la sua partecipata Thales Alenia Space Italia. Questa da oltre 40 anni progetta, integra, testa e gestisce componenti e sistemi spaziali innovativi ad alta tecnologia (strutture e infrastrutture orbitali, navigazione, telecomunicazioni, ricerca scientifica). Alla sua divisione torinese è affidato il compito di rappresentare l’Italia nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS), per la quale Thales Alenia Space Italia contribuisce alla realizzazione di oltre il 50% del volume pressurizzato.

Negli stabilimenti di corso Marche i tecnici sono al lavoro anche per altri progetti: per esempio quello di Euclid, il satellite dell’Agenzia spaziale europea che dovrà scrutare la materia oscura nell’universo. Non solo, Torino vanta una eccellenza tecnologica anche nella realizzazione di satelliti scientifici e di sonde destinate all’esplorazione dell’Universo. Nel corso degli ultimi anni, grazie a un know-how senza pari in missioni a uso duale civile/militare, Thales Alenia Space ha rafforzato la sua posizione di primo piano, acquisendo quali clienti diversi Paesi che desiderano ampliare i rispettivi programmi spaziali. Altra società pubblico privata, partecipata da Thales Alenia Space e dall’Agenzia Spaziale Italiana, è ALTEC Spa, centro italiano di eccellenza per la fornitura di servizi ingegneristici e logistici per l’utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale, con due centri di controllo, uno collegato alla NASA e uno all’ESA, tanto da far guadagnare alla società l’appellativo di “piccola Houston italiana”.

Supporta le missioni degli astronauti italiani ed ha la responsabilità dei servizi di addestramento. ALTEC ospita la sede del ROCC, Rover Operations Control Center, nel quale saranno pianificate, monitorate, comandate e controllate tutte le operazioni del Rover Rosalind sulla superficie marziana. Inoltre, si propone con un ruolo da protagonista come Space Gate, agendo cioè come “sportello per clienti” europeo nell’offerta di servizi chiavi in mano per accesso flessibile a varie piattaforme e servizi end-to-end per payload ed esperimenti.

Collins Aerospace, oggi una divisione di UTC Aerospace Systems, è l’evoluzione di Microtecnica srl, azienda fondata nel 1929 con sede a Torino, da sempre riconosciuta come eccellenza nella meccanica di precisione. Dagli anni ‘70 concentra le attività su prodotti per aerospazio. È specializzata in progettazione, qualifica, produzione e supporto post-vendita dei sistemi di attuazione per comandi di volo primari e secondari, valvole motore, sistemi di controllo termico ed equipaggiamenti spaziali.

Anche il lavoro delle numerose PMI operative nell’aerospazio, insediate a Torino e dintorni, presenta eccellenze che suscitano ammirazione e interesse mediatico. Vale la pena di ricordare qualche successo eclatante, frutto di grande impegno e ingegno.

 

… “verso il cielo e oltre, nello spazio”

Argotec, fondata a Torino nel 2008, è un’azienda ingegneristica orientata alla realizzazione di satelliti di piccole dimensioni per lo spazio profondo. Ne ha già due nello spazio; uno di essi, battezzato Licia Cube, partecipa alla missione DART, programmata dalla NASA per tentare di deviare un asteroide di 170 metri di diametro impattandolo, a 10 milioni di km dalla terra, con una sonda. Licia Cube, microsatellite “fotoreporter”, si separerà dalla sonda principale per filmare e documentare gli effetti dell’impatto.

Ma se Argotec ha ricevuto prestigio e profitti da Licia Cube (e prima da Argo Moon), maggior notorietà ha avuto per aver servito il cosiddetto bonus food, cioè il cibo delle grandi occasioni, agli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. Gli astronauti hanno un’alimentazione molto controllata, il bonus food fa parte della loro scelta personale. I piatti speciali vengono preparati studiando per più di un anno la ricetta spaziale. Il cibo deve essere poco ingombrante e in grado di conservarsi per mesi, deve essere stabile e sterile, semplice da preparare, da aprire e da mangiare; è importante salvaguardare la componente nutrizionale del cibo, il gusto e anche i colori. L’obiettivo sembra essere stato raggiunto: rientrato sulla Terra, Luca Parmitano ha raccontato che il menù italiano da lui portato sulla ISS è stato letteralmente divorato dall’equipaggio. Per non dire, infine, dell’indispensabile acqua potabile, fornita dalla SMAT di Torino.

Tyvak International, società nata nel 2015 come startup presso I3P, l’incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, ha avuto un’affermazione straordinariamente rapida, diventando leader europea nell’innovazione e realizzazione di nanosatelliti. Si occupa di progettazione, sviluppo, servizi di lancio e operazioni in orbita di sistemi satellitari completamente integrati (ne ha già posti in servizio oltre 200 in tutto il mondo) ed è la prima realtà internazionale del gruppo statunitense Terran Orbital Corporation.

Il coordinamento tra i diversi stakeholders del comparto aerospaziale subalpino è affidato al DAP, Distretto Aerospaziale Piemonte, associazione nata nel 2019, che riunisce le eccellenze scientifiche, tecnologiche e industriali del settore: accanto ai big player, a PMI e startup, siedono Politecnico, Università, Enti e Associazioni di categoria. Il DAP cura la condivisione delle tematiche e il rafforzamento delle filiere legate alla space economy, la creazione di sinergie per la diffusione dell’innovazione, la formazione professionale e la ricerca, l’analisi di opportunità di finanziamento e l’intensificazione della comunicazione; accompagna le imprese nel mondo dell’aerospazio mettendo a disposizione un coordinamento scientifico e un supporto alla progettazione industriale.

Nel comparto aerospaziale piemontese operano migliaia di ingegneri aerospaziali qualificati, in parte dipendenti delle aziende più grandi, ma soprattutto inquadrati a vario titolo con contratti diversificati (soci, dirigenti, collaboratori, consulenti, liberi professionisti a partita IVA). Non sono iscritti a Inarcassa, e spesso nemmeno all’Ordine degli Ingegneri. Potrebbero rientrare nell’orizzonte dei “nuovi” soggetti iscrivibili a Inarcassa?

P.S. “Ciao Torino! Ecco dove sono stati costruiti molti moduli della stazione spaziale”. Con questo tweet sul suo profilo, Samantha Cristoforetti ha reso omaggio a Torino dallo spazio. Ed ha inviato, dalla stazione spaziale in orbita attorno alla terra, un’immagine notturna di grande effetto della città (foto di copertina).

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