MuSaBa in progress

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In copertina: Opera di Nik Spatari. Foto di Carla Bisceglie
Museo-Parco, Museo-Laboratorio, l’unicità di un esperimento di recupero storico-culturale, edilizio e ambientale, per coniugare arte, natura e creatività, nel Complesso Espositivo Santa Barbara in Calabria

La storia
Il MuSaBa, Museo Santa Barbara di Mammola, nella vallata del Torbido, ai piedi dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, è la testimonianza di come sia possibile vivere l’arte in uno spazio espositivo, dove l’arte si integra nella natura e dove ogni artista sperimenta la propria creatività.
Il MuSaBa nasce dai resti dell’antico complesso monastico Santa Barbara, del X secolo e di una stazione delle dismesse ferrovie calabro- lucane. Sul finire degli anni ‘60 Nik Spatari, scultore e pittore che, vivendo a lungo in Francia, conosce artisti contemporanei di fama mondiale e con la moglie Hiske Maas decide di ridare nuova vita a questo sito abbandonato. Crea un laboratorio d’arte contemporanea, che diventa luogo di sperimentazione artistica, dove applicare tecniche particolari, utilizzando nuovi materiali, forme e colori che lo rendono unico.
Nel 1986 la gestione del museo viene affidata a una Fondazione e nella nuova veste di Ente internazionale no profit, ha come finalità la creazione, la gestione, la diffusione e la valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico, ambientale, paesistico e botanico.
Il MuSaBa diviene quindi un luogo di aggregazione di artisti internazionali che realizzano sul posto sculture e opere d’arte immerse in questo magico parco di sette ettari.

    Monastero di Santa Barbara, 
    Complesso monastico  certosino. 
    Foto di Carla Bisceglie

Ristrutturazione del monastero di Santa Barbara
I due artisti presero possesso del rudere del monastero di Santa Barbara nel 1969, per concessione della Curia vescovile di Locri, ultima proprietaria dello stabile. Dettero avvio alla fase di recupero dell’edificio e sistemazione del parco con l’aiuto di giovani volontari; iniziarono quindi i lavori di ristrutturazione che prevedevano l’aggiunta di tre nicchie e la ricostruzione del tetto con le volte triangolari a vela.

Il Sogno di Giacobbe
Il restauro e i nuovi interventi architettonici della chiesa vennero concepiti in funzione dell’opera d’arte monumentale “Il Sogno di Giacobbe”, che verrà realizzata successivamente da Nik Spatari, tra il 1990 e il 1994, per valorizzare l’abside e l’intera volta dell’edificio storico. “Il Sogno di Giacobbe” è un dipinto di m 14 x 6 con figure lignee realizzate in rilievo, tecnica innovativa dello stesso Spatari, che lo ha eseguito ispirandosi alla storia di Giacobbe, il personaggio biblico che sentiva vicino a sé per il suo “essere secondo tra gli uomini”.
Nella folla dei personaggi che animano l’opera d’arte, rappresentati con tutti i colori che ci sono in natura, sono raffigurati uomini e donne del nostro tempo, che raccontano con umanità e sofferenza la nostra storia. L’opera è dedicata a Michelangelo “Astronauta della Sistina” e a Tommaso Campanella “utopista della città del sole”. È conosciuta come la “Cappella Sistina calabrese”, dove non appare la solennità vaticana, ma la sensazione è la stessa. Il visitatore ha l’impressione di essere avvolto dalla grandiosità delle figure, che lo opprimono, ridimensionandolo ad una piccolissima parte dell’universo.

Il Museo laboratorio
Proseguono dal 2005 al 2007 gli interventi di risanamento conservativo, restauro e riqualificazione degli spazi espositivi del complesso. Il cuore del MuSaBa è il museo-laboratorio collocato nel complesso monastico.

Il parco Museo

   Il sogno di Giacobbe.  Foto di Carla Bisceglie

“Fireman” di Italo Scanga (USA). L’opera, ispirata alla protettrice Santa Barbara, è posta di fronte all’antica cappella di Santa Barbara del 1100, e sembra voler proteggere dal fulmine e dalle fiamme il Parco Museo.

    Vetrata sala espositiva del monastero.
    Foto di Carla Bisceglie

Il chiostro foresteria
L’area sottostante l’acrocoro, dove è posta la Rosa dei Venti è attrezzata a zona residenziale con l’opera monumentale musiva (2004-2008): il chiostro foresteria.
La foresteria (950 mq) è il capolavoro architettonico del MuSaBa. Il progettista si è ispirato allo spirito della vita monastica, contemporaneamente rendendola una architettura viva attraverso la scultura della copertura che viene rappresentata da tetti triangolari con superfici di mille colori. La foresteria costituisce un centro esclusivo d’arte contemporanea dove gli ospiti hanno l’opportunità di vivere in rapporto diretto con l’arte, l’architettura ed il paesaggio.
La struttura ha caratteristiche ricettive; infatti, sono presenti 11 “celle d’arte”, ognuna di essa decorata con murales, per un totale di 22 posti letto. Gli ospiti sono impegnati in attività artistiche, formative, cioè, trascorrono delle vere e proprie vacanze creative. La foresteria viene anche utilizzata per la presentazione di eventi e momenti di comunicazione.
Le superfici perimetrali interne alla costruzione e prospicienti il cortile sono totalmente rivestite da mosaici di piastrelle ipercolorate in progress, opere realizzate da molteplici artisti.
Esse rappresentano un mosaico monumentale, dove la geometria svolge una funzione primaria dei mosaici stessi. Lungo le pareti della foresteria le piccole tessere di un mosaico infinito rappresentano la storia dell’uomo raccontata da Nik Spatari, fin dalla civiltà sumera alla Resurrezione di Cristo.

La ex stazione ferroviaria calabro-lucana

    Soffitto della sala espositiva del monastero.
    Foto di Carla Bisceglie

L’ex stazione calabro-lucana si trasforma in abitazione e uffici con annesso laboratorio d’arte del 1970. Dal recupero e riqualificazione della ex stazione ferroviaria calabro-lucana, l’artista realizza un laboratorio artistico di elites culturali che si radunano per dar luogo a un centro internazionale di arte moderna. L’opera è iniziata nel 2008 ed è ancora in fase di completamento.

La Rosa dei Venti
L’opera, iniziata nel 2008 e completata nel 2012, è ispirata alla rosa di venti, una metafora della nautica mediterranea fin dai tempi antichi. L’immobile è destinato a laboratorio artistico con spazi espositivi.
La copertura della costruzione è realizzata con forme geometriche ispirate ai triangoli egizi e agli esagoni dell’oriente antico. La costruzione è stata realizzata in economia con l’utilizzo di materiali recuperati in sito, come ad esempio pietre antiche recuperate dalle rovine dell’ex monastero e anche rifornendosi del materiale naturale nel greto dei fiumi limitrofi, Torbido e Neblà; per le travi è stato utilizzato il legname dei boschi circostanti; i pavimenti sono in legno e i rivestimenti della copertura, interno ed esterno, realizzati con ceramiche ipercolorate. Il progetto ambizioso di Spatari riguarda l’arte e la natura, pertanto i lavori di restauro ed il recupero del complesso monastico e della vecchia stazione, destinati a spazi per laboratorio e servizi ricettivi, sono concepiti in funzione dell’ambiente. La realizzazione di percorsi del parco a contatto con la natura, con vegetazione lussureggiante, che fa anche da sfondo ad ogni scultura, dà al visitatore l’impressione di trovarsi in una bottega rinascimentale, un’oasi dove arte, architettura e paesaggio si fondono per creare un perfetto equilibrio.
All’interno del parco sono presenti circa 30 opere di artisti contemporanei.

    Opera di Nik Spatari. Foto di Carla Bisceglie

“Concetto universale” di Spatari
“Fountain” di Jin Jong Chen (China) 1987. L’artista rivolge l’attenzione agli aspetti naturali, espressi nei Quattro elementi-simboli dell’aria, dell’acqua, del fuoco e della terra e riassunti nei termini di una energia primordiale. Nel 2002 Nik Spatari, con l’aiuto di studenti volontari internazionali, ricopre la scultura con frammenti di ceramica colorata. L’artista Stevi Kerwin realizza la scultura “fontana ironica”, raffigurante una donna a pancia in giù; l’opera viene ricoperta da Nik Spatari nel 2006 con le stesse modalità dell’opera illustrata sopra.
All’estremità sud-orientale dell’acrocoro si trova la struttura in calcestruzzo dipinto, divenuta simbolo del parco-museo, che esprime il “Concetto universale” di Spatari. Esprime varie forme oggettive che si elevano all’infinito: “raggi solari”, “veliero”, “cattedrale”. L’opera troneggia dall’alto della rupe Santa Barbara ed è visibile in tutta la vallata. Anche questa scultura, nel 2011, viene ricoperta  da Nik Spatari, con le stesse modalità delle opere illustrate sopra.
Arte, architettura, paesaggio, natura, promessa realizzata e sogno da costruire di Nik e Hiske, è tutto questo il MuSaBa.

 

 

 

Rassegna fotografica del parco

 

Parco Museo. Foto di Carla Bisceglie
Scultura Fireman. Foto di Carla Bisceglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Chiostro foresteria. Foto di Carla Bisceglie
Parete esterna della foresteria. Foto di Carlo Muggeri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Percorso per la ex stazione. Foto di Carla Bisceglie
Il Chiostro foresteria e la scultura “Ombra della sera”, altezza metri 15, di Nik Spatari (2006).
Foto di Carlo Muggeri

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Chiostro foresteria e scultura “Ombra della sera”, di Nik Spatari (2006). Foto di Carlo Muggeri
Ex stazione ferroviaria. Foto di Carla Bisceglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La rosa dei venti. Foto di Carla Bisceglie

 

La rosa dei venti, panoramica. Foto di Carla Bisceglie
Spazio interno della Rosa dei Venti. Opere di Nik Spatari.
Foto di Carla Bisceglie
"Concetto universale”. Foto di Carla Bisceglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Fountain” di Jin Jong Chen (China) 1987. Foto di Carla Bisceglie

 

 

 

 

 

Donna Fontana di Stevi Kerwin (USA) 1987. Foto di Carla Bisceglie

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