Lobby e relazioni istituzionali: il primo anno di attività del Consiglio della Fondazione Inarcassa

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Chi conosce la Fondazione Inarcassa solo superficialmente, magari perché ha seguito qualche corso di formazione on-line, non percepisce che invece la sua principale attività strategica è quella di lobbying a favore degli ingegneri e architetti liberi professionisti italiani. Nella consapevolezza che nessuna istituzione difendesse nei luoghi di formazione della normativa la professione degli associati a Inarcassa, fin dalla sua nascita la Fondazione ha avuto come principale compito quello di intervenire nei luoghi istituzionali per portare le legittime ragioni di una così importante categoria professionale.
 
Oltre venti incontri one to one con gli esponenti delle principali forze politiche, spesso supportati da proposte normative ed emendative, quattro audizioni parlamentari, partecipazione alle consultazioni pubbliche avviate da ANAC, Ministero dello Sviluppo Economico e Commissario Straordinario per la Ricostruzione e decine di comunicati stampa di posizionamento della Fondazione sui principali temi di interesse della categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Sono questi alcuni dei numeri dell’attività di lobbying e relazioni istituzionali promossa dal Consiglio della Fondazione Inarcassa nel suo primo anno di attività, segnato dalla pandemia da Covid-19. Il Consiglio della Fondazione, insediatosi a novembre del 2020, ha lavorato a cavallo di due fasi distinte. Nella prima, in continuità con il lavoro svolto dal precedente Consiglio, l’attività si è contraddistinta nella promozione delle cosiddette politiche di ristoro a favore degli architetti e ingegneri liberi professionisti. In questa prima fase, infatti, la Fondazione Inarcassa ha rappresentato al governo e alle principali forze politiche l’esigenza di individuare soluzioni per garantire la continuità del lavoro e nuove opportunità professionali in un contesto di crisi sanitaria e di depressione delle attività economiche e produttive, incluse, almeno in parte, quella della progettazione e della cantieristica.
 
Da questo punto di vista, la Fondazione Inarcassa ha sostenuto convintamente l’idea di promuovere il superbonus 110% già durante i mesi più acuti della crisi epidemiologica. La misura, adottabile sia per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio abitativo, sia per ridurre il rischio sismico, si è concretizzata anche grazie all’importante contributo della Fondazione Inarcassa: la Relazione finale sull’applicazione del superbonus, redatta a dicembre scorso dalla Commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria - a conclusione del ciclo di audizioni - testimonia l’apporto reso dai rappresentanti della Fondazione Inarcassa, da poche settimane insediatisi nel nuovo incarico. Al fine di dare maggiori dettagli alle proposte, la Fondazione Inarcassa non ha rinunciato a trasmettere propri contributi sia nell’ambito della consultazione pubblica promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico sulla strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale (Strepin 2020); sia nell’ambito della consultazione finalizzata alla scrittura del Testo unico della ricostruzione privata, promossa dal Commissario straordinario per la ricostruzione. Inoltre, ha avviato un’azione congiunta con l’Ordine degli Architetti di Ro ma per segnalare al Parlamento e al Governo alcune proposte per migliorare la misura del superbonus. Ancora oggi, in vista della prossima legge di bilancio, la Fondazione Inarcassa continua a insistere non solo sulla proroga del superbonus, ma anche sulla necessità di snellire il meccanismo di attivazione e accesso ai benefici fiscali, rinunciando, ad esempio, alla figura del general contractor per privilegiare, invece, l’esperienza e le competenze dei liberi professionisti architetti e ingegneri. Tra l’altro anche l’ANAC si è recentemente espressa sulla figura del general contractor, anche se in ambito pubblico, nell’ambito di uno studio promosso sui lavori di Anas per la strada statale 106 Jonica, rilevando, giustappunto, che la figura del general contractor non ha inciso né sull’accelerazione dei tempi di realizzazione dell’opera né sullo snellimento delle procedure.
 
La seconda fase, invece, ha visto la Fondazione Inarcassa impegnarsi nelle politiche di rilancio della professione. Già dal mese di dicembre 2020, sono state avviate significative interlocuzioni con il senatore De Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e primo firmatario del disegno di legge recante “Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio” (il cosiddetto ddl “malattia liberi professionisti”). Su questo provvedimento, la Fondazione Inarcassa, in sinergia con il Presidente di Inarcassa, arch. Santoro, ha avanzato una serie di proposte a tutela della categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Con un comunicato stampa congiunto sono state indicate le priorità e le politiche di sostegno alla categoria, ribadite successivamente di fronte alla Commissione Giustizia del Senato nell’ambito dell’audizione sul ddl “malattia liberi professionisti” che si è tenuta a marzo scorso. In quella sede, sono state formulate specifiche proposte finalizzate alla tutela e valorizzazione della libera professione e del lavoro autonomo e ad evitare inopportuni disequilibri rispetto alla gamma di protezione sociale di cui gode la categoria dei lavoratori subordinati.
 
È nella seconda fase che è iniziato il confronto con le misure adottate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A tale proposito, dopo aver rilevato grosse perplessità in merito al tema della Centrali pubbliche di progettazione e all’utilizzo sempre più diffuso dell’appalto integrato, la Fondazione ha lanciato un pacchetto di proposte nella fase di discussione presso le Camere del PNRR. Proposte concrete per il futuro del Paese e della professione: una pubblica amministrazione più efficiente nel suo ruolo di programmazione e controllo nell’ambito dei lavori pubblici; una rinnovata digitalizzazione della PA per affiancare i professionisti e offrire loro servizi di qualità; investimenti nella tutela del territorio e delle risorse idriche, nelle infrastrutture e mobilità sostenibili e nella rivoluzione verde e transizione ecologica. Su questi ultimi punti, la Fondazione ha mostrato particolare attenzione al disegno di legge in materia di rigenerazione urbana (S. 1131 e abb.) su cui sono state avviate importanti interlocuzioni con il primo firmatario, il sen. Ferrazzi, e la relatrice, la senatrice Nugnes, e, quindi, formulate alcune proposte finalizzate ad una maggiore valorizzazione del ruolo dei professionisti e ad una maggiore attenzione sui temi del rischio sismico.
 
Il programma di interlocuzioni con i principali partiti è avvenuto, almeno in una prima fase iniziale, all’interno di un quadro politico instabile e complesso che ha visto a febbraio la formazione di un governo a guida Draghi e che ha comportato, inevitabilmente, una nuova mappatura dei decisori rispetto alle priorità poste nell’agenda di Fondazione Inarcassa. La Fondazione ha, quindi, continuato a monitorare con attenzione i principali provvedimenti di interesse della categoria. In queste ultime settimane è ritornato al centro dell’agenda politica il tema dell’equo compenso, su cui è stata massima l’attenzione della Fondazione. Negli ultimi mesi, è stata costruita una importante rete di relazioni con diversi esponenti delle maggiori forze politiche che siedono tra i banchi delle Commissioni parlamentari dove sono esaminati i provvedimenti di maggiore interesse della categoria. Abbiamo, quindi, ripreso l’interlocuzione con il sen. Santillo per estenderla non solo ai temi legati al mondo dei lavori pubblici, ma anche a quello dei compensi per le prestazioni professionali. Su questo tema, sono stati avviati inoltre contatti con la sottosegretaria al lavoro, senatrice Nisini, con la senatrice Modena e con l’onorevole Bisa, relatrice della proposta di legge in materia di equo compenso nell’ambito della quale la Fondazione è stata audita, a giugno scorso, in Commissione Giustizia alla Camera per presentare proposte ed osservazioni.
 
Strettamente connesso al tema dei compensi per le prestazioni professionali è la revisione della normativa che regola l’accesso alla consulenza tecnica d’ufficio. Su questo tema la Fondazione ha interloquito con il Sottosegretario alla Giustizia, On. Sisto, con il quale sono state indicate le criticità e le possibili soluzioni: da un lato, l’individuazione di un percorso ad hoc di formazione e organizzazione professionale; dall’altro, l’aggiornamento delle tariffe, che ad oggi restano ancora fissate in base al DM Giustizia del 30 maggio 2002. Questi due temi sono stati definiti nell’ambito della delega al processo civile all’esame della Commissione Giustizia del Senato. Ciò richiederà una maggiore attenzione da parte della Fondazione in vista della prosecuzione dei lavori parlamentari e, soprattutto, dell’iter attuativo.
 

 
La Fondazione ha lavorato alacremente anche per la difesa e tutela dell’immagine e del ruolo del professionista. Particolare attenzione si è concentrata sul disegno di legge europea 2019-20 nell’ambito del cui esame era stata presentata una proposta emendativa che, modificando l’art. 46 del D.Lgs. 50/2016, consentiva anche ad altri soggetti, abilitati in forza del diritto nazionale, di offrire sul mercato servizi di architettura e ingegneria. Una modifica che, se approvata, avrebbe comportato degli effetti distorsivi della concorrenza, consentendo a nuovi operatori, tra cui onlus e fondazioni, di entrare nel mercato dei servizi tecnici. Nel corso dell’audizione in Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera a maggio scorso, la Fondazione ha ribadito l’esigenza che gli eventuali nuovi operatori economici che intendano offrire al mercato servizi di architettura e ingegneria, siano in grado di garantire i livelli di qualità della progettazione richiesti ai liberi professionisti operando a condizioni fiscali, previdenziali e assicurative assolutamente paritarie. Su questo tema si è aperto un confronto anche con alcuni dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (oggi Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile) ai quali sono state sottoposte alcune ulteriori proposte della Fondazione nell’ambito dei lavori pubblici. In particolare, è stata rappresentata la posizione contraria della Fondazione all’appalto integrato che annulla, di fatto la posizione di terzietà, indirizzo e controllo del libero professionista.
 

Sui lavori pubblici è costante l’impegno della Fondazione Inarcassa che ha messo in pie di una importante rete di relazioni su specifici provvedimenti di particolare interesse. Tre su tutti. Il cosiddetto “semplificazioni-bis” (DL 77/2021) sul quale è stata audita la Fondazione Inarcassa a giugno scorso in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Ambiente alla Camera per presentare le nostre proposte su appalto integrato, affidamenti diretti, superbonus e CILA. L’altro provvedimento è il disegno di legge delega in materia di costruzioni. Iniziando dal rapporto con il sen. Santillo, primo firmatario del provvedimento, la Fondazione ha esteso le interlocuzioni alla senatrice Pergreffi, al senatore Paroli e al sen. Margiotta, già sottosegretario al MIT sotto il governo Conte II, e con il quale è stato condiviso nel mese di agosto un comunicato stampa sulle potenzialità e criticità del provvedimento. Infine, il disegno di legge delega contratti pubblici sul quale è massima l’attenzione del governo e del parlamento. Su questo provvedimento la Fondazione ha da subito iniziato a dialogare con le principali forze politiche e ha trasmesso al presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato, il sen. Paroli, un position paper indicando le proprie proposte ed evidenziando le criticità del provvedimento. In particolare, è stato chiesto al decisore pubblico di vietare il massimo ribasso per l’affidamento dei servizi tecnici; di vietare l’istituto dell’appalto integrato; di vietare la riduzione della progettazione a soli due livelli. Sono stati indicati, invece, alcuni percorsi virtuosi finalizzati a valorizzare il ruolo del libero professionista.
 
Abbiamo raggiunto tanti piccoli e grandi successi sui temi di nostro interesse professionale, che se non conosciuti nel loro percorso non sono individuabili nella produzione normativa, ma che ci rafforzano nella determinazione con cui stiamo operando a sostegno dei nostri associati.
 

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