Le convenienze della contribuzione volontaria di Inarcassa
Con la Riforma del 2012, Inarcassa è passata al metodo di calcolo contributivo delle prestazioni, mantenendo il finanziamento a ripartizione della gestione1.
Il contributivo di Inarcassa si differenzia sotto diversi aspetti dal sistema previdenziale pubblico della Legge 335/95; prevede, ad esempio, la possibilitĂ per ciascun associato di versare un contributo volontario, che va a sommarsi alla contribuzione obbligatoria per integrare, al termine dellâattivitĂ di lavoro, la sua futura pensione. Il contributo volontario va, in sostanza, ad alimentare il montante contributivo individuale, finisce cioè nel âconto corrente virtualeâ che ogni singolo iscritto, a partire dalla Riforma, intrattiene presso Inarcassa. Questo importo, proprio come un conto corrente, si rivaluta ogni anno in base a un âtasso di interesseâ, con un minimo garantito dellâ1,5% (si veda a seguire).
Le aliquote della contribuzione volontaria
Lâaliquota del contributo volontario varia da un minimo dellâ1%2 a un massimo dellâ8,5% del reddito professionale, può essere versata in corso dâanno e integrata in un successivo momento sempre su base volontaria; lâimporto minimo da versare è di 190 euro, quello massimo di 10.328 euro.
Il contributo volontario si configura come una forma di risparmio (oggi) per un maggiore ritorno previdenziale (domani); proprio per questa sua natura, viene spesso confrontato con altri impieghi del risparmio individuale (obbligazioni, azioni, fondi pensioni âŚ).
Le principali motivazioni a favore della contribuzione volontaria di Inarcassa
Ci sono diverse buone ragioni per investire nel contributo volontario di Inarcassa: dai benefici di natura fiscale alla maggiore convenienza in termini di rendimento ânettoâ, al netto cioè di costi e imposte.
Il contributo volontario beneficia, anzitutto, della deducibilitĂ fiscale, che non è prevista, ad esempio, per gli investimenti finanziari (obbligazioni, azioni, fondi, ecc.), essendo diverse le finalitĂ dei due impieghi; come per il contributo soggettivo obbligatorio, la deducibilitĂ fiscale determina un risparmio di imposta pari al contributo versato per lâaliquota marginale.
Questo aspetto è dirimente nella scelta di convenienza rispetto allâinvestimento finanziario classico.
La deducibilitĂ fiscale esiste anche per i Fondi Pensione e i Piani Individuali Pensionistici (PIP), ma fino a un massimo di 5.164,57 ⏠annui; questi istituti beneficiano, tuttavia, di minori imposte nella fase dellâimpiego del risparmio e nella fase di erogazione della pensione: a prima vista sembrano, quindi, piĂš convenienti del contributo volontario.
La valutazione di convenienza deve, però, prendere in considerazione tutti i fattori che entrano in gioco. Vanno cioè considerate âaltre convenienzeâ, a partire dai costi di gestione, che possono far pendere la âbilanciaâ a favore del contributo volontario.
Un confronto con i Fondi Pensione: unâanalisi per figure tipo
A paritĂ di contributi versati (1.000 euro costanti su base annua) e di rendimento lordo (3,5%), è stato calcolato il montante contributivo individuale dopo 10, 20, 30 e 40 anni di contribuzione e la relativa pensione. Le ipotesi adottate sono quelle indicate dalla Covip per la stima della pensione complementare da parte dei Fondi Pensione. Per i costi di gestione, si è fatto riferimento ai Fondi aperti e PIP, che presentano costi mediamente piĂš elevati rispetto ai Fondi negoziali. Per la rivalutazione dei contributi, Covip indica un tasso di interesse di mercato, in termini reali e al lordo dei costi e delle imposte, del 2% e del 4%, rispettivamente, per gli investimenti obbligazionari e azionari. In linea con la stima del Pil di lungo periodo (indicata dal Ministero del Lavoro per la redazione dei Bilanci tecnici), si è preferito, prudenzialmente, utilizzare un tasso di rendimento annuo per la capitalizzazione dei contributi pari allâ1,5% in termini reali (3,5% nominale).
Lâimportanza dei costi di gestione sul rendimento
Lâanalisi riassunta nella tabella e nella relativa figura consente di apprezzare gli effetti di una diversa âcontabilizzazioneâ dei costi di gestione sul montante contributivo.
Fondi Pensione aperti e PIP, cioè quelli cui possono aderire i liberi professionisti, presentano, infatti, costi di gestione che vanno in detrazione del montante contributivo e che âabbattonoâ, in media (dati COVIP) il rendimento annuo di oltre lâ1%; il rendimento del contributo volontario versato alla Cassa non è invece gravato da costi di gestione. A paritĂ di rendimento, quello "effettivo" di Inarcassa risulta quindi piĂš elevato, ogni anno, di oltre un punto percentuale; in un arco temporale di lungo periodo, quale quello del risparmio previdenziale, gli effetti sulla prestazione finale sono assai rilevanti per la capitalizzazione degli interessi. Dopo 40 anni, ad esempio, lâimpatto dei costi di gestione determina, nel caso proposto, un montante contributivo, in valore costante, di poco piĂš di 43.000 euro per i Fondi Pensione, a fronte di un montante per Inarcassa che supera di 11 mila euro quello del Fondo Pensione, arrivando cosĂŹ a 54.000 euro a fine periodo (+25%).
Lâassenza di costi di gestione nel contributo volontario si dimostra in grado, in sostanza, di compensare ampiamente i maggiori vantaggi fiscali previsti dai Fondi pensione in sede di prestazione e di determinare cosĂŹ un maggior beneficio del contributo volontario.
Non è poi di poca rilevanza, soprattutto in anni di elevata incertezza e volatilitĂ dei mercati finanziari, il fatto che Inarcassa garantisce ai suoi associati, da Regolamento, un rendimento minimo dellâ1,5% per la rivalutazione dei montanti, che non ha (non può avere) un corrispettivo analogo nei Fondi Pensione.
Come avviene la trasformazione del montante in rendita
Lâaspetto che fa pendere la bilancia ancor piĂš a favore del contributo volontario è, tuttavia, relativo al momento del pensionamento, quando cioè il capitale accumulato (il Montante individuale) viene trasformato in rendita, moltiplicandolo per i Coefficienti di trasformazione. Questi coefficienti sono particolarmente penalizzanti nei Fondi pensione in considerazione del cd. rischio di longevitĂ e anche per la presenza di âcosti di caricamentoâ, assenti in Inarcassa. Questo determina nei Fondi pensione un ulteriore riduzione della prestazione e dunque, in ultima analisi, una maggiore convenienza del contributo volontario di Inarcassa3.
Nel complesso, tenendo conto di tutti i fattori esaminati, la pensione lorda risulterebbe piĂš elevata rispetto ai Fondi Pensione (+40% dopo 40 anni).
Questo divario è compensato, ma solo in parte, dalla piĂš favorevole tassazione della pensione di II pilastro: è prevista infatti unâimposta proporzionale del 9% (per periodi di permanenza nel Fondo Pensione di almeno 35 anni), in luogo di una tassazione personale e progressiva della pensione di I pilastro.
In termini di importo di pensione netta, dunque, questo insieme di fattori sembra portare, a paritĂ di rendimento, una maggiore convenienza del contributo volontario nei confronti di Fondi aperti e PIP di almeno il 25%. â
Inarcassa: come si alimenta il montante contributivo
Contributo | aliquota contributiva | retrocessione a montante |
Soggettivo in % del reddito professionale |
14,5% | 100% = 14,5% |
Integrativo in % del fatturato (1) |
4,0% | 50% = 2% |
Volontario in % del reddito professionale |
1% - 8,5% (min - max) |
1% - 8,5% (min - max) |
(1) In termini di reddito professionale, il contributo integrativo che viene retrocesso a montante è pari al 2,6% (in base a un rapporto fatturato/reddito pari, in media, ad 1,3). |
Contribuzione volontaria: confronto con i Fondi Pensione (in euro 2016)
a) Montante e Pensione dopo 40 anni
Inarcassa | Fondi pensione | ||
Versamento annuo (in ⏠costanti) | 1.000 | 1.000 | |
Rendimento annuo | 3,5% | 3,5% | |
Costi di gestione annui | -- | 1,1% | |
Montante dopo 40 anni | 54.268 | 43.284 | |
Pensione lorda annua | 3.136 | 2.212 | |
aliquota media effettiva (1) | 18% | 9% | |
Pensione netta annua | 2.571 | 2.013 | |
convenienza del versamento | + | 558 | |
in Inarcassa | + | 28% | |
(1) Calcolata in ipotesi di pensione di I pilastro di 16.000 ⏠per Inarcassa e di una permanenza di oltre 35 anni per i Fondi Pensione. |
b) Montante dopo 10, 20, 30, 40 anni
1. Il metodo contributivo è entrato in vigore, in base pro rata, dal 1° gennaio 2013.
2. Fino al massimale contributivo di 121.600 euro.
3. Lâanalisi non ha preso in considerazione le recenti modifiche in tema di flessibilitĂ contenute nella Legge di Bilancio 2017: nella previdenza pubblica di base (I pilastro), viene introdotto lâAnticipo Pensionistico (APE) sotto forma di un prestito erogato dalle banche al lavoratore (APE volontaria); nella previdenza complementare (II pilastro), è prevista una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA) prima dellâetĂ pensionabile ordinaria. Il nuovo quadro normativo non modifica lâanalisi di convenienza a favore della contribuzione volontaria di Inarcassa svolta in questo articolo, in quanto la Cassa giĂ prevede la possibilitĂ di anticipare il pensionamento. Va al riguardo evidenziato che la pensione anticipata di Inarcassa presenta, nel quadro di ipotesi sin qui delineato dal Governo, una convenienza maggiore rispetto allâAPE.
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