I principali strumenti su cui fare leva per la mia pensione, da subito

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Speciale ADEGUATEZZA 2 Riscatto, Ricongiunzione e Contribuzione figurativa

Vi ringrazio per le indicazioni, certamente utili, per programmare un futuro pensionistico adeguato, fornite sul precedente numero della nostra rivista. Ma, sinceramente, da giovane iscritto al primo approccio con il lavoro autonomo, non posso disporre di somme da investire nelle forme previdenziali integrative, soprattutto continue nel tempo; anzi, apprezzo l’aiuto rappresentato dalla contribuzione ridotta, di cui avvalermi ancora per qualche anno. Mi chiedo, però, come progettare una pensione adeguata, considerate le previsioni poco incoraggianti sull’entità dei trattamenti futuri che aleggiano da più parti. Noi giovani, con l’aspirazione di intraprendere la libera professione, dopo qualche esperienza nell’insegnamento o come tirocinanti presso gli studi avviati, pur affrontando le difficoltà necessarie, vorremmo conoscere gli strumenti più opportuni da utilizzare in tempo utile per costruire il nostro futuro previdenziale.
 
Presidente Giuseppe Santoro – Previdenza e adeguatezza sono i driver di un confronto in continua evoluzione e complementari tra loro. Uno è funzione dell’altro. Parlare di previdenza senza l’obiettivo di un trattamento adeguato vanifica gli sforzi importanti lungo il corso della nostra vita professionale. È certamente difficile per un giovane, agli inizi della propria storia lavorativa, misurarsi con le scelte previdenziali che devono essere frutto di percorsi formativi veri e propri. Non sembri irriverente il confronto ma la formazione previdenziale sarà il vero incentivo a scelte parametrate alle proprie possibilità contributive. Scelte che guardano ad investimenti sul proprio futuro. Le pillole di adeguatezza che seguono possono aiutarci a conoscere le strade su cui costruire la propria pensione.
 
Claudio Guanetti – Certo le opportunità sono diverse; quando si parla di futuro, occorre ricordare che la protezione previdenziale prevista dalla Costituzione e tradotta dalla legislazione nell’obbligo contributivo ha un unico obiettivo: disporre di una rendita, sostitutiva del reddito professionale, tale da permettere al pensionato di mantenere il tenore di vita che precede l’uscita dal mondo del lavoro.
Requisiti a parte, sono soltanto due i fattori che regolano il calcolo del trattamento pensionistico: la contribuzione e la durata dei versamenti; pertanto, con questi due elementi determinanti bisogna fare i conti. Nel tempo, con il cambiamento delle condizioni al contorno, sono state introdotte – potremmo chiamarle – “forme suppletive” di contribuzione, con l’intendimento di agevolare il raggiungimento della finalità costituzionale. Il sistema previdenziale delle Casse private della libera professione ha contribuito a individuare ed ha adottato gli strumenti normativi che permettono di utilizzare al meglio questi due fattori.
La domanda formulata, da questo punto di vista, è senz’altro pertinente; vediamo, allora, più in dettaglio su quali misure, efficaci da subito, si può far leva nella certezza di conseguire risultati concreti in termini di rendimento del risparmio previdenziale. Ferma restando la validità della contribuzione volontaria, che invece fa leva sull’attitudine al risparmio continuativo e può beneficiare della deducibilità fiscale.
 
Il Riscatto CG – Il primo strumento su cui si può contare appena ci si iscrive a Inarcassa è il Riscatto; si potrebbe definire un istituto che consente di trasformare il tempo – uno dei nostri due fattori chiave – in periodi di iscrizione a Inarcassa. Ci sono diversi periodi temporali, che possono essere convertiti in utile tempo previdenziale: il periodo legale dei corsi di laurea, il periodo di servizio militare obbligatorio (per chi lo ha assolto, prima che fosse soppresso) o i periodi di servizio equiparati, compreso il servizio civile sostitutivo, i periodi di lavoro all’estero (che non diano origine a pensione) e i periodi per i quali si è esercitata la facoltà di deroga dal versamento del contributo soggettivo minimo. L’effetto di adesione a questo istituto è di duplice valenza: incrementa il montante contributivo e aumenta l’anzianità contributiva, raggiungendo in anticipo uno dei due requisiti pensionistici.
Si comprende così che il Riscatto sia la leva da attivare prioritariamente da parte di chi si iscrive a Inarcassa, soprattutto in giovane età, per il conseguente balzo della base contributiva e del conseguente effetto moltiplicatore. Ma, come detto, rappresenta anche un’opportunità per l’iscritto non più giovane, che necessiti di acquisire l’anzianità contributiva necessaria per raggiungere il requisito minimo di accesso alla pensione.
 
Sergio Ricci – I giovani iscritti hanno diverse buone ragioni per approfittare di questa opportunità immediatamente all’avvio dell’attività professionale, a cominciare dal costo dell’operazione significativamente più contenuto (e rateizzabile).
Ma è la capitalizzazione dei contributi (iterativa e per un lungo numero di anni) che costituisce il vantaggio più apprezzabile per gli effetti positivi indotti sul valore della prestazione finale. Da non sottovalutare infine l’opportunità di anticipare l’età effettiva di pensionamento in virtù della maggiore anzianità contributiva acquisita con il riscatto.
Per i nostri associati l’onere è parametrato al reddito professionale dell’anno precedente la domanda per l’aliquota del contributo soggettivo (14,5%). Un anno di riscatto costa ad un giovane iscritto 2.355 euro, circa il 50% in meno dell’onere richiesto dalle gestioni dei lavoratori autonomi servite dall’INPS.
 
CG – Sappiamo che durante il percorso universitario, o successivamente alla laurea, si possono presentare occasioni di lavoro, molto spesso di insegnamento; così, una volta individuato il proprio “indirizzo lavorativo”, è importante valutare l’opportunità di riordinare i relativi percorsi previdenziali, prima possibile.
L’istituto previsto è la Ricongiunzione, una seconda leva su cui focalizzare l’attenzione da parte di chi si iscrive a Inarcassa, perché permette di riunire periodi assicurativi accumulati presso altri istituti, affiancandoli a quelli che si maturano durante l’iscrizione a Inarcassa.
 
La ricongiunzione SR – Certamente, e a queste si aggiungono gli istituti della totalizzazione e del cumulo dei periodi assicurativi (non oggetto di esame in questa sede), che completano il quadro delle possibili scelte e vengono più specificatamente in soccorso, per ricostruire la carriera del lavoratore che alterna nel tempo più attività (professionali e non) con versamenti contributivi spezzettati fra diverse gestioni previdenziali.
Un chiarimento utile per gli iscritti. La ricongiunzione può essere onerosa e non onerosa e ciò dipende dal tempo in cui sono stati versati i contributi. In particolare:
a) i periodi assicurativi maturati dal 2013 vengono ricongiunti presso Inarcassa con il solo trasferimento dei contributi versati e senza alcun onere per l’iscritto. La quota di pensione dei periodi ricongiunti è calcolata con il metodo contributivo;
b) per i periodi assicurativi fino al 2012 l’iscritto che ha maturato una anzianità contributiva di almeno di 15 anni presso Inarcassa ha a disposizione una doppia opportunità: può scegliere la ricongiunzione onerosa (l’onere è determinato con il criterio della c.d. riserva matematica) e ottenere la pensione calcolata con metodo retributivo normalmente più vantaggioso o, in alternativa, può optare per la ricongiunzione non onerosa ma in questo caso la relativa quota di pensione è calcolata con il metodo contributivo. Diversamente, gli iscritti che hanno maturato una anzianità inferiore a 15 anni possono ricongiungere i periodi di lavoro fino al 2012 con il solo metodo retributivo oneroso. Rimane comunque la possibilità di rinviare la domanda di ricongiunzione per approfittare della doppia opzione (retributiva o contributiva).
CG – A questo proposito, Dott. Ricci, sembra opportuno anche specificare gli effetti della Ricongiunzione sul montante contributivo, in relazione al momento più appropriato per scegliere di “trasferire” i contributi a Inarcassa. La convenienza nell’utilizzo di questo istituto deve essere valutata attentamente.
SR – Non sempre è conveniente anticipare il più possibile l’utilizzo di questo istituto, in quanto i contributi ricongiunti vengono rivalutati al tasso del 4,5% composto annuo. Quindi, sarebbe preferibile fare questa scelta a fine carriera, per ottenere un rendimento pensionistico più elevato, se si sceglie l’opzione della ricongiunzione non onerosa.
CG – Ma, in favore dei giovani iscritti, è stato introdotto un terzo istituto, che si configura come intervento propizio per l’incremento del montante contributivo durante la carriera lavorativa. Potremmo definirlo come una seconda chance per l’incremento della contribuzione previdenziale, affinché la prima, offerta a liberi professionisti ingegneri e architetti – la contribuzione ridotta per i primi 5 anni di iscrizione, fino all’età di 35 anni – non influisca negativamente sull’incremento del montante contributivo.
 
L’accredito figurativo dei contributi versati in misura ridotta dai giovani iscritti
SR – Il giovane professionista che si iscrive per la prima volta a Inarcassa beneficia di una consistente riduzione contributiva per i primi cinque anni di attività fino al 35° anno di età, senza necessità di esplicita richiesta. I contributi minimi (soggettivi e integrativi) sono ridotti a 1/3 e il contributo soggettivo a conguaglio è dovuto nella misura del 50%.
Il neoiscritto versa quindi contributi minimi pari all’incirca a 1.000 euro per i primi cinque anni di attività (salvo quanto dovuto a conguaglio) a fronte dei 3.000 euro di contribuzione ordinaria.
Per colmare la minore contribuzione versata e preservare intatta la posizione assicurativa ai fini pensionistici, al raggiungimento di 25 anni di iscrizione Inarcassa, al professionista viene accreditata la contribuzione figurativa per ciascun anno oggetto di agevolazione. I relativi oneri sono a carico dell’Associazione e finanziati con la solidarietà di tutti gli iscritti.
Parallelamente per ciascun anno agevolato l’iscritto ha la facoltà di versare la differenza contributiva, senza interessi, in modo da raddoppiare il ritorno pensionistico (accredito figurativo e versamento volontario).
 
La garanzia del capitale: il ruolo di Inarcassa CG – Come sappiamo, il tema ‘pensione’ si traduce a tutti gli effetti in una forma di risparmio anticipato cumulativo, per ricevere un trattamento che sostituisce il reddito professionale a fine carriera; seppur in un’ottica diversa da quella applicata in ambito finanziario, si parla pur sempre di investimento del proprio capitale, in parte obbligatorio e, quando lo si ritiene opportuno, anche facoltativo. Per quest’ultimo aspetto è bene evidenziare quali siano i vantaggi di cui dispone l’associato nell’affidare i propri contributi a Inarcassa.
 
SR – Nella fase di accumulo del risparmio previdenziale l’ iscritto non è lasciato solo. Con la riforma del 2012 sono stati introdotti qualificati meccanismi di accrescimento e di tutela del capitale. A differenza del sistema pubblico, la rivalutazione dei contributi avviene in base alla variazione media quinquennale del monte redditi degli iscritti alla Cassa, con un valore minimo dell’1,5%, e la possibilità di una rivalutazione aggiuntiva legata ad un extra rendimento del patrimonio.
Rivalutazione dei contributi. I contributi versati da ciascuno iscritto sono rivalutati il 31 dicembre di ogni anno all’indice di ricchezza prodotta dalla categoria, misurata dalla variazione del monte redditi (c.d. PIL di categoria). La specifica disciplina conferisce normalmente ai contributi versati dagli iscritti una maggiore rivalutazione nei cicli di espansione economica, atteso che i redditi dei settori più innovativi (come quelli delle libere professioni) assumono storicamente un ritmo di crescita più elevato rispetto al PIL nazionale;
Tasso minimo di rendimento. L’associazione garantisce agli iscritti un tasso minimo di capitalizzazione non inferiore all’1,5% anche nei cicli economici meno favorevoli (come è successo recentemente per effetto delle crisi ripetute a partire dal 2008). La protezione del capitale attraverso un tasso minimo di rendimento è un tratto caratteristico dell’ordinamento Inarcassa che non trova corrispondenza nel sistema pubblico e rappresenta un efficace strumento, forse tra i più rilevanti, a sostegno dell’adeguatezza della pensione e vantaggio essenzialmente delle nuove generazioni a cui il metodo di calcolo contributivo trova integrale applicazione.
L’extra rendimento del patrimonio. Il Regolamento di Previdenza prevede inoltre la possibilità di aumentare ulteriormente il tasso di capitalizzazione dei contributi di una quota percentuale del rendimento del patrimonio, rispetto al valore minimo dell’1,5%, a condizione che sia rispettato l’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale. Un prima misura in tal senso è stata adottata per i montanti contributivi degli iscritti relativi agli anni 2014 e 2015 con rivalutazione fissata al 4,5% per ciascun anno.
 

 
 
Il quadro delle leve di politica previdenziale di cui Inarcassa si è dotata per rafforzare i benefici pensionistici dei propri iscritti è completato da ulteriori strumenti, tra cui citiamo:
– l’ accredito figurativo fino a 10 anni di anzianità per le pensioni di invalidità e inabilità;
– l’adeguamento alla pensione minima a favore degli iscritti o superstiti con un ISEE inferiore a 31.350 euro. Anche in questo caso si tratta di misure socialmente rilevanti, finanziate con il ricorso alla solidarietà categoriale, a supporto delle situazioni di maggior disagio causate da eventi avversi o da livelli di reddito professionali più marginali.
 
Presidente – È così. Non da oggi e a dispetto delle tante difficoltà la nostra Cassa si sta trasformando in un vero e proprio partner previdenziale, capace di anticipare i bisogni e le necessità emergenti, di ripensare il rapporto con i suoi associati e di accompagnarli in tutto l’arco della vita. Un obiettivo ambizioso che l’emergenza pandemica tuttora in corso ha messo in luce, richiamando l’esigenza di misure a sostegno sia del percorso previdenziale che di quello professionale; misure adeguate, sostenibili e concrete affinché ingegneri e architetti liberi professionisti possano tornare ad occupare il giusto ruolo all’interno del tessuto produttivo, anche e soprattutto nell’economia e nella politica del nostro Paese. In questa partita, che pone al centro il bene comune, ognuno dovrà fare la sua parte così come Inarcassa sta facendo la sua, intensificando le attività di tutela nei confronti dei propri iscritti con misure straordinarie a favore dei redditi. Un onere importante, assunto con lo sguardo attento al presente e, al tempo stesso, proiettato nel futuro di tutti noi.

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