A Riccione una scuola "nearby zero energy"

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Interessanti spunti dal terzo concorso finanziato dalla Fondazione Inarcassa per la rigenerazione della Scuola Panoramica

Il Concorso “Rigenerare la Scuola Panoramica” di Riccione, dopo la “Città della Scienza” e la “Stazione Zoologica Anton Dohrn” di Napoli, è la terza competizione finanziata e supportata dalla Fondazione Inarcassa.

Il format è quello ormai consolidato e vincente: concorso aperto in due fasi con incarico di progettazione completo al vincitore; le prime due competizioni erano interamente cartacee, mentre a Riccione si è scelta una formula ibrida in cui la prima fase si è svolta sulla piattaforma concorsiarchibo.eu, sviluppata dall’Ordine degli Architetti di Bologna, e la seconda di tipo tradizionale.

 

Il tema era di quelli cogenti e di stretta attualità: la sostituzione di una scuola primaria, con un edificio passivo di due sezioni all’interno di un parco, improntato alla pedagogia del prof. Gianfranco Zavalloni. Il progetto doveva cercare di superare le rigidità del vecchio DM del ’75 prevedendo utilizzi flessibili di alcune parti in orario extrascolastico, e inoltre doveva recepire la normativa dell’Emilia Romagna che ha anticipato al 2017 i requisiti energetici degli edifici pubblici portandoli agli standard NZEB - nearby zero energy building.

 

Le parole chiave erano: #rigenerazioneurbana, #costruiresulcostruito, #consumodisuolozero, #sostenibilitàambientale, #scuoainnovativa #consumizero, #emissionizero, #civiccenter #bioclimatica #fontirinnovabili.

L’area era sostanzialmente pianeggiante, di forma rettangolare allungata, con una forte presenza di alberature di cui solo quelle perimetrali risultavano vincolate.

Ai concorrenti in prima fase veniva richiesto lo sviluppo di un’idea concettuale, da esprimere attraverso due tavole A3 e una relazione; non venivano posti requisiti di sorta, se non gli elementi ostativi dell’art. 80 del Codice e il fatto di essere un libero professionista, in modo da non limitarne assolutamente l’accesso.

L’utilizzo della piattaforma informatica ha sicuramente agevolato la partecipazione, che ha visto in prima fase 194 proposte progettuali provenienti da tutto il nostro Paese, con una netta prevalenza dell’Emilia Romagna – 20% – ma con significative presenze da Toscana, Lombardia e Veneto – 9% – e una piccola percentuale da Stati facenti parte dell’Unione europea – 4%.

 

 


 

La giuria composta dagli architetti Giovanni Morri, dirigente dei LL.PP. del Comune di Riccione, Cecilia Maria Bolognesi, di nomina CNAPPC, Evasio De Luca, di nomina Fondazione Inarcassa, Roberto Ricci in rappresentanza dell’Ordine di Rimini, Ernesto Antonini esperto di Edifici NZEB di nomina Comune di Riccione, la Dott.ssa Sandra Villa del Circolo didattico di nomina Comune di Riccione e il Dott. Baldino Gaddi esperto in materia di LL.PP. del Comune di Riccione, ha in parte lavorato nel periodo compreso tra la scadenza della prima fase, alla prima riunione collegiale, grazie alla piattaforma informatica che, attraverso delle credenziali differenziate, consentiva la consultazione degli elaborati.

Alla seconda fase sono stati invitati i cinque migliori progetti, selezionati senza formazione di graduatoria, quindi da intendersi ex aequo. In questa fase ai concorrenti veniva richiesto lo sviluppo di un progetto di fattibilità tecnico-economica, attraverso la presentazione di quattro tavole A1, una relazione approfondita e un plastico in scala 1:200. In questa fase il gruppo di progettazione, che poteva essere variato rispetto alla prima, non includendo però soggetti che avevano già partecipato, doveva possedere i requisiti di capacità economica e finanziaria, tecnica e professionale, a livelli minimi imposti dal Codice degli appalti.

 

 

La giuria aveva a disposizione un montepremi da dividere tra il 2° e il 5° classificato, mentre al primo è stato affidato l’incarico completo delle progettazioni.

La procedura, dal lancio del bando, l'8 febbraio, alla proclamazione dei risultati, il 23 giugno, è durata poco più di quattro mesi.

Il Concorso di Riccione, per come si è svolto, per i tempi rapidi nei quali lo si è aggiudicato e per il risultato di qualità raggiunto, si pone come una della migliori pratiche italiane degli ultimi anni, dimostrando che tali competizioni, se ben organizzate e gestite, possono essere assolutamente competitive con altre tipologie di affidamento dell’incarico di progettazione.

Attraverso questa procedura virtuosa si portano a compimento alcuni principi fondanti una società moderna: trasparenza, pari opportunità e riconoscimento del merito. È una palestra per i progettisti che possono misurarsi con temi altrimenti difficilmente accessibili, e se anche non si perviene a un risultato positivo resta comunque un accrescimento professionale non indifferente. Nei Concorsi c’è un vincitore, dei premiati ma nessun perdente.

Il lavoro meritorio che la Fondazione Inarcassa sta portando avanti da alcuni anni, sostenendo le maggiori spese che una P.A. dovrebbe affrontare, speriamo porti il suo effetto positivo nella promozione di questa fondamentale procedura, prassi in Europa, straordinaria in Italia.

È vero che i Concorsi apparentemente hanno un onere finanziario maggiore di un affidamento con gara di servizi, se non altro per il montepremi: c’è bisogno di un cambio di visione e quindi ragionare in termini di investimento e non di costo. Investimento che genera maggiore valore economico e sociale, maggiore qualità e maggiore cultura verso i temi della città e delle sue trasformazioni.

 
 

 

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