Inarcassa: con oltre 1 miliardo di utile si chiude il Bilancio 2023

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Santoro: “un risultato significativo frutto di una combinazione di fattori”

Si chiude con un avanzo economico di oltre 1 miliardo di euro e un patrimonio netto di 14,2 miliardi il Bilancio consuntivo di Inarcassa per l’anno 2023. Sono i numeri più significativi che saltano all’occhio scorrendo il rendiconto dell’esercizio finanziario che si è appena concluso e che è stato approvato dal Comitato Nazionale dei Delegati lo scorso 23 aprile 2024. Un risultato rilevante, frutto della combinazione di più fattori: la sostanziale crescita del gettito contributivo legato all’aumento dei redditi di ingegneri e architetti e i rendimenti degli investimenti, sostenuti dal costante monitoraggio degli eventi finanziari e dalle azioni messe in atto per diversificare il portafoglio.

I numeri della gestione previdenziale
Dunque secondo i numeri del bilancio le due categorie professionali hanno continuato a beneficiare della crescita del settore che è derivata dagli incentivi fiscali: il loro fatturato e reddito, infatti, sono aumentati del 20%, influenzando favorevolmente l’andamento delle entrate contributive che hanno raggiunto il massimo storico di 1,7 miliardi di euro; la gestione previdenziale – e assistenziale – si è chiusa, quindi, con un saldo positivo di 757 milioni di euro, in aumento del 30% rispetto all’anno precedente. L’espansione dei redditi del biennio 2021-2022 (+60,3% per gli Ingegneri e +70,1% per gli Architetti) ha consentito comunque ad entrambe le categorie professionali di recuperare, anche in termini reali, le perdite causate dalla doppia recessione del 2007-08 (crisi finanziaria) e il 2012-13 (crisi dei debiti sovrani). Rispetto al 2014 l’aumento del Monte redditi di Inarcassa ha superato, nel complesso, il 90%.

I fattori che influenzano i flussi contributivi

La dinamica delle società di ingegneria
La misura della contribuzione minima
Il volume dei redditi e del fatturato
Le modifiche di RGP in campo previdenziale in vigore dal 2021


L’espansione del settore nel suo complesso ha avuto conseguenze anche per le Società di ingegneria che, nel 2023, sono cresciute di numero raggiungendo quasi le 11.000 unità (+5,7%), e nel 2022 (anno di riferimento per i redditi) hanno visto aumentare il loro volume d’affari del 42,1% rispetto all’anno precedente.

I numeri degli iscritti alla Cassa
Resta, invece, sostanzialmente stabile la platea degli associati a cui la Cassa garantisce oltre alla previdenza, anche assistenza, tutela sociale e sostegno alla professione, che risulta quindi composta da 175.319 iscritti; i pensionati, in aumento del 5,8% rispetto al 2022, hanno raggiunto le 45.552 unità.
In termini percentuali, gli iscritti ad Inarcassa rappresentano il 33% degli Ingegneri e il 58% degli Architetti iscritti ai rispettivi Albi. Quasi il 10% è, invece, iscritto presso altre gestioni previdenziali ed esercita saltuariamente la libera professione poiché in possesso di partita IVA. Il restante 58% degli Ingegneri e 33% degli Architetti ha mantenuto solo l’iscrizione all’Albo, ma non risulta in possesso di partita IVA e non esercita quindi la libera professione.

E quelli della gestione patrimonio
Il valore del saldo della gestione del patrimonio, determinato come somma tra il saldo dei proventi e degli oneri finanziari e quelli della gestione immobiliare, risulta pari a 421 milioni di euro.
L’anno scorso ha segnato una svolta significativa nelle politiche economiche, con una pausa nelle misure restrittive adottate per contrastare l’aumento dell’inflazione post-lockdown. Dopo più di dieci anni di politiche monetarie accomodanti, questo periodo è stato cruciale per gli investitori. E ha offerto rendimenti cedolari interessanti sulla componente obbligazionaria di alta qualità e performance molto positive, spesso inattese, sui mercati azionari.
La diversificazione dei portafogli si è confermata ancora una volta fondamentale, rappresentando una strategia chiave per affrontare le mutevoli dinamiche del mercato. Nel frattempo, il consenso di mercato ha subito numerosi e radicali cambiamenti, con un focus su aspetti cruciali come la crescita economica, gli utili, l’inflazione e la politica monetaria. In questo contesto, l’approccio bilanciato si è rivelato vincente, adattandosi con flessibilità alle mutevoli condizioni di mercato.
Rispetto invece agli investimenti destinati al patrimonio mobiliare liquido, e in particolare alla porzione degli investimenti quotati, indubbiamente, il comparto che ha assunto un ruolo di primo piano nell’anno appena concluso è stato l’Azionario, che ha fornito un apporto rilevante, tenendo conto delle strategie di copertura adottate, per circa il 50% al risultato gestionale complessivo (+7,77%), registrando un + 18.1% con una particolare sovra performance dell’area geografica Italia (+25.3%) e del comparto Globale +17.5%.
Molto positivo è stato poi l’apporto degli investimenti nell’economia reale quali Private Equity, Private Debt e Infrastrutture (c.d. private markets), con un contributo di circa 1,1 punti percentuali al ritorno complessivo del portafoglio frutto di rendimenti positivi di tutti i comparti illiquidi, con effetti anche stabilizzanti sul rischio del portafoglio. In particolare, il ritorno del portafoglio private markets nel 2023 è stato di 6,75 punti percentuali.

Gli investimenti reali in Italia
Gli investimenti di Inarcassa in Italia sono pari a oltre il 50% del patrimonio complessivo, sia sul versante obbligazionario (titoli di Stato) che su quello azionario. Una scelta precisa che deriva in parte dalla fiducia dei rendi menti da parte di questo comparto e in parte dall’intenzione di sostenere il finanziamento dell’economia domestica, a patto naturalmente che obiettivi e ritorni siano correlati al rischio assunto.
 


Scorrendo i numeri del bilancio quindi si evidenzia come a dicembre 2023 siano presenti oltre 1.080 milioni di euro in titoli azionari quotati, che rappresentano il 7,7% del patrimonio. Tra questi, per ordine di importanza dimensionale figurano: Intesa SanPaolo, Terna, Eni, Snam, A2A, Banco BPM e Italgas. Tutte aziende, peraltro, che hanno da tempo intrapreso un significativo percorso di sostenibilità ambientale e di trasparenza nella governance. Anche in relazione ai finanziamenti alle infrastrutture e alle PMI italiane, Inarcassa si è fatta promotrice di diverse iniziative, sia in partnership con prestigiosi investitori istituzionali domestici ed internazionali (CDP, FEI, BEI), sia all’interno del sistema delle Casse di Previdenza.

L’impegno sul fronte ESG
ella convinzione che la transizione green rappresenti una sfida essenziale non soltanto per la società e per i governi, ma anche per tutti gli operatori economici e istituzionali, Inarcassa ha poi confermato il suo impegno sul fronte ESG (Environmental, Social e Governance): la quota di strumenti sostenibili rappresenta, infatti, la maggioranza del portafoglio attestandosi a circa il 60% rispetto al totale.
Nel corso del 2023, inoltre, la società incaricata della valutazione del portafoglio ha affinato il metodo di analisi, includendo valutazioni sul rischio legato al carbonio e sulla conformità agli standard Taxonomy e SFDR, componenti chiave della regolamentazione europea volta a promuovere investimenti sostenibili e trasparenza in materia di finanza sostenibile.
Inarcassa ha ottenuto un rating MSCI (azienda leader nel settore degli investimenti sostenibili e della valutazione ESG) di A con un punteggio di 6.8/10, che indica una buona gestione dei rischi e delle opportunità ambientali, sociali e di governance.


Le prestazioni assistenziali
Aumenta, infine, nel 2023 la spesa destinata alle prestazioni assistenziali erogate per un importo di circa 40 milioni di euro, di cui 18 milioni destinati alla Polizza sanitaria per gli iscritti, numeri che testimoniano l’attenzione della Cassa verso il welfare e lo sviluppo della professione.
In tal senso vale la pena ricordare che nel 2023 è stato approvato dai Ministeri vigilanti il Regolamento Generale Assistenza, entrato in vigore dal 1° gennaio 2024. Il Regolamento individua una fonte specifica di finanziamento dell’Assistenza, con uno stanziamento annuo fino ad un massimo dell’8% dei contributi integrativi. Il nuovo Regolamento ha inoltre introdotto, a partire proprio dall’anno in corso il Sussidio per la non autosufficienza. Come previsto dal RGA, il Consiglio di Amministrazione, nella stessa riunione del 20 settembre, ha deliberato l’importo dell’assegno mensile per il 2024 nella misura di 300 euro.
Le prestazioni assistenziali erogate in gestione diretta sono:
• le indennità di maternità, riconosciute alle professioniste iscritte a fronte del verificarsi di alcuni eventi;
• le indennità di paternità, riconosciute ai professionisti iscritti, laddove la madre non ne usufruisca;
• le indennità per inabilità temporanea assoluta;
• i sussidi per figli con disabilità (L.104/1992), riconosciuti attraverso la corresponsione di un assegno mensile;
• i sussidi ordinari, erogati “una tantum” e senza obbligo di restituzione, che hanno lo scopo di sostenere gli associati che si trovano in particolare stato di grave e contingente disagio economico.

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