L’andamento storico del monte redditi Inarcassa e le sue determinanti

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I cicli del monte redditi
Negli scorsi decenni il monte redditi di Inarcassa - che rappresenta la base imponibile sulla quale vengono calcolati i contributi versati alla Cassa - è stato interessato dall’alternarsi di fasi molto positive a periodi di pesante recessione. In particolare, l’andamento esibito dalla massa dei redditi dei professionisti Inarcassa è stato interessato dall’alternarsi di fasi di espansione e di recessione di ampiezza e durata considerevole.
Tale andamento caratterizza in generale le variabili di tipo macroeconomico; nel caso del monte redditi Inarcassa, tuttavia, tali oscillazioni cicliche si dimostrano più accentuate rispetto a quanto osservato in altri settori, come del resto anche rispetto a grandezze riferite all’intera economia nazionale, ad esempio il PIL.
Tra le ragioni che sono alla base di questa elevata ciclicità, un ruolo centrale è sicuramente ricoperto dalla forte correlazione che lega le attività di architetti e ingegneri all’andamento del settore delle costruzioni.
Sotto questo aspetto, l’attività di architetti ed ingegneri si differenzia da quella di altre professioni, come quella dei commercialisti e degli avvocati - solo per citarne alcune - la cui attività è influenzata dall’andamento di diverse filiere produttive. Il vantaggio di tale diversificazione è dato dal fatto che, quando per alcuni settori la domanda finale di servizi professionali è in contrazione, in altri potrebbe essere più favorevole, contribuendo a stabilizzare l’andamento complessivo dell’attività della professione.

Inoltre, all’elevata concentrazione delle attività di ingegneri e architetti attorno al comparto delle costruzioni, si aggiunge anche il fatto che proprio tale settore è quello che ha storicamente mostrato le oscillazioni cicliche più ampie. Una delle principali ragioni alla base di tale andamento è l’elevata dipendenza del mondo delle costruzioni dalle scelte di politica economica, sia con riferimento alla politica monetaria, in quanto le variazioni dei tassi di interesse hanno un impatto sulla domanda di mutui immobiliari da parte delle famiglie, ma anche con riferimento alla politica di bilancio, nella misura in cui questa riesce ad incentivare gli investimenti privati oppure a modificare l’andamento degli investimenti in opere pubbliche.
Si può descrivere l’alternanza delle diverse fasi utilizzando una scomposizione del monte redditi espresso in termini reali; in particolare, applicando idonee tecniche statistiche è possibile individuare l’andamento del ciclo del monte redditi, una variabile che per l’appunto consente di descrivere l’alternanza delle diverse fasi rispetto al trend di fondo. In generale, dall’andamento illustrato nel grafico si osservano tre recessioni e tre fasi espansive.
La prima recessione è quella d’inizio anni Ottanta, e riflette l’andamento generale dell’economia oltre che le politiche monetarie di segno restrittivo adottate in quegli anni per ridimensionare l’inflazione. La prima ripresa, della seconda metà degli anni Ottanta, mostra le conseguenze della riduzione dell’inflazione e dei tassi d’interesse sul mercato immobiliare, e di una fase esuberante delle opere pubbliche. Nei primi anni Novanta il mondo delle costruzioni è attraversato da una crisi profonda, cui concorre il quadro economico generale, insieme alle difficoltà specifiche del comparto delle opere pubbliche (dopo le vicende di “tangentopoli”). La ripresa di fine anni Novanta e degli anni duemila è piuttosto pronunciata e registra un contributo importante derivante dagli effetti della caduta dei tassi d’interesse avvenuta in Italia dopo l’adesione all’euro. Segue poi il terzo periodo di recessione, che ha inizio verso la fine degli anni duemila e prosegue sino al 2014. Si osserva in particolare come per il monte redditi Inarcassa questa fase possa essere descritta come una di recessione unica durata per molti anni, diversamente dalla datazione del ciclo dell’intera economia italiana che vede due recessioni distinte, la prima dopo il 2008, a seguito dell’irrigidimento delle condizioni finanziarie, e la seconda con la crisi dei debiti sovrani, aggravata dalle politiche di risanamento della finanza pubblica che hanno portato a una significativa contrazione degli investimenti pubblici.

L’ultima fase ciclica parte da una fase di stabilizzazione sui minimi per alcuni anni; segue un rafforzamento eccezionalmente marcato dal 2021 quando il sostegno alla domanda legato ai tassi d’interesse nulli si è sovrapposto alle politiche di bilancio fortemente espansive, e in particolare agli incentivi alle ristrutturazioni del superbonus. Si deve notare che, diversamente da molti altri settori, e in linea con quanto osservato nell’edilizia, la serie del monte redditi Inarcassa presenta una recessione molto contenuta in corrispondenza dello scoppio della pandemia.

Gli effetti dell’elevata variabilità si ripercuotono soprattutto sul reddito medio
L’andamento del monte redditi Inarcassa può essere inoltre analizzato guardando all’andamento delle due componenti che lo determinano, vale a dire il numero di professionisti iscritti ad Inarcassa ed il loro reddito medio.
Storicamente si è osservato come l’andamento del numero delle iscrizioni abbia offerto un contributo ampiamente positivo alla crescita del monte redditi tra la metà degli anni novanta ed il primo decennio degli anni duemila. Tale crescita del numero degli iscritti è stata favorita sia dalla privatizzazione della Cassa nel 1995, sia dal progressivo aumento del tasso di scolarizzazione delle coorti più giovani, che ha favorito le iscrizioni Inarcassa a scapito di altre professioni con competenze in parte similari, ma il cui svolgimento richiede titoli di studio inferiori, come nel caso dei geometri.
La crescita del numero delle iscrizioni si è poi arrestata a partire dal 2015, ostacolata sicuramente anche dall’andamento demografico. L’aspetto interessante da evidenziare è che, in seguito alla crisi che ha colpito il mondo della professione a partire dal 2010 il numero degli iscritti ad Inarcassa non si è contratto, ma anzi è rimasto stabile. In sostanza, i dati mostrano come i livelli occupazionali tendano a restare stabili anche quando i livelli della domanda presentano oscillazioni ampie. Ne deriva che le oscillazioni dei livelli di attività della professione si riflettono interamente sul reddito medio, che tende a contrarsi nei periodi di crisi, e ad espandersi nei periodi più favorevoli.
Una delle principali motivazioni della stabilità dei livelli occupazionali è che si tratta di un segmento del mercato del lavoro caratterizzato da alti livelli di istruzione e di capitale umano specifico, ovvero non facilmente utilizzabile per svolgere professioni di altro tipo. Tali competenze sono frutto di formazione ed esperienza acquisita nel corso di anni, costituendo quindi un disincentivo per i professionisti ad abbandonare con facilità il proprio ramo di attività.
La stabilità del livello dell’occupazione, inoltre, differenzia l’andamento dell’attività nel mondo dei professionisti Inarcassa dal settore delle costruzioni, con cui, come evidenziato poco sopra, condivide le tendenze di fondo. Se si guarda, difatti, all’andamento del numero di occupati nel settore delle costruzioni emerge un andamento fortemente pro-ciclico, descritto da una crescita sostenuta dell’occupazione nei primi anni duemila, una contrazione altrettanto marcata dopo la grande crisi finanziaria del 2008, ed una ripresa molto vivace nel biennio 2021-2022.
Ne deriva che nel comparto delle costruzioni gli shock che colpiscono i livelli di attività del settore si scaricano principalmente proprio sull’occupazione, piuttosto che sui redditi.
Un ulteriore elemento da tenere in considerazione sono i processi di terziarizzazione di alcune attività che avvengono all’interno dello stesso settore delle costruzioni. Dal numero di architetti e ingegneri occupati alle dipendenze in imprese del settore delle costruzioni, si nota come questo si sia tendenzialmente contratto dopo il 2008. In sostanza, nei periodi di crisi le imprese delle costruzioni tendono ad esternalizzare questi tipi di servizi professionali, a favore quindi di chi svolge tale tipo di attività attraverso la formula della libera professione.
Inoltre, appare significativo il fatto che la ripresa del 2022 abbia determinato un aumento rilevante di professionisti occupati presso le imprese delle costruzioni, segnalando come, in maniera speculare, nelle fasi di ripresa ci possa essere la tendenza delle imprese ad assumere alle proprie dipendenze architetti e ingegneri.

Non solo la macroeconomia
Il quadro sopra descritto evidenzia quindi una serie di peculiarità del mondo della professione, che differenziano l’andamento del monte redditi Inarcassa dall’andamento di altre variabili macroeconomiche.

Va anche ricordato che il monte redditi Inarcassa è in primis un dato di tipo “amministrativo” in quanto riflette i redditi dichiarati dagli iscritti alla Cassa. Tale caratteristica, quindi, aggiunge un ulteriore elemento di variabilità, in quanto ne discende che l’andamento del monte redditi è influenzato anche da fattori estranei all’andamento economico generale ed alle tendenze del ciclo delle costruzioni.
In particolare, si fa riferimento a fattori di carattere politico ed istituzionale, come le regole che definiscono gli obblighi di iscrizione alle Casse previdenziali al fine di svolgere determinate professioni, i metodi di calcolo dei contributi versati e delle prestazioni pensionistiche, l’introduzione di meccanismi di incentivo e sgravio fiscali per determinate lavorazioni. Tali aspetti ricoprono un ruolo importante, soprattutto se si considera che rappresentano dei fattori influenzabili, per via diretta o indiretta, da cambiamenti nelle normative e da scelte di policy della Cassa.

Un esercizio di scomposizione
Alla luce di queste considerazioni, è stato effettuato un esercizio di scomposizione del monte redditi Inarcassa in nove variabili1, che permette di cogliere il contributo che storicamente ciascuna di esse ha offerto alla crescita dei redditi dei professionisti architetti e ingegneri.


1. Per una descrizione più dettagliata della metodologia si veda “REF Ricerche, Analisi del Monte Redditi Inarcassa e prospettive future, settembre 2023”.

La particolarità di tale modello analitico è che, appunto, affianca alle variabili di carattere prettamente macroeconomico anche altre variabili, che si riferiscono in maniera più specifica al mondo dei professionisti Inarcassa.
In particolare, le nove componenti individuate che concorrono all’andamento del monte redditi Inarcassa sono classificabili in due gruppi ben distinti di variabili.
Il primo gruppo è costituito da variabili che possiamo definire “macroeconomiche”, e che quindi colgono le tendenze del quadro economico generale. Tali variabili sono:
Indice dei prezzi, nel nostro caso il deflatore del Pil.
Reddito medio da lavoro orario dell’intera economia in termini reali.
Popolazione in età lavorativa (età 25-74 anni).
Tasso di occupazione (su popolazione 25-74 anni).
• Le ore lavorate da ciascun professionista2.


2. Quest’ultima variabile assume una funzione prettamente algebrica nel modello; essa è posta pari all’unità nel sistema dei Conti Nazionali Istat, dato che vi è l’assunzione secondo cui gli occupati autonomi lavorino a tempo pieno.

Il secondo gruppo di variabili, invece, è costituito da quelle che abbiamo definito le “variabili specifiche del settore”, che invece colgono il contributo offerto dalle tendenze specifiche che riguardano il mondo della professione. Tali variabili sono:
Differenziale di reddito dei professionisti, misurato dal rapporto tra il reddito medio orario dei lavoratori autonomi del settore ATECO 713, che ricomprende i professionisti Inarcassa, ed i redditi dell’intera economia4.
Ratio redditi dichiarati Inarcassa, misurato dal rapporto tra il reddito pro-capite dichiarato dagli iscritti Inarcassa e il reddito dei professionisti del settore ATECO di riferimento.
Peso dei lavoratori autonomi del settore ATECO 71 sul totale occupati dell’intera economia.
Peso degli iscritti Inarcassa sul totale dei lavoratori autonomi ATECO 71.


3. ATECO 71: Studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche.
4. In dettaglio, il reddito medio orario dei professionisti del settore di riferimento è stato approssimato sottraendo al valore aggiunto del comparto i redditi da lavoro dipendente e l’ammortamento dello stock di capitale fisico.

 

L’algebra di tale scomposizione è riportata in Appendice.
In sostanza, l’utilizzo combinato di diverse fonti di dati, quali il dato amministrativo dei redditi dichiarati dagli iscritti Inarcassa e i dati di Contabilità Nazionale forniti dall’Istat, permette di dettagliare l’andamento del monte redditi Inarcassa secondo tre distinti livelli di analisi.
Il primo riguarda il quadro economico generale, le cui tendenze sono catturate dal primo set di variabili, vale a dire quelle macroeconomiche.
Il secondo livello fa riferimento invece all’evoluzione relativa dell’attività del settore delle costruzioni - e dei servizi ad esso legati - rispetto al totale dell’economia.
Il terzo riguarda l’andamento relativo dell’attività professionale degli iscritti Inarcassa rispetto al settore ATECO di riferimento.
Gli effetti del secondo e del terzo livello di analisi costituiscono l’insieme delle “variabili specifiche del settore”. In particolare, le prime due variabili specifiche del settore si riferiscono agli andamenti relativi in termini di reddito, mentre le seconde due in termini di numerosità degli occupati/iscritti. 
La tavola seguente riporta il tasso di crescita medio annuo del monte redditi e delle nove variabili descritte sopra nel periodo che va dal 1995 al 2020.

Inoltre, si sono poi distinti due sottoperiodi, vale a dire il periodo pre e post 2007, in quanto caratterizzati da tendenze macroeconomiche e da andamenti dei redditi dei professionisti molto differenti. Data la formulazione algebrica proposta, per ogni intervallo temporale riportato nella tabella la somma dei tassi di crescita delle nove variabili corrisponde al tasso di crescita del monte redditi.
Come si vede, nel corso degli ultimi decenni sono state proprio le variabili specifiche del settore ad incidere maggiormente sulla variabilità del monte redditi, mentre il contributo delle variabili di carattere prettamente macroeconomico è stato più contenuto.
Tale conclusione ben evidenzia quindi come, oltre ai fattori di tipo macroeconomico, le variabili peculiari che caratterizzano il mondo della professione di architetti e ingegneri svolgano un ruolo importante nella spiegazione dell’andamento del monte redditi.

Quali sono le opportunità? Quali i rischi?
Quali sono le opportunità e i rischi per l’andamento della professione nei prossimi anni e nei prossimi decenni?
La domanda, ovviamente, non è di facile risposta, ma il quadro analitico sopra descritto ci aiuta a circoscrivere ed analizzare in maniera più dettagliata alcuni fenomeni di interesse.
Nel complesso, nel breve termine sull’attività dei professionisti pesano i fattori specifici della filiera delle costruzioni, e in particolare quelli connessi all’aumento dei tassi di interesse e agli effetti dell’eliminazione dei generosi incentivi fiscali del superbonus. D’altra parte, ad un andamento particolarmente incerto della domanda privata si affiancherà un contributo positivo della domanda pubblica, principalmente grazie all’esecuzione delle opere previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Una parte importante delle risorse del Piano è difatti destinata alla costruzione di opere ed infrastrutture, oltre che a misure relative alla riqualificazione ed all’efficientamento energetico degli edifici, fornendo importanti stimoli al settore delle costruzioni e ai settori del relativo indotto.
D’altra parte, dopo una prima fase in cui l’attuazione del PNRR ha incontrato ostacoli e ritardi, le tendenze più recenti mostrano segnali di maggiore vivacità e questo lascia sperare in una fase positiva per le opere pubbliche, che potrebbe attenuare gli effetti della fine del superbonus.
Inoltre, va considerato che la richiesta di competenze relative alla transizione ambientale non si esaurirà con la fine del PNRR, ma resterà elevata anche negli anni a seguire, in vista del conseguimento degli obiettivi europei di lotta al cambiamento climatico, offrendo prospettive positive per quanto riguarda l’attività di architetti e ingegneri anche nel medio termine.
Tali tendenze, d’altra parte, si tradurranno in una domanda di nuove competenze e professionalità che potranno necessitare di investimenti specifici in formazione da parte dei professionisti che vorranno proporsi su questi temi, favorendo quindi coloro che partono da livelli di scolarizzazione più elevati. È possibile che nei prossimi anni l’attività dei professionisti Inarcassa trovi nuovi sbocchi, andando incontro alle nuove esigenze professionali negli ambiti non solo della riqualificazione energetica degli edifici, ma anche direttamente nelle attività di produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre che nella tutela del territorio e nello smaltimento dei rifiuti.
Se queste sono le opportunità per il mondo della professione, vanno anche considerati una serie di rischi. Uno dei principali che grava sull’evoluzione del monte redditi Inarcassa è quello legato al declino demografico, che inevitabilmente si ripercuoterà sul volume delle nuove iscrizioni nei prossimi decenni. Inoltre, va considerata l’eventualità che nei prossimi decenni possa aumentare la quota dei professionisti che svolgono tali tipi di attività alle dipendenze di società di progettazione o operanti nel comparto delle costruzioni, anche sulla base del confronto della struttura produttiva nei diversi Paesi europei.
D’altro canto, una tendenza che invece gioca a favore della dinamica delle iscrizioni è, come accennato in precedenza, il progressivo aumento dei tassi di scolarizzazione e dei giovani che accedono all’istruzione terziaria, che potrebbe portare ad un aumento del numero di architetti ed ingegneri a scapito di altre professioni, con competenze in parte sovrapponibili ma il cui svolgimento richiede minori livelli di istruzione, ad esempio i geometri5.


5. Potrebbe, in particolare, aumentare il numero di under 35 donne ingegnere libere professioniste (pari al 32% sui flussi del 2023), mentre è già elevato il numero delle donne architetto (60%).


Appendice: l’algebra delle determinanti del monte redditi
L’equazione che rappresenta la dinamica del monte redditi Inarcassa può essere formulata nel seguente modo:

[1]

Dove il significato delle singole variabili è il seguente:
WIn = monte redditi dei professionisti Inarcassa.
HIn = Ore lavorate dai professionisti Inarcassa.
wIn = Reddito medio orario dei professionisti Inarcassa.
wA71 = Reddito medio orario dei lavoratori autonomi del settore ATECO 71 (da contabilità nazionale).
wTec = Reddito medio orario da lavoro totale economia.
wrTec = Reddito medio orario da lavoro totale economia, in termini reali.
P = Indice generale dei prezzi.
NIn = Numero di professionisti Inarcassa.
NA71 = Numero di occupati autonomi del settore ATECO 71.
NTec = Totale occupati intera economia.
Pop = Popolazione.
Tocc = Tasso di occupazione intera economia
NTec/Pop.
La derivazione algebrica dell’equazione [1] è la seguente:

Le nove componenti che determinano l’evoluzione del monte redditi Inarcassa sono quindi:
• P: indice dei prezzi.
• wrTec: costo del lavoro intera economia in termini reali.
• wIn/wrTec: rapporto tra i redditi dei lavoratori autonomi ATECO 71 ed i redditi medi dell’intera economia.
• wA71/wA71: rapporto tra i redditi medi risultanti dalle dichiarazioni degli associati Inarcassa e i redditi medi degli autonomi del settore ATECO 71 rilevati dall’Istat nella contabilità nazionale; dato che le ore lavorate dai professionisti Inarcassa non sono osservabili, tale variabile è calcolata utilizzando i redditi per occupato piuttosto che i redditi per ora lavorata. Tale formulazione si basa quindi sull’ipotesi secondo cui le ore lavorate in media dal singolo iscritto Inarcassa siano pari alle ore lavorate per occupato autonomo del settore ATECO 71.
• Pop: popolazione in età di lavoro.
• NA71/NTec: rapporto tra occupati autonomi del settore ATECO 71 e occupati dell’intera economia.
• NIn/NA71: rapporto tra iscritti Inarcassa e occupati autonomi del settore ATECO 71.
• Tocc: tasso di occupazione.
• HIn/NIn: ore lavorate per professionista Inarcassa. 

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