Nuova grafica, nuovi contenuti
Questo numero è il primo della nuova collaborazione con la Rubbettino Srl, la società editoriale che ha vinto la gara pubblica per la composizione cartacea e digitale, la stampa e la postalizzazione della nostra rivista per sei numeri (due nel 2016 e quattro nel 2017). La Rubbettino Srl subentra così alla Maggioli SpA, la società con la quale Inarcassa ha avuto una duratura e proficua collaborazione per tanti anni. La procedura della gara obbliga il nostro Ente a mettere in gioco i propri servizi per offrire il meglio a costi competitivi. Inarcassa e Maggioli SpA hanno costituito per lungo tempo un binomio innovativo ed entusiasmante. Ci auguriamo di poter tesaurizzare questa lunga e bella esperienza, innervandola con l’entusiasmo, le capacità e le idee del nuovo fornitore. La gara, tuttavia, ha avuto i suoi tempi e i suoi passaggi formali che hanno provocato uno slittamento sull’uscita di questo numero. Ce ne scusiamo, comunque, con i lettori.
E veniamo alle novità grafiche e ai contenuti. Tra le prime, il nuovo progetto delle pagine interne, frutto delle nuove proposte della Rubbettino e della mediazione della direzione che ha voluto comunque mantenere alcuni elementi di identità e di continuità di questa storica rivista.
Fin dalla copertina abbiamo voluto dare visibilità al Concorso indetto da Inarcassa (in scadenza il 31 ottobre) per la valorizzazione dell’ingegno, della creatività e del ruolo progettuale degli iscritti.
La Previdenza sarà ovviamente sempre la protagonista: oltre che l’articolo del presidente Giuseppe Santoro e, nella rubrica Governance, lo “Spotlight” del consigliere Marina Martinotti sulle decisioni degli organi collegiali, segnaliamo l’articolo di Catia Pascucci sul bilancio consuntivo 2015, con il quale non è stata scalfita, ma anzi potenziata, l’idea di centralità dell’associato che gli amministratori perseguono. In questa stessa sezione un articolo sulla grande attenzione che l’Ente dedica alla professione “al femminile”.
L’Inserto staccabile di 12 pagine è invece dedicato a una lettura mirata alla professione (come avevamo fatto nel numero scorso per la Legge di Stabilità) del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici.
Da questo numero daremo evidenza a interviste grazie alle quali è possibile affrontare e sviluppare temi importanti con personaggi autorevoli e che costituiranno una rubrica a sé, all’inizio di ogni numero. Nelle pagine seguenti ne troverete due: una, di Sergio Clarelli, sullo stato della robotica nelle costruzioni, al prof. Thomas Bock, professore presso la Technische Universität di Monaco di Baviera (TUM) e consulente di ministeri di diversi Paesi. L’articolo è un invito alla diversificazione della professione dell’ingegnere e dell’architetto libero professionista sempre più alla ricerca di nuove frontiere.
L’altra intervista è al prof. Luciano Hinna, presidente del Consiglio Italiano delle Scienze Sociali e ispiratore del Codice etico.
D’ora in poi la rivista avrà una nuova sezione che abbiamo chiamato, Osservatorio professionale e che in questo numero ospita anche un articolo di Riccardo Betti sui nuovi adempimenti per gli Ordini professionali, derivanti dall’applicabilità anche a Ordini e Collegi delle disposizioni su prevenzione della corruzione e trasparenza. La sezione ospita anche un articolo di Massimo Trotta sul progetto di cambiamento degli ingegneri italiani, che è Indice dei nomi stato il tema del 61.mo Congresso Nazionale degli Ordini “Officina Italia” che si è svolto a Palermo, dal 22 al 24 giugno.
Non manca la voce delle Associazioni e quella della Fondazione: Andrea Tomasi, in particolare, affronta, con la consueta vis polemica, il tema dell’equo compenso; argomento al quale Evasio De Luca dedica la sua ironica e un po’ amara vignetta dell’ultima pagina. Per le Associazioni, Bruno Gabbiani (ALA) si sofferma sul Nuovo Codice dei Contratti Pubblici e, in particolare, sul principio dell’anomalia dell’offerta. Infine la rubrica Terza Pagina. Su impulso del CdA, abbiamo voluto anche in questa sezione dare un segno di cambiamento: non più articoli sui grandi nomi della storia dell’Architettura, ma un occhio attento alla contemporaneità. In questa direzione va l’articolo di Luisella Garlati sulla Biennale 2016, seguito da un approfondimento di Fulvio Grignaffini sulla mostra fotografica dedicata all’architetto canadese Frank Gehry. ■
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