Libera professione e Cooperazione Internazionale
Gli ingegneri e gli architetti liberi professionisti italiani possono avere diverse opportunità per operare all’estero: nell’ambito delle imprese private o pubbliche, delle Agenzie nazionali o internazionali (UNHCR 1, UNESCO 2, FAO 3, WHO 4, UE-DG DEVCO 5, WORLD BANK etc.), delle OSC 6.
Anche se tutti i continenti offrono motivi di interesse l’Africa è certamente quello che ha grandi potenzialità tuttora in gran parte inespresse; le prospettive di sviluppo e di crescita economica sono buone; il FMI, prima della pandemia, prevedeva per il 2020 una crescita globale del PIL pari al 3,6%. I governi, nonostante alcune criticità, iniziano ad agire per dare maggior autonomia economica al continente: dal 1° gennaio 2021 è entrato in funzione l’ACFTA 7, a cui hanno aderito tutti gli stati tranne l’Eritrea. L’entrata in vigore di questa area di libero scambio si prevede che porterà risultati molto importanti per l’economia africana quali:
• incentivare la circolazione dei capitali e delle persone, facilitando gli investimenti; • migliorare la competitività degli stati membri in Africa e nel mercato globale; • incoraggiare lo sviluppo industriale attraverso la diversificazione e la sinergia tra settori e tra Paesi; • creare norme doganali a livello continentale; • perseguire l’obiettivo di uno sviluppo continentale socio-economico inclusivo e sostenibile; • incrementare il commercio intrafricano (per il quale si prevedono aumenti annuali a due cifre nel futuro prossimo). Alla luce di tutto questo le opportunità di lavoro anche per gli stranieri aumenteranno soprattutto nei settori: • energia in generale e fonti rinnovabili in particolare; • agricoltura con realizzazione di sistemi di irrigazione; • telecomunicazioni; • servizi di protezione ambientale delle città (gestione dei rifiuti solidi urbani, delle acque reflue e della depurazione, acqua potabile e suo riuso etc.).
Internazionalizzare la propria professione è di certo una sfida impegnativa da affrontare con solide motivazioni, soppesando i pro e i contro, ma anche una scelta valida, soprattutto per i giovani, che può ampliare le prospettive di affermazione; fondamentale è una formazione mirata che si può svolgere presso Istituzioni molto presenti in Italia dove da qualche anno esistono anche corsi di laurea e master specifici; cardine è comunque una buona conoscenza dell’inglese e possibilmente della lingua parlata localmente. Preventivamente è necessario assumere presso gli enti precedentemente citati pubblici e privati ed eventualmente presso le ambasciate una serie di informazioni (che risultano differenti Paese per Paese) sugli aspetti burocratici (visti, fiscalità, regole bancarie, assicurazioni etc.), legali, sanitari, nonché sulla cultura, sulla situazione politica e sulle condizioni socioeconomiche. Ovviamente per l’attività prevista devono essere sempre presenti riferimenti locali, che si operi sia come dipendente sia come libero professionista, per avere il supporto di chi conosce leggi, normative e regole comportamentali locali. L‘Africa ha una potenziale straordinaria possibilità di sviluppo grazie alle sue risorse naturali (circa il 30%di quelle mondiali); sempre maggiore attenzione viene data dai Paesi donatori a progetti che siano in linea con gli obiettivi SDG 8 dell’ONU. Il tema dell’habitat e della sua tutela in chiave però di sviluppo è quindi di sempre maggior interesse e anche questo è un campo nel quale la competenza di ingegneri e architetti italiani può avere ampio spazio. L’ altra grande potenzialità dell’Africa consiste nell’età media della popolazione (meno di 20 anni). Questa realtà, unita alla crescente scolarizzazione costituisce la base per nuove opportunità sia per gli africani, sia per i nostri laureati le cui competenze tecniche possono creare sinergia con loro e con la loro aspirazione al cambiamento (come ha affermato Bobi Wine, il leader trentottenne dell’opposizione in Uganda: “i giovani sentono di avere cervelli da primo mondo intrappolati in Paesi da terzo mondo, ma vogliono vivere il loro pieno potenziale”). È proprio la crescita del numero di giovani acculturati e in particolare laureati che apre nuovi scenari. Interessante è l’attività di fondazioni e associazioni che hanno l’obiettivo di far crescere start-up locali con la sinergia di realtà imprenditoriali e professionali italiane per fare acquisire non soltanto ulteriori competenze tecniche, ma anche e soprattutto mentalità e metodologia operativa per la creazione di manager e professionisti con cui istituire rapporti duraturi che possano consentire lo sviluppo di collaborazioni per i nostri colleghi; tenendo presente che il costante aumento del PIL comporta un incremento della capacità di spesa dei popoli africani e una conseguente maggior richiesta di prodotti e servizi da parte sia del settore pubblico che di quello privato. La previsione per il futuro è un aumento della popolazione delle città che, in alcuni casi, si trasformeranno in megalopoli come è già avvenuto ad esempio per Nairobi che oggi è il centro più importante dell’Est Africa e che conta circa 4,5 milioni di abitanti di cui circa 1 milione negli slums nei quali è necessario intervenire con operazioni sul piano della rigenerazione urbana, dell’educazione, del tessuto socioeconomico.
Zollverein di Essen. © Jochen Tack / Zollverein Foundation
Antica illustrazione della ferrovia di New York, oggi High Line Park
L’attività che si può svolgere nell’ambito della cooperazione internazionale ovviamente dipende anche dai rapporti che l’Italia ha con il Paese in questione. Il rapporto con le autorità e gli uffici del territorio dove si interviene possono presentare caratteristiche molto differenti, ma molto importante resta la relazione con le comunità locali che riconoscono sì l’autorità amministrativa o politica, ma quasi ovunque, soprattutto nelle zone periferiche, sussistono realtà di origine tribale che regolano la vita dei villaggi e bisogna tenere in giusta considerazione. Tutto quanto esposto vale, pur con intuibili distinguo, sia per attività di natura aziendale, manageriale e di consulenza sia per quelle effettuate dalle OSC la cui attività è regolata dall’AICS 9; nello scorso dicembre è stata sottoscritta da MAE 10, AICS e CDP 11 una convenzione per la definizione di una strategia finalizzata al miglioramento del settore dei crediti di aiuto italiani, gestiti da CDP per gli aspetti finanziari e da AICS per l’operatività in loco. Sempre nel dicembre scorso AICS ha emanato un bando per progetti promossi da OSC da realizzare sia in Paesi prioritari che in Paesi non prioritari 12, mettendo a disposizione € 60.000.000 per i primi e € 20.000.000 per i secondi nei seguenti settori:
• ambiente; • sicurezza alimentare/agricoltura sostenibile; • servizi di base (salute/istruzione); • sviluppo settore privato, sostegno alle PMI; • migrazione e sviluppo comunità locali.
La High Line a Manhattan, New York. Passerella pedonale
L’attività all’estero per le OSC può essere svolta in qualità di cooperante o di volontario; figure che hanno responsabilità e trattamento economico differenti, che comunque sono garantite da opportune coperture assicurative; per entrambe le posizioni caratteristiche richieste sono la capacità di adattamento a situazioni non abituali e l’attitudine al lavoro in team. I progetti vengono promossi da questi soggetti senza fine di lucro con la partecipazione di un partner locale che, solitamente, è quello che individua le esigenze e le necessità del territorio e che le vaglia assieme all’OSC per valutarne la validità e quindi la condivisione. Viene quindi elaborato una sorta di progetto definitivo che considera aspetti tecnici, ma anche economici, finanziari, sociali, antropologici; vengono successivamente cercati finanziamenti attraverso il crowdfunding e richiesti contributi all’AICS o all’UE-DG DEVCO secondo procedure standard; se il progetto viene approvato e quindi co-finanziato esso viene realizzato e quindi rendicontato sempre secondo procedure stabilite dalle Organizzazioni finanziatrici. Oltre possibili verifiche in itinere generalmente viene previsto un monitoraggio ex-post al fine di verificare la rispondenza tra le ricadute individuate in fase di proposta e quelle effettivamente verificate dopo la realizzazione. In tutte queste fasi l’apporto dei consulenti, qualunque sia il loro inquadramento, è costantemente richiesto; è d’uopo specificare che le figure tecniche coinvolte possono essere impegnate per l’elaborazione del progetto che si può effettuare in Italia su informazioni e indicazioni di un resident manager oppure anche a seguito di missioni specifiche sul campo; a seconda dell’organizzazione dell’ente promotore il cantiere può essere condotto dallo stesso progettista o da altra figura, però è prassi generalmente seguita che chi progetta abbia comunque una conoscenza diretta dei luoghi, delle procedure e delle norme locali. Grazie a un’esperienza trentennale, posso testimoniare che, oltre a una notevole competenza in problem solving che si acquisisce sul campo, in quanto spesso ci si trova di fronte a situazioni incognite e inattese, l’attività nell’ambito della cooperazione internazionale consente di allargare i propri orizzonti di competenze professionali e di vita; il contatto costante con situazioni di grande difficoltà di vario genere che uomini, donne e bambini affrontano quotidianamente porta a relativizzare i problemi che si presentano nell’attività e nella vita del nostro contesto e aiutano a riscoprire i valori essenziali dell’esistenza ai quali dovremmo sempre ispirare le nostre azioni come anche indicato da papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”. ■
1. United Nations High Commissioner for Refugees. 2. United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization. 3. Food and Agricoltural Organization. 4. World Health Organization. 5. UE, General Direction for Development and Cooperation. 6. Organizzazione della Società Civile cui appartengono le ONG. 7. African Continental Free Trade Area. 8. Sustainable Development Goals. 9. Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. 10. Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale. 11. Cassa Depositi e Prestiti. 12. Vedasi elenco su sito AICS.
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