Incidenti nei cantieri. Massimo ribasso e subappalti

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* Presidente ALA-Assoarchitetti

Le norme che regolano le attività umane provocano a volte effetti che vanno oltre i problemi e gli avvenimenti per i quali sono state emanate. Ci riferiamo in particolare al Codice dei contratti, che disciplina gli appalti di beni e servizi e alla sua influenza sulla sicurezza dei cantieri. Il tema della sicurezza è tornato di grande attualità a seguito di molti incidenti ricorrenti e soprattutto della recente tragedia di Firenze.
L’inchiesta giudiziaria dirà se vi sono state inadempienze in questo caso, ma è indubbio che le norme sulla sicurezza sono sufficienti e che un ulteriore inasprimento o complicazione sarebbero addirittura controproducenti.
I problemi a nostro avviso sono infatti ben altri e provengono da altri settori. In particolare, la prevalenza assoluta delle regole della finanza ha radicalmente trasformato i ruoli degli addetti ai cantieri, imponendo tempi d’esecuzione sempre più brevi e tassativi, spremendo così i margini economici verso minimi insostenibili. Le stesse modalità degli appalti, simili a delle roulettes russe telematiche, costringono gli imprenditori a rischi dei quali sono poi costretti a rifarsi in corso d’esecuzione.
Da qui agli eventi successivi la distanza è piccola e il percorso inevitabilmente tracciato.
Il massimo ribasso assieme al margine economico azzera quello operativo; rende impossibile alle imprese di costruzione di mantenere organizzazioni stabili e di attribuire ruoli altrettanto stabili, nei quali ciascun addetto possa acquisire la necessaria sicurezza operativa. Da ciò deriva la necessità di ricorrere al sistema dei subappalti e quindi alla presenza contemporanea di molte imprese nel cantiere, con la conseguente continua rotazione degli addetti e i pericoli per l’incolumità degli operatori.
Dobbiamo allora tenere presente che il ricorso sistematico al massimo ribasso e l‘imposizione di velocità di esecuzione eccessive, sono anch’essi tra i principali fattori degli incidenti di cantiere.
Sono queste le precondizioni che si scaricano a cascata sull’appaltatore generale, sui subappaltatori, sulle maestranze, generando anche le eventuali inosservanze e una catena di rischi e pericoli, inizialmente per gli addetti ai cantieri, ma almeno potenzialmente anche per i futuri utilizzatori delle opere.
Per concludere, più che introdurre altre norme è indispensabile ripensare il quadro d’insieme, che deve vietare il massimo ribasso e assieme alla sicurezza, tornare a privilegiare le imprese che mantengono stabilmente competenza e professionalità: è questo che gli ingegneri e gli architetti di ALA chiedono al Governo e alle forze politiche del Paese.

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