Con Lady D

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Sono state due le occasioni nelle quali ho incontrato la Principessa Diana Spencer, già sposa del Principe Carlo di Inghilterra, erede al trono inglese, retto fino al 2022 dalla Regina Elisabetta II.
Premetto che anch’io, come tutti, mi sono sentito attratto dal mito creatosi attorno alla figura di Diana, prima e dopo la sua scomparsa, vuoi per la sua grazia, vuoi per il tratto delicato che emanava dalla sua personalità.
Diana Spencer nasce il 1 luglio 1961 e incontra Carlo d’Inghilterra nel 1978, quando lei ha 17 anni e lui 30. Si sposeranno, nonostante la grande differenza di età, il 29 luglio 1981 nella Cattedrale di Saint Paul a Londra alla presenza di Capi di Stato e Famiglie Reali di tutto il mondo.
Carlo, nonostante fosse nota alla famiglia la relazione affettiva che lo legava a Camilla Parker Bowles, era stato orientato al matrimonio con Diana dalla madre Regina Elisabetta e dalla Corte, che vedevano nella giovane di ottima famiglia tutte le caratteristiche che la rendevano idonea a divenire consorte di un futuro re.
Carlo aveva conosciuto Camilla Rosemary Sand nel 1971, a una partita di polo. L’amicizia si trasformò in una relazione amorosa, interrotta in seguito all’arruolamento del futuro re nella Royal Navy e al matrimonio di lei avvenuto nel 1975 con l’americano Andrew Parker Bowles, dal quale Camilla ebbe due figli. La loro storia comunque, anche se non ufficialmente, continuò e, dopo il divorzio di Camilla, divenne palese anche alla stessa Diana. Fu nel 1985 che incontrai, del tutto casualmente, la principessa Diana e il principe Carlo al ristorante della locanda Cipriani al Torcello. Ero in quei giorni a Venezia per seguire dei lavori di restauro per un mio cliente che volle gratificarmi ospitandomi alla Locanda Cipriani.
Terminato l’impegno lavorativo, prima di ripartire nel pomeriggio, ci concedemmo una mattinata per visitare la piccola isola e fare colazione alla Locanda.
Era stato molto difficile ottenere il tavolo al ristorante, ma in qualche modo, anche se accontentandosi di una sistemazione molto defilata, il mio cliente c’era riuscito.
C’era molto fermento intorno a noi: fin dalla mattina alcuni percorsi dell’isola ci erano stati preclusi, pranzare pareva poi una cosa complicata e ammetto che in quel caso avrei volentieri preso la prima imbarcazione per tornare a Venezia e anticipare il mio rientro a Bologna, a maggior ragione quando appresi il motivo di tanta eccitazione: era in visita il Principe erede al trono di Inghilterra con la consorte Diana! Personaggi molto lontani da me e che in quel momento forse non mi incuriosivano nemmeno…

Il principe Edoardo al Grosvenor


Ma il caso volle diversamente. Non so bene ma mi trovai, assieme al mio cliente, ospite noto al Cipriani, incanalato nel “codazzo” a seguito della coppia regale, che veniva accolta all’arrivo dal saluto d’onore di due carabinieri in uniforme di gala.
Nella confusione pur minima dell’ingresso mi trovai involontariamente vicino alla Principessa tanto da rivolgerle un breve cenno di saluto col capo. Non posso dimenticare il sorriso di quegli occhi tanto luminosi e la grazia con cui ricambiò.
Fu naturalmente un attimo brevissimo, che però mi procurò una emozione inattesa.
Compresi che quella figura delicata emanava intorno a sé veramente un grande fascino, capace anche di azzerare tante distanze sociali.
Nel 1990 fui invitato a Londra per una celebrazione della cultura italiana nell’espressione artistica e di antiquariato.
L’evento, che aveva le sue origini nel 1934, si svolgeva annualmente con il patrocinio della Casa Reale nello storico Hotel Grosvenor in Park Lane, ai bordi di Hyde Park.
Non sapevo che la madrina fosse quell’anno la Principessa Diana e anche questa volta, con mia sorpresa, mi trovai senza accorgermene vicino a lei. Fu mia figlia, che per l’occasione era con me, a sussurrarmi che le ero di fianco e con mia sorpresa lei mi rivolse uno dei suoi straordinari sorrisi salutandomi con un cenno del capo, come si fa con un amico.
Riuscii nell’occasione a scattare con molta discrezione alcune fotografie dell’evento e degli ospiti italiani.
Per l’occasione, erano stati allestiti al Grosvenor degli spazi dedicati a grandi antiquari britannici, dove l’Italia era l’ospite d’onore e la marchesa fiorentina Bona Frescobaldi, con il suo elegante portamento, era l’aristocratica ambasciatrice della cultura italiana.
La famiglia Frescobaldi è legata da rapporti di amicizia con la Casa Reale inglese, per la quale le tenute Frescobaldi sono da secoli fornitori di vini eccellenti. L’attuale Re Carlo III durante le sue visite in Italia è stato in passato, insieme alla moglie Diana, ospite della famiglia Frescobaldi, sia nella dimora fiorentina sia nella villa “I Collazzi”. Ospitalità che viene tuttora rinnovata, visti i legami con la famiglia Windsor e la passione di Carlo per l’arte italiana.


A Diana era affidata anche l’estrazione di alcuni biglietti vincenti della lotteria di beneficenza che tutti gli anni accompagnava la manifestazione e il vero premio per il fortunato vincitore consisteva nel riceverlo proprio dalle mani della Principessa.
Dopo l’arrivo del Principe Edoardo, il più giovane dei figli di Elisabetta II, seguii l’esposizione incuriosito dai numerosi oggetti d’arte, soffermandomi in particolare nello spazio dedicato all’Italia, ove rincontrai la principessa con la quale ebbi modo di scambiare alcune parole sulla magnificenza dell’arte antica del nostro Paese: lei in inglese e io in italiano… ma ci capimmo. Congedandomi ricambiò il mio saluto non solo con la innata gentilezza, ma quasi con cordialità!
Ho seguito poi molto marginalmente le vicende che riguardarono la vita privata di Lady D, vita che nel tempo era diventata molto “pubblica”, preferendo ricordare l’immagine che nelle due occasioni mi era rimasta di lei: un sorriso luminoso e gentile che illuminava uno sguardo profondo e una spontanea capacità di approccio con le persone, che riusciva a far loro superare qualsiasi sensazione di differenza sociale.

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