Budget 2024 Duplica 1
Come rappresentato nella propria relazione dal Presidente di Inarcassa, Arch. Giuseppe Santoro, i numeri del Bilancio di previsione 2024, così come le stime a finire per l’anno 2023, non sono affatto scontati.
I risultati sono frutto della combinazione di diversi fattori, tra i quali l’applicazione di misure premianti come i bonus e la ripartenza del settore edile. Rilevante l’apporto della Gestione Previdenziale che, a fronte di un incremento delle pensioni in linea con le proiezioni del Bilancio Tecnico, è stata caratterizzata dall’andamento positivo delle iscrizioni nel biennio post pandemia e dall’eccezionalità delle dinamiche reddituali.
Dinamiche che hanno consentito al valore del monte redditi di Inarcassa di raggiungere i massimi storici dal 1982.
Altrettanto considerevole il contributo della Gestione del Patrimonio che, a fine settembre 2023, si è attestato a 13,2 miliardi di euro a valori correnti di mercato contro i 12,5 miliardi di euro riportati nel Bilancio di previsione dello scorso anno, con impegni importanti a sostegno dell’economia reale, sia internazionale che domestica.
Tra i progetti che verranno proseguiti o avviati nel corso del 2024 si inseriscono quelli inseriti, nell’ambito del piano industriale 2020-2025, all’interno della priorità strategica dedicata all’Adeguatezza, Equità e Sostenibilità.
Proseguirà, infatti, all’interno degli Organi Collegiali, il confronto sul meccanismo di rivalutazione dei montanti contributivi individuali di cui all’art. 26.6 del RGP. L’aggiornamento del simulatore on line, che consente agli associati di stimare l’importo della pensione, e dei profili di reddito delle categorie, a fronte dei significativi cambiamenti nelle dinamiche reddituali, sono due delle linee operative del 2024. Verranno inoltre ripresi i lavori per un’Indagine congiunturale online su un campione di iscritti a Inarcassa, allo scopo di stimare in anticipo il reddito degli associati per le stime del Bilancio di previsione, considerando la notevole variabilità dei redditi categoriali accentuatasi negli ultimi anni a seguito di shock macroeconomici post-pandemici.
Dopo l’approvazione Ministeriale, a partire da gennaio 2024 entrerà in vigore il Regolamento Generale Assistenza (RGA) che prevede la possibilità di finanziare attività assistenziali con una dotazione annua che può raggiungere l’otto percento dei contributi integrativi dell’anno precedente. A settembre 2023 il Consiglio di amministrazione, in fase di prima attuazione, ha definito lo stanziamento per l’anno 2024 e la sua distribuzione tra le diverse tipologie di iniziative. L’introduzione di un Sistema di monitoraggio consentirà di verificare puntualmente gli andamenti del numero dei beneficiari e dei costi, aspetti fondamentali soprattutto in relazione al sussidio di non autosufficienza di nuova istituzione e, quindi, privo di dati pregressi a supporto delle stime. La finalità del sistema di monitoraggio è quella di migliorare le previsioni sul rischio assicurato e quindi le stime per gli anni futuri. Oramai da tempo Inarcassa ha pienamente integrato la sostenibilità e la tutela dell’ambiente nel suo modello gestionale, ritenendoli fattori necessari per generare valore nel lungo termine e per perseguire nel migliore dei modi la propria missione. Anche nel 2024, quindi, proseguirà il cammino verso la solidità patrimoniale e strutturale, con l’obiettivo di rappresentare e creare valore in un orizzonte temporale esteso.
In ambito finanziario, la lettera E contenuta nell’acronimo ESG individua l’ambiente. Sostenere questo valore vuol dire concentrarsi, nell’attività di investimento, sull’analisi e sulla valutazione dei rischi ambientali legati alle diverse iniziative. Aspetti, questi ultimi, che negli ultimi anni sono diventati sempre più rilevanti facendo di fatto assumere al mondo degli investimenti un ruolo cruciale legato alla capacità delle scelte finanziarie di influenzare in modo significativo il fattore ambientale.
L’attenzione e la sensibilità riservate a questi aspetti sono testimoniate anche dal riconoscimento, all’interno della Politica di sostenibilità di cui l’Associazione si è dotata, dell’importanza che il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite (SDGs) riveste per un futuro sostenibile.
Tra gli obiettivi mutuati dal piano di azione dell’Agenda 2030 figura l’importanza dell’energia pulita come strumento fondamentale per mitigare il cambiamento climatico. In questo senso vanno gli investimenti in progetti e aziende in grado di promuovere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, di essere responsabili nell’ambito della produzione e del consumo, adottando pratiche sostenibili e impiegando materiali riciclabili e biodegradabili, di lottare contro l’innalzamento delle temperature e promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici. Rientra in questo indirizzo anche la partecipazione di Inarcassa all’iniziativa Climate Action 100+9, un’importante alleanza globale di investitori che si impegna a influenzare le aziende affinché adottino strategie a basso impatto ambientale, volte a ridurre le emissioni di gas serra.
Non sfugge certamente l’importanza di questi aspetti per il benessere e il futuro non solo degli associati, ma dell’intera collettività.
Ciò che stupisce è che, a fronte della rilevanza del ruolo ormai unanimemente riconosciuto alle Casse di previdenza in un settore importante quale quello degli impieghi finanziari, alle stesse non venga più assicurato un quadro ordinamentale dai perimetri definiti e puntuali, strumento imprescindibile di governo per gli amministratori e garanzia di coerenza e di efficacia delle azioni.
Non era così agli inizi degli anni ‘90, che hanno segnato l’introduzione di una visione policentrica dell’ordinamento, fondata su un forte pluralismo sociale, istituzionale, politico ed economico. E così, anche nel settore previdenziale, al sistema pubblico è stato affiancato un sistema privato, chiamato ad autofinanziarsi attraverso l’obbligatorietà dell’iscrizione e della contribuzione, confermate all’epoca in ragione delle finalità istitutive. Un’alternativa di tipo mutualistico, fondata sull’indipendenza finanziaria e sulla ricerca di equilibri di lungo periodo, che ha avuto come contropartita il riconoscimento dell’autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa e contabile.
A distanza di trent’anni il contesto di riferimento è diventato sempre più complesso con una commistione normativa che non giova alla certezza e all’efficacia delle azioni. Le Casse sono chiamate ad investire risorse nel Paese ma, al tempo stesso, vengono penalizzate dal meccanismo di tassazione sui rendimenti, che nel 2021 ha assicurato all’erario 765 milioni di euro. Analogamente, sono assoggettate a normative destinate alla Pubblica Amministrazione senza tuttavia beneficiare delle leve di gestione ad essa riservate.
A ciò si aggiunge il fatto che le legittime richieste avanzate dall’Europa, di armonizzazione e comparabilità dei conti, si sono tradotte, a livello nazionale, nel progressivo assoggettamento a norme e procedure di evidenza pubblica, con una palese compressione delle garanzie riconosciute al momento della trasformazione.
Un quadro ordinamentale sempre più complesso e incerto che fa emergere la necessità di ristabilire l’identità delle Casse, nel segno della buona gestione e a tutela degli interessi degli associati. In questa direzione vanno le parole con le quali il Presidente chiude la propria relazione; “In tempi di crisi nascono paradossi.Siamo, a tutti gli effetti, soggetti di diritto privato sottoposti a vigilanza, le cui scelte non pesano sul Bilancio dello Stato. Gestiamo, senza aiuti, il welfare dei liberi professionisti e provvediamo, da soli, a garantire l’equilibrio patrimoniale e finanziario delle nostre attività. Valide ragioni per far sentire la nostra voce affinché, nel rispetto dei ruoli e dei risultati raggiunti, si torni a riaffermare quella capacità di autogoverno sancita dal legislatore”. ■
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