Il manifesto programmatico: idee e proposte per il nuovo Parlamento

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In vista delle elezioni politiche del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento, la Fondazione Inarcassa ha lanciato una nuova campagna di comunicazione istituzionale per rappresentare ai candidati e a tutte le forze politiche i temi di maggiore interesse della categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Nei mesi di agosto e settembre, prima sulle colonne de “Il Sole 24 Ore”, poi sul “Corriere della Sera”, la Fondazione Inarcassa ha pubblicato un manifesto programmatico con l’obiettivo di tracciare le grandi priorità del settore per i prossimi anni. Il documento individua sette punti programmatici di particolare interesse della categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti, tra cui equo compenso, superbonus e bonus edilizi, aggregazione professionale, revisione del codice dei contratti pubblici, valorizzazione della professione, definizione dei ruoli all’interno della pubblica amministrazione, declinazione del principio di sussidiarietà e CTU. 
Per ciascun tema sono state, quindi, formulate alcune proposte specifiche su cui la Fondazione Inarcassa ha ampiamente lavorato negli ultimi anni e ha portato all’attenzione del decisore pubblico in tutte le sedi istituzionali. L’obiettivo dell’iniziativa è duplice. Innanzitutto essa muove dalla consapevolezza che le politiche strategiche per il futuro del Paese debbano essere maggiormente condivise e partecipate con i principali stakeholder portatori di interessi legittimi. Fondazione Inarcassa, punto di riferimento di circa 180 mila architetti e ingegneri liberi professionisti iscritti Inarcassa, ha avuto, sin dalla sua costituzione, l’obiettivo di sottoporre all’attenzione del Parlamento, del Governo e degli uffici dei ministeri competenti per materia i nodi normativi più critici che ancora oggi resistono dopo tanti anni di annunci di semplificazione e sburocratizzazione delle procedure. In qualità, dunque, di soggetto portatore di interessi legittimi, la Fondazione ha sempre cercato il dialogo a tutti i livelli istituzionali per favorire una adeguata rappresentanza delle istanze più sentite dalla categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti.
Il principio di sussidiarietà va declinato nelle sue forme più ampie. Le responsabilità in capo ai liberi professionisti sono accresciute notevolmente per effetto di continui interventi giurisprudenziali e normativi che chiedono di certificare e attestare una serie di circostanze di cui la P.A. dovrebbe essere già a conoscenza. In questo senso, il principio di sussidiarietà non può prescindere da un maggiore coinvolgimento dei liberi professionisti da parte delle istituzioni quando si definiscono competenze e nuove responsabilità da assumere.
Del resto, le opere di architettura e ingegneria richiedono impegno e competenze esclusive che possono essere garantite solo da quei professionisti che possiedono specifici requisiti, capacità e mezzi per svolgere la libera professione a tempo pieno. Sotto questo punto di vista, occorre, e lo rivendichiamo da molto tempo, una normativa chiara sul doppio lavoro dei dipendenti pubblici dell’area tecnica che riservi loro le funzioni di programmazione e controllo delle opere e ai liberi professionisti, in via esclusiva, la progettazione, la direzione lavori e il collaudo delle opere.
A ben vedere, il manifesto programmatico ha un ulteriore scopo, ben più complesso rispetto a quello precedente, che non si limita, cioè, solo alla rappresentazione delle istanze di una parte del mondo delle professioni. Il manifesto programmatico promuove, infatti, una agenda per l’Italia di domani perché tocca i temi centrali su cui il Parlamento, già dalla prossima Legislatura, è chiamato a dare risposte adeguate e in tempi brevi. La Fondazione ha lanciato una serie di proposte il cui impatto positivo sarebbe evidente per tutto il sistema Paese. Del resto, la Fondazione Inarcassa, consapevole dello straordinario ruolo economico, sociale e sussidiario che hanno avuto le libere professioni nella crescita, materiale ed infrastrutturale, del Paese è fermamente convinta che la valorizzazione della libera professione sia funzionale al raggiungimento dei prossimi obiettivi, tra tutti il PNRR, la transizione blu&green e, conseguentemente, il rilancio economico oggi aggredito dall’inflazione e dall’aumento dei costi delle materie prime.
Gli obiettivi della nuova campagna di comunicazione istituzionale non nascondono, inoltre, l’esigenza di provare a dare una risposta concreta al modo, per certi versi inaspettato, che ha portato alla fine della XVIII Legislatura. Con essa, infatti, si sono interrotti importanti iter legislativi che interessano in modo significativo le liberi professioni. Si pensi all’equo compenso, il cui disegno di legge era ormai ad un passo dall’approvazione in via definitiva.
Le elezioni anticipate hanno riportato il provvedimento al nastro di partenza. Tutto il lavoro fatto in sede parlamentare, anche con il contributo delle associazioni e organizzazioni che rappresentano gli interessi legittimi dei professionisti dell’area tecnica, e non solo, non produrrà, purtroppo, i risultati sperati. A pagarne il prezzo più alto saranno quei professionisti che confidavano in una nuova e più efficace legge sull’equo compenso che, per quanto migliorabile, avesse il pregio di garantire più diritti in capo ai liberi professionisti ed invertire una tendenza che purtroppo, anche nel comparto pubblico, è diventata una vera e propria piaga istituzionale.
Se alle pubbliche amministrazioni è ancora oggi consentito di bandire gare per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria a titolo gratuito, talvolta avallate dai giudici amministrativi, allora vuol dire che una legge sull’equo compenso è quanto mai necessaria e attesa da tutto il mondo delle professioni. Purtroppo, come è noto, l’iter di approvazione della legge, sulla quale la Fondazione Inarcassa non ha mancato di far pervenire proposte e contributi partecipando ai due cicli di audizione in Commissione (alla Camera e al Senato) si è arenato a causa di un mancato accordo tra le forze politiche di maggioranza.
Ciò nonostante, la prossima legislatura vedrà la Fondazione Inarcassa ancora impegnata su questo fronte con una proposta chiara e precisa: occorre fissare una soglia al di sotto della quale il compenso non può ritenersi equo, e ciò deve valere in tutti i rapporti con la committenza, sia pubblica che privata.
L’equo compenso è certamente tra i temi più sentiti dai professionisti, ma non è il solo. La valorizzazione della libera professione dell’area tecnica passa senza dubbio anche da un percorso di riqualificazione dei consulenti tecnici di ufficio, risorse indispensabili per il buon funzionamento del sistema giudiziario.
Negli ultimi mesi, la Fondazione ha avanzato una serie di proposte in materia anche avviando una importante interlocuzione con il Ministero della Giustizia. A luglio scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare gli schemi di decreto legislativo di attuazione della legge delega di riforma del processo civile e dell’ufficio per il processo, approvata dal Parlamento il 26 novembre 2021. In attesa che il Parlamento concluda l’esame degli schemi di decreto legislativo, possiamo dirci soddisfatti parzialmente. Alcune nostre richieste sono state accolte. Ciò nonostante, il percorso di valorizzazione e riqualificazione è ancora molto lungo. Sarà fondamentale operare in direzione di una revisione della normativa sui compensi, assolutamente inadeguati perché sono ancora determinati sulla base del decreto del ministero della Giustizia del 30 maggio 2002.
Eppure, nonostante gli sforzi, una buona legge sull’equo compenso potrebbe non essere sufficiente a restituire la giusta dignità alle migliaia di professionisti italiani. Nel manifesto programmatico è sottolineato, infatti, un altro punto sul quale la Fondazione Inarcassa ha promosso un valido filone di ricerca grazie alla partnership con REF ricerche. A maggio scorso, è stata presentata una ricerca, condotta su dati ANAC, sul ruolo dei ribassi nelle gare riguardanti la progettazione di opere pubbliche. Un tema molto sentito dai liberi professionisti che operano nei rapporti con la pubblica amministrazione. Varianti in corso d’opera, sospensioni e ritardi sul progetto e l’opera finale, maggiori contenziosi tra le parti sono alcuni degli effetti più critici che si riscontrano nell’applicazione del massimo ribasso da parte delle stazioni appaltanti quale criterio di aggiudicazione delle gare per i servizi di architettura e ingegneria. 
È evidente che di fronte ad un simile scenario la risposta non può che essere quella di inserire all’interno delle gare d’appalto un tetto minimo di prezzo affinché la qualità del lavoro mantenga standard adeguati. Il tema dei contratti pubblici è sempre stato al centro dell’agenda di Fondazione Inarcassa. Nel corso dell’ultima Legislatura abbiamo avviato diverse interlocuzioni a tutti i livelli istituzionali volte a proporre opportune modifiche al codice dei contratti pubblici.
Già ad ottobre 2021, nel corso dell’audizione in Commissione lavori pubblici del Senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge delega in materia di contratti pubblici, avevamo sottolineato due punti principali. Innanzitutto, l’eliminazione dell’appalto integrato, un istituto che ha già dimostrato diverse criticità sotto l’aspetto legale, dell’incremento dei costi e dei termini realizzativi, e che limita, ancor più importante, l’indipendenza e la terzietà del progettista. In secondo luogo, la Fondazione Inarcassa ha sempre avuto una posizione contraria alla riduzione dei livelli di progettazione poiché pregiudica la qualità della stessa e compromette gli opportuni approfondimenti progettuali sia in termini di prestazioni sia in termini di tempo previsti.
Nonostante le forti obiezioni espresse dalle più rappresentative organizzazioni professionali, la legge delega, approvata solo pochi mesi fa, contempla sia l’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, sia la riduzione dei livelli di progettazione. Per tale ragione, la Fondazione Inarcassa, anche in considerazione dei lavori in corso della Commissione istituita con decreto del Presidente del Consiglio di Stato n. 236 del 4 luglio 2022 incaricata di redigere il “progetto del decreto legislativo recante la disciplina dei contratti pubblici”, continuerà, come anticipato nel manifesto programmatico, a proporre e segnalare al decisore pubblico ogni opportuna modifica al codice degli appalti pubblici.
Le politiche a tutela e a sostegno della libera professione devono misurarsi anche rispetto alla maggiore competitività e complessità del mercato dei servizi di ingegneria e architettura.
A luglio scorso, la Fondazione Inarcassa ha anche promosso una ricerca condotta dallo studio Andersen Tax and Legal sui profili normativi e fiscali nell’ambito delle aggregazioni tra professionisti. Quello dell’aggregazione professionale è un tema cruciale per rispondere, come anticipato, alla competitività, anche sul piano internazionale, dei mercati legati alla progettazione. Chiediamo che la prossima Legislatura si occupi di questo tema e favorisca l’aggregazione professionale e multidisciplinare dei liberi professionisti anche con incentivi fiscali, ad esempio estendendo i vantaggi del regime forfettario anche alle società tra professionisti.
Non potevano, infine, mancare nel manifesto programmatico le proposte in materia di bonus edilizi e superbonus. La Fondazione Inarcassa, come co-promotrice della Giornata nazionale della prevenzione sismica, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, ha costantemente formulato proposte correttive alla disciplina normativa che regola l’accesso ai bonus edilizi e al superbonus. Particolare attenzione è stata rivolta agli interventi di adeguamento e miglioramento simico degli edifici, coordinati, all’interno di un percorso di transizione ecologica, con le misure di efficientamento energetico. Come è noto, negli ultimi mesi il dibattito pubblico si è concentrato soprattutto sulla misura del superbonus, sia in riferimento alle scadenze temporali – con ipotesi di proroga – sia per quanto riguarda il nodo della cessione dei crediti.
Su quest’ultimo punto la Fondazione Inarcassa ha insistito a più riprese e in ogni sede istituzionale affinché fosse trovata una soluzione al tema della responsabilità in solido e del blocco dei crediti maturati nei cassetti fiscali di migliaia di liberi professionisti. Nel corso dei lavori in Senato di conversione in legge del decreto “Aiuti-bis” è stata accolta la nostra proposta in materia di responsabilità in solido nella cessione dei crediti di bonus e superbonus che si configura solo se il concorso nella violazione avviene con dolo o colpa grave.
La prossima Legislatura dovrà, però, impegnarsi a sbrogliare una matassa normativa che da maggio 2020, dall’introduzione del superbonus 110%, ha generato molta confusione tra tutti gli operatori della filiera dell’edilizia come emerso dalla survey lanciata nel mese di settembre dalla Fondazione sul tema specifico e che sarà il punto di partenza delle nostre prossime azioni. Un passo in avanti andrà fatto nella direzione di un testo unico normativo che definisca in modo chiaro le tipologie di intervento e gli ambiti oggettivi e soggettivi di applicazione. Infine, chiederemo al nuovo Parlamento un impegno più concreto sul fronte della sicurezza, della prevenzione sismica e della rigenerazione urbana.

 


In copertina: Parlamento Italiano. Presidenza della Repubblica Italiana ( Quirinale.it).

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