Welfare, una sfida e un’opportunità

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Foto di Zainab Aamir, www.pexels.com

Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti, legati ai fattori più diversi, come le dinamiche demografiche, l’evoluzione dei modelli familiari, le disuguaglianze di genere e territoriali nel mondo del lavoro e i mutamenti negli stili di vita delle nuove generazioni. Fattori che richiedono un ripensamento delle politiche di welfare per soddisfare una vasta gamma di esigenze che si stanno frammentando.
In questo contesto, ancora una volta, nessuno sembra voler ricordare che i liberi professionisti, anch’essi cittadini italiani, soffrono in misura uguale le difficoltà del Paese, per di più privi di tutele di base e che, quindi, in caso di bisogno, si attendono il diretto sostegno dello Stato al pari degli altri.
Da sempre cerchiamo di essere attenti alle nuove esigenze dei nostri iscritti. Una platea composta da giovani che stanno iniziando la loro carriera, professionisti con anni di esperienza alle spalle e pensionati. Si tratta dunque di un impegno costante, votato a sostenerli nei momenti difficili e ad offrire servizi innovativi per arricchire le opportunità professionali, mantenendo al tempo stesso il nostro primo dovere: garantire pensioni adeguate al termine dell’attività lavorativa.
L’attenzione agli aspetti economici e alla nostra sostenibilità finanziaria, tuttavia, non ci ha mai distolto dal valore morale dell’impegno assistenziale, che non significa ‘assistenzialismo’, bensì welfare. La tutela del futuro, infatti, passa anche attraverso il benessere degli architetti e ingegneri liberi professionisti e il nostro operato sarà valutato non solo attraverso i numeri, ma anche per come riusciremo a migliorare la qualità della vita dei colleghi.
Il nuovo Regolamento Generale Assistenza di Inarcassa, approvato di recente dai ministeri vigilanti e che sarà in vigore all’inizio del 2024, rappresenta una pietra miliare in questo senso: unifica in una disciplina comune i requisiti e le procedure che interessano i servizi assistenziali della Cassa, ne individua la fonte di finanziamento, con uno stanziamento annuo fino ad un massimo dell’8% del gettito dei contributi integrativi e prevede l’introduzione di un sussidio per la non autosufficienza.
Inarcassa è stata chiamata sin dalla sua fondazione a colmare le lacune nelle tutele della libera professione, ma non è lo Stato, né potrà mai sostituirlo. Rappresenta i suoi 176.000 iscritti, che con i loro versamenti ottemperano a quanto i vari governi che si sono succeduti non sono riusciti sinora a fare.
Negli ultimi anni, si è preferito effettuare tagli nei settori della sanità, dei servizi sociali e persino delle pensioni, colpendo soprattutto i più vulnerabili. Invece, un paese che mira a essere più equo dovrebbe fornire tutele affidabili, coordinando gli sforzi di una varietà di attori, anche privati. Penso ad una vera collaborazione tra l’amministrazione pubblica a livello centrale e locale, i fondi, le associazioni di categoria e, naturalmente, le Casse previdenziali come la nostra. Questa collaborazione dovrebbe essere mirata a ottimizzare l’utilizzo delle risorse e a ridurre le disuguaglianze nella protezione sociale, che purtroppo persistono tra dipendenti, autonomi e liberi professionisti, al fine di promuovere un welfare più giusto e solidale. Ma questo forse è il mondo dei sogni.
Ci auguriamo che il legislatore, consapevole del ruolo decisivo della nostra autonomia, voglia continuare a sostenere il nostro percorso di evoluzione. Un percorso che ci ha resi efficaci strumenti di welfare e che ha consentito di affrontare le complesse mutazioni del tessuto sociale dal dopoguerra in avanti. Queste trasformazioni costituiscono oggi la storia della Cassa, una storia che si estende per oltre mezzo secolo. Sessantacinque anni, sempre vissuti nel solco della lealtà, dell’onestà e della determinazione. Valori fondanti che non abbiamo mai smesso di perseguire in quest’epoca ambigua, senza mai dimenticare la nostra identità.

Twenty Nine Studio / Sammy Baloji, Aequare: the Future that Never Was. 18.
Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia,The laboratory of the Future. Foto di Andrea Avezzù

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