Uniti per affrontare i tanti problemi degli architetti e ingegneri

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Dalla legge Merloni del 1994 al Codice Contratti di oggi sono evidenti gli effetti negativi per i progettisti ed emerge l’urgente priorità di dare nuova linfa alle nostre professioni, per garantire la sopravvivenza degli studi e, con essi, dell’architettura italiana. Così, sulla scia delle norme di legge sull’equo compenso, è urgente che anche per le nostre categorie siano emanate norme deontologiche che proibiscano non soltanto le prestazioni gratuite, non solo i ribassi anomali, ma anche gli sconti rispetto all’equo compenso stesso. Le professioni devono tendere a imporre regole di comportamento, per gli incarichi pubblici e privati, che favoriscano i passaggi indispensabili per fornire qualità, valore sociale e tutela al lavoro professionale. Il sistema delle professioni deve chiedere anche leggi che obblighino i RUP ad applicare inderogabilmente l’Equo compenso nel determinare gli onorari dei bandi di gara; che fissino parametri oltre i quali le offerte devono ritenersi “anomale” (così come avviene per le offerte d’opere) e per impedire che da esse derivino affidamenti; che escludano le aggiudicazioni mediante gare telematiche di prestazioni complesse, che spersonalizzano il rapporto professionale. Il sistema delle professioni d’architetto e d’ingegnere è fondato sulla prestazione di attività riservate di grande rilevanza sociale e deve riuscire a essere il garante di due esigenze fondamentali:

  •  l’interesse pubblico e privato d’ottenere la qualità delle trasformazioni del territorio e dell’ambiente, attraverso la salvaguardia del ruolo creativo, tecnico e culturale, ma anche economico, dei liberi professionisti e delle loro strutture di produzione;
  • l’interesse dell’utente pubblico e privato, a ricevere prestazioni con forme e contenuti adeguati all’importanza degli interventi, a costi giusti e nei limiti del possibile, definiti nella sede dell’affidamento dell’incarico.

Sono questi alcuni dei problemi dei quali soffrono architetti e ingegneri, e alcuni degli indispensabili corrispondenti provvedimenti, a loro volta fondamentali per arrestare un degrado della professione che ha effetti sul Paese, nonché per riavviare un processo di diffusione nel territorio di nuova bellezza ed efficienza, che apporterà un miglioramento diffuso della qualità della vita. ALA propone questa sollecitazione poiché ritiene che i tempi siano maturi per avviare il concorso d’azione di tutte le rappresentanze di categoria (associazioni nazionali, Cassa e Consigli nazionali) dato che la riforma delle professioni, ormai passata sopra le nostre teste nel 2012, per lungo tempo lo ha impedito. Quindi è possibile passare oltre e agire assieme per salvaguardare le nostre professioni. 
 

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