Transizione energetica

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Se ne sente tanto parlare in questi ultimi mesi, ma in molti, spesso non sanno cosa realmente voglia significare. Il tema è importante e soprattutto rappresenta il nostro futuro più prossimo.
Ma per cominciare, iniziamo con lo spiegare cos’è.
Si parla di un passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili.
In questi ultimi anni si è ritenuto necessario un urgente cambio di direzione per rendere effettiva una nuova transizione energetica, diversa da quelle del passato ma allo stesso tempo incisiva.
Occorre realizzarlo per il bene dell’ambiente e dell’economia mondiale. Per farlo è necessario attivarsi con un processo, che già in parte è iniziato, e intervenire su più fronti, tra questi: la decarbonizzazione, la mobilità sostenibile, il miglioramento della qualità dell’aria, il contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico, la tutela e lo sviluppo del mare, la tutela delle infrastrutture e delle risorse idriche, la promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile.
 
Al Wasl Plaza. Expo 2020 Dubai. Foto di Franco Fietta Al Wasl Plaza. Expo 2020 Dubai. Foto di Franco Fietta
 
Per compiere tutto questo è importante evidenziare come, ai fini di realizzare la transizione ecologica, sia fondamentale investire quante più risorse nella ricerca scientifica per rafforzare le sinergie fra attori e finanziamenti pubblici già disponibili, creando interconnessioni stabili tra il mondo di ricerca, università, start-up e imprese. Facendo così sarà più facile e lineare il trasferimento tecnologico che riduce gli impatti ambientali del sistema produttivo.
 
Dubai, United Arab Emirates - October 13, 2021: Hungary pavilion at the Expo 2020 Dubai UAE Padiglione Ungheria. Expo 2020 Dubai
 
Proprio in questi giorni si è parlato tanto di transizione energetica, grazie alla conferenza delle Nazioni Unite, la Cop26, che ha diviso la comunità scientifica. Comprensibile visto che la crisi ambientale è la più importante sfida dei nostri tempi, quella in cui si decide parte del futuro dell’umanità. Sembra sconnesso da quanto più ci interessa, ma così non è perché in Italia c’è la stessa esigenza che c’è nel resto del mondo. Un’esigenza ambientale, senza ombra di dubbio, ma anche economica ed infrastrutturale.
L’Europa ci ha chiesto di fare al più presto interventi, con il PNRR, che si attengano a ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’. Nelle Missioni vengono ricompresi tre dei programmi flagship del Next Generation EU identificati dalla Commissione Europea nella Strategia Annuale di Crescita Sostenibile 2021 e ribadite nelle Linee Guida per i Piani di Ripresa e Resilienza:
Power up (rinnovabili e produzione e trasporto di idrogeno verde),
Renovate (efficienza energetica degli edifici), Recharge and Refuel (sviluppo della mobilità sostenibile tramite reti di distribuzione di elettricità e idrogeno).
In linea con il Green Deal europeo, il documento indica gli obiettivi di ridurre le emissioni inquinanti, aumentare i posti di lavoro nell’economia verde, migliorare l’efficienza energetica degli immobili ed innescare e sostenere i processi industriali della transizione verde. In Italia già da anni si sono adottate misure relative la transizione energetica, penso al sismabonus, al bonus facciate, al superbonus 110%, all’ecobonus. Tutti strumenti che oltre a innescare un processo economico attraverso i risparmi delle famiglie e i guadagni delle aziende, permettono un grande risparmio energetico grazie ai minori consumi di emissioni. Siamo a buon punto in Italia, ma occorre velocizzare e concretizzare.
Ciò perché con queste misure riusciamo a completare un altro punto focale per il nostro Paese e le sue periferie, vale a dire la riqualificazione di intere aree urbane, valorizzando ancora di più il patrimonio edilizio italiano, se non fosse per il vero tallone d’Achille italiano: la burocrazia.
I lacci e lacciuoli burocratici impediscono spesso e volentieri la realizzazione in tempi brevi di interventi necessari alla transizione energetica, dal punto di vista per lo più edilizio e infrastrutturale. Perciò occorre continuare sulla via della semplificazione delle procedure intraprese negli ultimi anni. La parola d’ordine deve essere sburocratizzazione. Avvaliamoci quindi di ciò che abbiamo ma usiamolo con intelligenza, l’Europa ci ha dato le risorse per poterlo fare, ma allo stesso tempo ci ha dato delle scadenze precise e noi non dobbiamo fallire in questa impresa. Lo dobbiamo ai nostri giovani e alle future generazioni.

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