Rapporto con gli Enti al tempo del Covid-19
Per la nostra attività è consuetudine frequentare gli Uffici Pubblici, Comuni, Provincia, Genio Civile, Asl, per le necessità inerenti all’attività professionale e, prima del diffondersi della pandemia, quelle erano occasioni in cui capitava spesso di scambiare opinioni tra colleghi e confrontarsi sulle tematiche di ordine tecnico-normativo e, in generale, sulla professione. Perché, come capita spesso, si può apprendere qualcosa di nuovo, così come sappiamo che l’interpretazione delle varie normative è diversa da regione a regione, da provincia a provincia, da comune a comune e, talvolta, anche da funzionario a funzionario.
Oggi, la tragica situazione che stiamo vivendo impedisce quasi completamente l’accesso ai pubblici uffici, e quello che pesa, a volte, è la difficoltà di avere risposte immediate, a causa dell’adozione di procedure assistite a distanza, che rallentano la fornitura dei servizi. Una penalizzazione, questa, che pur se necessaria e comprensibile, aggrava ulteriormente la fase di crisi, già pesante nei settori che coinvolgono i liberi professionisti. Numerosi, ad esempio, gli episodi in cui le pratiche presentate sono evase ben oltre i termini previsti.
Naturalmente, siamo consapevoli della necessità di adottare disposizioni adeguate per la salvaguardia della sicurezza del personale degli uffici pubblici e dei cittadini, anche attraverso lo smart working. D’altra parte, si deve riconoscere che, pur non avendo trovato del tutto impreparata la Pubblica Amministrazione ad applicarlo, questa grave calamità ha reso evidente e auspicabile una urgente e adeguata implementazione di rinnovamento delle infrastrutture tecnologiche a supporto dei servizi pubblici, poiché rivestono un ruolo determinante per la continuità e lo sviluppo delle attività economiche.
Un provvedimento significativo, tra le misure di rilancio introdotte dal Governo che fanno riferimento agli incentivi fiscali in ambito impiantistico – edilizio, è certamente il Superbonus 110%; un’opportunità che, favorendo l’adeguamento sismico ed energetico degli edifici esistenti, incide fortemente sulla ripresa di quei settori già penalizzati dalla decennale crisi economica preesistente alla pandemia. Si tratta di un esempio operativo, in cui il punto di partenza sono le pratiche edilizie, per le quali, appunto, ci si deve confrontare con la Pubblica Amministrazione, che rappresenta l’elemento di relazione, a cui le parti interessate devono fare riferimento. A partire dalla conformità edilizia dei fabbricati oggetto di intervento, la prima figura che interviene come incaricato del Committente è proprio il Professionista, il quale si interfaccia in prima battuta con il Comune, per verificare la conformità, che deve poi asseverare, rispondendone civilmente e penalmente. È chiaro che per questo tipo di pratiche sia indispensabile rendere agevole l’attività di verifica, se non vogliamo ostacolare la spinta del Superbonus. Infatti, nel caso delle pratiche edilizie ancora in formato cartaceo, che sono la maggior parte, si incontrano difficoltà nella ricerca e accesso all’archivio per la consultazione in presenza; ma la condizione non migliora anche per gli archivi già digitalizzati, perché possono essere necessari tempi lunghi per l’evasione della richiesta. Analoga complicazione di accesso alle procedure si avverte nella fase di progettazione, in relazione al reperimento di informazioni e altri aspetti, per i quali occorre riferirsi a interpretazioni delle norme tecniche e lettura corretta degli strumenti urbanistici, a causa della difficoltà di interlocuzione a distanza con i tecnici degli Uffici. Senza considerare le complessità correlate a pratiche edilizie risalenti nel tempo, e il riferimento ai passaggi di proprietà che interessano altri Uffici con l’apertura delle relative procedure. Così come l’eventuale necessità di apertura di una pratica di sanatoria edilizia può incrementare ulteriormente gli impedimenti, certamente evitabili con la trattazione negli Uffici in presenza.
Non tutto quindi si può fare on line o telefonicamente (sempre che l’interlocutore risponda); ma, spesso, l’accesso in presenza è assolutamente necessario.
Naturalmente, sono auspicabili i servizi forniti da remoto e non c’è nulla in contrario al “lavoro agile” dei dipendenti pubblici. Sicuramente è vantaggioso poter richiedere e ottenere telematicamente un certificato anagrafico o di destinazione urbanistica, però per altri servizi, come abbiamo detto, sono necessarie risposte diverse e soprattutto la presenza, seppur regolata da tutte le salvaguardie che il periodo impone.
Dobbiamo infatti tener conto che altri Enti, Istituzioni e Uffici aperti al pubblico, tra cui Banche e Uffici Postali, dove non mancano certo i rischi di un rapporto con gli utenti, continuano a svolgere la loro attività in presenza. La pandemia ha colpito tutti dal punto di vista sanitario ma non tutti dal punto di vista economico. Noi professionisti, come è noto, siamo tra quelli colpiti anche economicamente, così per questo tipo di servizi non è un sussidio in più che chiediamo, ma solo una maggiore disponibilità.
Sicuramente il problema non è di facile risoluzione, il “decreto semplificazioni” ha introdotto alcune modifiche e chiarimenti ma le difficoltà si sono aggravate, in quanto la pandemia, come denunciano molte nostre associazioni e categorie professionali, ha fatto emergere tutte le criticità esistenti. Servono quindi interventi incisivi, sia per quanto riguarda normative e burocrazia, sia per quanto riguarda i servizi forniti dalle P.A., con una diversa organizzazione del lavoro interno e una migliore digitalizzazione (non a caso, infatti, su questo fronte siamo trentaquattresimi in Europa, come risulta da una recente statistica). Provvedimenti necessari per rimarcare con forza le difficoltà che, come professionisti stiamo affrontando, se non vogliamo correre il rischio di ritrovarci a breve tra le prossime categorie “sacrificabili”. ■
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