PNRR, programma di portata e ambizioni inedite

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FINALITÀ E CONTENUTI
È un fatto ormai acclarato che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), insieme al provvedimento di sospensione del Patto di Stabilità, adottato come misura congiunturale, sia uno strumento essenziale per sostenere l’economia del nostro Paese, quando la pandemia dal punto di vista sociosanitario, il rincaro delle materie prime e il conseguente innesco della crisi energetica ad essa sovrapposta hanno causato la maggiore crisi economica del continente dal dopoguerra. Ma, per inquadrare compiutamente il tema degli interventi contenuti nel Piano, programma italiano di aiuti introdotti per contrastarla e superarla, è necessario riferirsi dapprima all’iniziativa del Consiglio dell’Unione Europea (UE) che il 21 luglio 2020 ha formulato una risposta coordinata a livello costitutivo con il lancio del programma Next Generation EU (NGEU).
L’iniziativa ha preso il via in un momento storico indubbiamente caratterizzato da una forte consapevolezza delle problematiche ambientali, dovute all’incremento delle emissioni in atmosfera di gas a effetto serra e al conseguente impegno nel promuovere le ragioni della sostenibilità ambientale. Di qui, la necessità di imprimere una svolta incisiva verso la transizione energetica e la marcata attenzione ai bisogni sociali: tematiche ambiziose che richiedono un’ampia disponibilità di risorse economiche per farvi fronte.
L’obiettivo è stata l’individuazione del rimedio più efficace per sostenere la ripartenza dell’economia nel Continente e superare la crisi emergenziale che si era materializzata. Lo strumento più efficiente è stato individuato nel programma che, secondo le previsioni, segna un cambiamento epocale della UE, per la quantità di risorse introdotte, al fine di rilanciare la crescita, gli investimenti e le riforme, per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
Il dispositivo proposto si è concretizzato nel Recovery Fund, il Fondo di Ripresa con una ripartizione delle risorse finanziarie partecipata dai Paesi dell’Unione, costituito dai titoli di Stato europei, per uno stanziamento complessivo pari a 750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 mld, destinata a sovvenzioni per gli Stati, a fondo perduto. Le risorse, reperite attraverso l’emissione di titoli obbligazionari dell’UE, facendo leva sull’innalzamento del tetto delle Risorse Proprie, vengono impiegate da ciascun Paese UE per il finanziamento di progetti previsti nel proprio Recovery Plan, in Italia denominato appunto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.


I PUNTI CARDINE DEL PNRR
Superata la complessa fase di composizione ed esame del Piano, caratterizzata da intensi confronti politici, sono tre gli assi strategici condivisi dall’Unione Europea (UE) intorno ai quali si sviluppa l’impegno per il rilancio del Paese: Digitalizzazione e Innovazione di processi, prodotti e servizi, Transizione ecologica e Inclusione sociale. Il 30 aprile 2021 hanno avuto inizio i passaggi parlamentari fra Italia e UE: alla trasmissione del documento programmatico da parte del Governo alla Commissione Europea il 22 giugno 2021 e subito dopo al Parlamento italiano, è seguito da parte della Commissione l’invio della proposta di valutazione del Piano, globalmente positiva, al Consiglio dell’Unione Europea. La procedura di approvazione si è conclusa con la Decisione di esecuzione del Consiglio, che ha approvato in via definitiva il PNRR il 13 luglio 2021.
L’approvazione del Piano comporta due condizioni correlate all’utilizzo dei fondi e al periodo di tempo a disposizione per la modalità di attuazione del provvedimento. Anzitutto, è stabilito un obbligo riferito alla tipologia e alla modalità di attuazione degli interventi, in particolare si richiede che le risorse in esso contenute debbano essere investite da ciascuno Stato membro dell’Unione in un sistema di Interventi che comprenda sia Investimenti che Riforme. In secondo luogo, per quanto riguarda la fase di esecuzione degli interventi e/attuazione delle riforme previste nel Piano, la norma stabilisce un arco temporale entro cui realizzare gli investimenti e approvare le riforme, che deve essere compreso fra il 13 luglio 2021 e 30 giugno il 2026.


L’ATTUAZIONE DEL PIANO: STRATEGIA E RISORSE
Il PNRR è declinato negli interventi che coinvolgono diversi ambiti operativi e funzioni del sistema-paese, dalle Infrastrutture all’Ambiente, dall’Industriale ai Servizi, dalla Pubblica Amministrazione all’Istruzione, alla Sanità, ecc, settori oggetto di attenzione, sui quali accentrare i necessari interventi, sulla base di un programma di investimenti e riforme, che individua e stabilisce i mezzi, i compiti e i tempi per conseguire a determinate scadenze i risultati prefissati e concordati con l’Unione Europea.
Un approccio non solo economico, dunque, ma dalle rilevanti ripercussioni sociali, amministrative e ambientali, improntate alla sostenibilità e al contrasto dei cambiamenti climatici. Strutturato in 6 Missioni e 16 Componenti, 63 Riforme, 134 Investimenti, riguardanti 43 Ambiti in cui intervenire, il Piano è definito dal Governo in piena coerenza con i 6 pilastri del NGEU: - Transizione verde - Trasformazione digitale - Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Coesione sociale e territoriale - Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale - Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani. Per ciascuna riforma da adottare e investimento da realizzare, prevede precisi Milestone - Traguardi e Target - Obiettivi, da conseguire in tempi certi, che costituiscono la condizione necessaria per ottenere l’erogazione delle risorse stanziate per il singolo intervento, nell’ambito del finanziamento messo a disposizione per la relativa Missione o Componente a cui si riferisce l’intervento stesso.
All’interno dello stanziamento complessivo reso disponibile dal Recovery Fund per i finanziamenti da erogare agli Stati membri, il Recovery Plan italiano è stato approvato con una disponibilità che garantisce risorse pari a 191,5 miliardi di euro, di questi, solo 68,9 mld sono erogati a titolo di sovvenzioni, vale a dire a fondo perduto, mentre i rimanenti 122,6 mld, corrispondono alla somma che l’Italia intende utilizzare completamente per la propria capacità di finanziamento sottoforma di prestiti. Una dotazione finanziaria di tutto rispetto, l’Italia è il primo Paese beneficiario, per la quantità di fondi a disposizione in valore assoluto, essendo ad esso assegnata la componente più rilevante del programma.
Il programma di attuazione degli interventi individuati nel PNRR prevede inoltre l’adozione di una strategia di sviluppo più ampia, che si avvale di un sistema integrato di fonti di finanziamento: - le risorse NGEU; - i finanziamenti della politica di coesione europea per il periodo 2021-27; - risorse ordinarie del bilancio dello Stato; - apposite risorse aggiuntive specificamente dedicate a finanziare interventi complementari al PNRR. Per queste ultime l’Italia ha deciso di costituire un apposito Fondo di bilancio, il Fondo Nazionale Complementare con una dotazione di 30,6 miliardi di euro, come finanziamento da restituire, per integrare il plafond di risorse disponibili, destinato a finanziare specifiche azioni integrative e di completamento per seguire le priorità e gli obiettivi del PNRR. Il 40% degli investimenti del PNRR è destinato al Mezzogiorno d’Italia.
Dopo l’approvazione del Piano da parte del Consiglio UE, è stato erogato all’Italia il Pre-finanziamento pari a 24,9 Mld di euro, previsto per i singoli Stati in avvio di programma.

Programmi di investimento per conseguire i risultati prefissati

MISSIONI E COMPONENTI
Il Piano si articola in 6 Missioni, ovvero aree tematiche principali su cui intervenire, individuate in piena coerenza con i 6 pilastri del Next Generation EU. Le Missioni si articolano in Componenti, aree di intervento che affrontano sfide specifiche, composte a loro volta da Investimenti e Riforme.

    Verifica del raggiungimento del traguardo e valutazione
    dell’obiettivo

RIFORME E INVESTIMENTI
Per incrementare equità, efficienza e competitività del sistema paese, le linee di investimento del PNRR devono essere fondate su una base strategica di riforme, volta a migliorare regole e ordinamenti, che il Governo si impegna a realizzare. A questo fine, il Piano ne delinea tre tipologie: riforme orizzontali o di contesto - innovazioni strutturali dell’ordinamento, di interesse trasversale a tutte le Missioni del Piano; abilitanti - interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano, rimuovere ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali, che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi; settoriali, interne alle singole Missioni - innovazioni normative di specifici ambiti di intervento o attività economiche, per introdurre procedure più efficienti nei diversi settori. Infine, le riforme di accompagnamento per realizzare obiettivi generali, di natura fiscale o sociale.


IL RAGGIUNGIMENTO DEL TRAGUARDO E LA VALUTAZIONE DELL’OBIETTIVO
La verifica che attiene al raggiungimento del Traguardo e alla valutazione dell’Obiettivo, fissati per la valutazione degli interventi, è un passaggio consequenziale alle fasi di ideazione o progettazione e successiva realizzazione sia negli step intermekdi, sia al raggiungimento del traguardo finale. La procedura prevede la successiva trasmissione della documentazione che ne attesti il riscontro positivo, per richiedere alla UE l’erogazione delle tranche del finanziamento in corso d’opera o il saldo al loro completamento. Semplificando, il procedimento si può equiparare a un atto tecnico- amministrativo in tutto simile all’emissione degli Stati d’Avanzamento nell’ambito della realizzazione dei Lavori e dello Stato Finale a completamento di un determinato intervento edilizio, industriale o infrastrutturale. Diverso è l’approccio per gli interventi “non misurabili” in senso stretto, per la valutazione di qualità ed efficacia e il raggiungimento dei traguardi di una Riforma. Un esempio è rappresentato dall’investimento su Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali, nella Missione 2, che prevede l’ideazione e realizzazione di contenuti digitali (podcast, lezioni video per le scuole, video e articoli) e materiale educativo per la sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e i cambiamenti climatici. Per questa tipologia di interventi, come nel caso delle Riforme, previste nel Piano, il Governo ha identificato i criteri sia per l’assegnazione e la valutazione dei progetti attraverso la verifica di milestone, il Traguardo, ad es. l’adozione di una norma, nelle fasi rilevanti e al termine del programma, sia per la verifica del target, l’Obiettivo, ovvero i risultati attesi dagli interventi, quantificati e valutati in base a indicatori misurabili e valutati alla fine di ogni trimestre fino al termine del programma. 
Queste due misure sono di fondamentale importanza, in quanto il cronoprogramma del PNRR prevede la verifica del raggiungimento del Traguardo e valutazione dell’Obiettivo alla fine di ogni trimestre fino al 2026, termine di operatività del Piano; mentre la verifica delle scadenze da parte della UE, per dare seguito alla erogazione dei fondi ai singoli Stati, ha una cadenza semestrale. 


LE PRINCIPALI AREE TEMATICHE DEGLI INTERVENTI

MISSIONE 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
Dotazione 40,29 mld di euro

Il primo mandato è chiaro e preciso: dare un impulso decisivo a competitività e produttività nel Paese, facendo leva su elementi chiave del nostro sistema economico: connettere cittadini, imprese e PA; valorizzare il patrimonio culturale e turistico del Paese. L’impegno per la digitalizzazione e l’innovazione è il salto di qualità basilare in una sinergia che riguarda trasversalmente tutte le Missioni. La prima, infatti, richiede il continuo aggiornamento tecnologico dei processi produttivi, con interventi a cascata che incidono su: infrastrutture, da quelle energetiche a quelle dei trasporti (M2 e 3); scuola in relazione a programmi, competenze, funzioni amministrative (M4); sanità riguardo a infrastrutture ospedaliere, dispositivi medici, competenze, qualità del servizio (M5 e 6). L’attuale limitata diffusione di competenze digitali e la scarsa adozione di tecnologie avanzate, giustificano la 25ma posizione dell’Italia nel ranking europeo.
Gli scarsi investimenti in digitalizzazione e innovazione, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese, prevalenti nel nostro tessuto produttivo, sono fattori che limitano la crescita di produttività che, al contrario di quella europea, ha subìto un calo negli ultimi 20 anni. Gli interventi previsti assicurano un adeguato progresso qualitativo nel percorso di innovazione del Paese, che riguarda anche cultura e turismo, punti di forza della nostra economia e appare necessaria: nonostante abbia il maggior numero di siti Unesco, l’Italia non conquista il primo posto per numero di visitatori.
Tre le Componenti progettuali con cui si intende ridurre i divari strutturali evidenziati, sviluppate in una strategia di ordinamento che produca un effetto su investimenti privati e attrattività del Paese.

M1 Componente 1 - Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA 
12 Investimenti - 6 Riforme
Dotazione 9,72 mld di euro

Trasformare e rendere la PA la migliore "alleata" di cittadini e imprese è l'obiettivo che guida la strategia della C1, per offrire servizi sempre più efficienti e facilmente accessibili. L’attenzione è volta, da un lato, all’“infrastruttura digitale”, efficientando l’operatività tra enti pubblici, e rafforzando le difese di cybersecurity, dall’altro lato, a estendere e migliorare l’uso degli strumenti digitali attraverso una specifica forma di Facilitazione Digitale, trasversale con altre Missioni (la Missione 4 in particolare) e, per le Amministrazioni centrali, adeguare i processi prioritari di accesso agli standard condivisi dagli Stati Membri della UE. Con l’acquisizione delle competenze digitali da parte del personale della PA e la riduzione della burocrazia nel sistema economico-sociale si converge ai medesimi obiettivi di produttività, competitività ed equità.

M1 Componente 2 - Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo
6 Investimenti - 1 Riforma
Dotazione 23,89 mld di euro

Analogo l’intervento della Missione rivolto al sistema produttivo, l’obiettivo della C2 promuove sia digitalizzazione e innovazione come incentivo degli investimenti in tecnologia (Transizione 4.0), sia attività di ricerca e sviluppo. Previsto l’avvio della riforma del sistema di proprietà industriale e nuove misure per la trasformazione delle piccole e medie imprese con processi di internazionalizzazione e la competitività nelle filiere industriali innovative e strategiche. Interventi mirati a supporto dei settori ad alto contenuto tecnologico con iniziative europee (ad es. tecnologie satellitari); include investimenti per garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda larga e consentire alle imprese di realizzare l’obiettivo gigabit.

M1 Componente 3 - Turismo e Cultura
12 Investimenti - 2 Riforme
Dotazione 6,68 mld di euro

L’obiettivo di rilancio dei settori economici Cultura e Turismo, che hanno un peso di circa il 12% del PIL, si concretizza nella C3 in due linee di azione in chiave 4.0: la prima comprende interventi di valorizzazione dei centri storici e culturali per una migliore capacità attrattiva, sicurezza e accessibilità dei luoghi; la seconda linea riguarda la rigenerazione urbana delle periferie per valorizzarne l’identità e rafforzare il tessuto sociale del territorio. Sono oggetto degli investimenti anche le strutture turistico-ricettive, al fine di migliorarne gli standard di offerta e aumentarne l’attrattività complessiva. Gli interventi di riqualificazione sono improntati a sostenibilità ambientale e trasformazione digitale, facendo leva sull’impiego delle nuove tecnologie.

MISSIONE 2:Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica
Dotazione 59,46 mld di euro

Avallato scientificamente, l’inequivocabile cambiamento climatico in corso, imputabile soprattutto ai fattori inquinanti prodotti nell’ecosistema da una antropizzazione incontrollata, provoca rilevanti trasformazioni ambientali, ormai ben note: ad es. la produzione di energia elettrica rappresenta il 22% delle emissioni di CO2 eq. Altrettanto inequivocabile si rivela la necessità di interventi rapidi e incisivi, che impongano l’adozione di provvedimenti efficaci che, nel breve periodo, ne riducano gli effetti e, soprattutto, ne scongiurino il peggioramento. L’allerta è scattato non appena il fenomeno ha generato i primi impatti ambientali con ricadute economiche, ed è facile constatare come i provvedimenti siano stati assunti quando è stato garantito il sostegno finanziario comune per i rimedi da adottare. La transizione ecologica verso la neutralità climatica al traguardo di uno sviluppo sostenibile per l’ambiente, inducendo anzitutto un moto circolare nell’economia e implementando il ricorso alle risorse rinnovabili in ambito energetico, trova nel PNRR lo strumento che mette a terra le modalità e le risorse per contrastare i fenomeni ambientali avversi.
È un’opportunità per la protezione di un patrimonio unico, particolarmente esposto a rischi climatici per la morfologia e la sua configurazione geografica, ma anche per il controverso uso del territorio, che tuttavia è ricco di risorse naturali e rinnovabili da mettere a frutto.
Quattro le Componenti progettuali comprese nella M2, le cui misure rientrano negli obiettivi del Piano Nazionale degli Interventi per Energia e Clima (PNIEC) e tra i target ambientali europei e nazionali (es. Green Deal europeo).

M2 Componente 1 - Agricoltura sostenibile ed economia circolare
8 Investimenti - 3 Riforme
Dotazione 5,27 mld di euro

Con l’obiettivo di raggiungere la completa sostenibilità ambientale la C1 dispone un duplice percorso: - ottimizzare la gestione dei rifiuti e l’economia circolare, con maggiori infrastrutture per la raccolta differenziata e lo sviluppo degli impianti di trattamento, riducendo il divario Nord-Centro Sud (oltre 1,3 mln di ton. trattate fuori regione di origine) e attuare progetti flagship innovativi con riciclo settoriale; - sviluppare una filiera agricola sostenibile per ridurne l’impatto ambientale.

M2 Componente 2 - Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile
19 Investimenti - 5 Riforme
Dotazione 23,78 mld di euro

24 gli interventi alla base dell’obiettivo posto nella C2, per raggiungere la progressiva decarbonizzazione di tutti i settori industriali. Previsto l’incremento delle rinnovabili con soluzioni decentrate e utility scale (incluse le innovative e offshore), reti più smart e resilienti per spostare e sincronizzare le risorse rinnovabili, mobilità sostenibile, inclusa l’adozione di soluzioni basate sull’idrogeno in linea con EU Hydrogen strategy. Per le filiere produttive l’obiettivo previsto si concretizza nello sviluppo di supply chain che acquisisca una leadership internazionale per ridurre la dipendenza da importazioni di tecnologie nelle aree energy innovative.


M2 Componente 3 - Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
4 Investimenti - 1 Riforma
Dotazione 15,36 mld di euro

L’obiettivo della C3 riguarda un aspetto peculiare dell’Italia, la vetustà degli edifici: oltre il 60% supera i 45 anni ed è indistinta, siano essi pubblici o privati; un fattore che richiede interventi di efficientamento energetico, peraltro già avviati attraverso il Superbonus 110%, che però ha interessato soltanto gli immobili privati.

M2 Componente 4 - Tutela del territorio e della risorsa idrica
12 Investimenti - 4 Riforme
Dotazione 15,05 mld di euro

Sono al centro dell’attualità, la sicurezza del territorio e la disponibilità e uso della risorsa idrica coprono l’intera area di interesse della C4. Gli obiettivi in questo ambito sono molteplici e si sovrappongono nel panorama delle problematiche e dei rimedi: - mitigazione del rischio idrogeologico, prevenzione e ripristino; - salvaguardia di aree verdi e biodiversità, riforestazione e cura dei parchi; - disponibilità risorse idriche e trattamento acque reflue e ambiente inquinato - infrastrutture idriche primarie, sistemi irrigui, fognature, depurazione. Si tratta di criticità note e affrontate, ma non risolte, affidate al PNRR.

MISSIONE 3: Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile
Dotazione 25,40 mld di euro

Quello delle infrastrutture è un sistema che richiede un rinnovamento, che risponda alla sfida della decarbonizzazione posta dalla UE nelle strategie dell’European Green Deal, in particolare “per la mobilità intelligente e sostenibile” e rivolta agli obiettivi della agenda 2030 delle Nazioni Unite. Gli investimenti, in linea con il PNIEC, riservano un “rilievo prioritario alle politiche di contenimento del fabbisogno di mobilità e all’accrescimento della mobilità collettiva, in particolare su rotaia e lo spostamento dalla gomma al ferro del trasporto merci”; richiede inoltre di integrare le cosiddette misure “improve” (efficienza ed emissioni dei veicoli) con gli strumenti che riducono il fabbisogno di mobilità (“avoid”) per l’efficienza dello spostamento (“shift”). Oltre a superare i forti divari territoriali nella qualità dei servizi di trasporto, come indicano le raccomandazioni specifiche per Paese 2020 e 2019, “investire nel trasporto e nelle infrastrutture sostenibili è anche un modo per affrontare le sfide ambientali… per conseguire gli ambiziosi obiettivi in materia di energia e clima fissati dalla UE per il 2030”.
Si calcola che il 90% delle persone in Italia si sposta con i mezzi su strada (860 mld di persone/km all’anno) e solo il 6% sulle ferrovie (in Europa sono il 7,9%), con i noti effetti dovuti alle emissioni climalteranti il cui contributo, ad es. rispetto ai gas serra in atmosfera, è pari al 23,3% (fonte: Annuario ISPRA 2020).
Due le Componenti progettuali in cui è articolata la Missione.

M3 Componente 1 - Investimenti sulla rete ferroviaria 
8 Investimenti - 4 Riforme
Dotazione 24,77 mld di euro

La UE indica come obiettivo il raddoppio del traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030, da triplicare entro il 2050. Gli Interventi previsti nella C1 riguardano le reti ad alta velocità alta capacità, oltre ai nodi ferroviari nazionali e regionali, con particolare attenzione al Mezzogiorno. Es.: Napoli- Bari e Palermo-Catania sarà percorribile in 2 ore, rispetto alle 3,5 e 3 ore attuali; Salerno-Reggio Calabria, tempo di percorrenza ridotto di 80’.
Necessaria per una crescita economica sostenibile, la digitalizzazione delle reti a basso impatto ambientale migliora la competitività e la produttività dei territori collegati. Es.: Liguria-Alpi saranno dimezzati i tempi di percorrenza; Verona- Brennero: tangenziale ferroviaria di Trento aumento capacità a 400 treni/g. Importante miglioramento della connettività trasversale con le linee ad alta velocità trasversali Ovest-Est: Roma- Pescara e Napoli-Taranto prime tratte progetto, aumento capacità da 4 a 10 treni/h. Prevista riqualificazione funzionale, miglioramento accessibilità e intermodalità di 30 stazioni di medie-grandi dimensioni e con grandi volumi di traffico Easy&Smart tra cui Barletta, Cosenza, Lamezia T., Marsala, Milazzo, Oristano, Palermo, Pescara, Potenza Reggio C., Sapri, Siracusa.
Trasferimento traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia e conseguente riduzione della congestione stradale: stimato l’aumento dei passeggeri dal 6% al 10%, con una riduzione annua di CO2 di 2,3 milioni di tonnellate. Interventi in senso sostenibile del trasporto locale linee regionali e aree metropolitane, traffico pendolare, linea di investimento correlata alla M2, riguarderà i nodi ferroviari di 12 aree metropolitane, con benefici anche al turismo per la valorizzazione di aree di interesse culturale finora meno frequentate. Miglioramenti che offriranno vantaggi di competitività ai servizi di trasporto delle merci, che spingeranno le aziende a localizzare i siti di produzione vicino ai nodi del trasporto efficienti. Le Riforme riguardano l’accelerazione dell’iter di approvazione dei contratti e dei progetti ferroviari.

M3 Componente 2 - Intermodalità e logistica integrata
3 investimenti - 6 riforme
Dotazione 0,63 mld di euro

Miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti, nel quadro di una maggiore sostenibilità ambientale, della mobilità via mare delle persone e delle merci si concretizzano con le riforme della C2. Minori gli investimenti, centrati sulla digitalizzazione degli aeroporti e della filiera logistica, questi ultimi supportati da riforme per rafforzare la pianificazione strategica, razionalizzare i controlli e implementare l’infrastruttura digitale e anche revisionare la normativa.
Alla base degli interventi la sostenibilità dei porti, con efficientamento e riduzione dei consumi energetici delle strutture e delle attività portuali (Progetto Green Port) con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030.

MISSIONE 4: Istruzione e Ricerca
Dotazione 30,88 mld di euro

Il sistema di istruzione, formazione e ricerca del nostro Paese, richiede necessari interventi per superarne le criticità emerse dal divario rispetto agli standard europei. Condizione che richiede lo sviluppo di un‘economia della conoscenza: valorizzare sapere e competenze, a vantaggio di competitività e resilienza.
Individuate le Carenze nell’offerta di servizi di educazione e istruzione primaria, ad es. il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e il numero di bambini utenti, pari al 25,5%, con rilevanti difformità territoriali, rispetto alla media europea del 33,1%; o la ridotta partecipazione femminile al mercato del lavoro, dovuta all’iniqua ripartizione dei carichi di lavoro familiare che condiziona negativamente l’offerta di lavoro; ma anche le difficoltà del 46,1% delle famiglie per fruire del tempo pieno nelle scuole primarie, dovuta soprattutto all’insufficiente dotazione di infrastrutture.
Gap nelle competenze di base, alto tasso di abbandono scolastico e divari territoriali. Secondo un’indagine del Min. dell’Istruzione, gli studenti italiani di 15 anni ottengono risultati inferiori alla media OCSE in lettura, matematica e scienze; il tasso di abbandono del 3,8% nelle scuole secondarie di primo grado, sale al 14,5% nei giovani fra 18 e 24 anni, contro la media europea del 10%.
Bassa percentuale di adulti con titolo di studio terziario. Sono il 28% rispetto al 44% della media OCSE, anche per scarsità di servizi residenziali, li utilizza il 3% degli studenti universitari contro 18% della media europea. Fra il 12% locale e il 25% della media europea il divario per le borse di studio; i dottorati erogati in Italia, tra i più bassi dei Paesi UE sono in costante calo (-40% dal 2008 al 2019).
Basso livello di spesa in R&S (ricerca e sviluppo). Italia distante dalle performance di altri Paesi, nel settore pubblico era 1,4% nel 2018, media OCSE il 2,4%; 0,9% nel privato, media OCSE 1,7%.
Basso numero di ricercatori e perdita di talenti, il 2,3% in Italia i ricercatori pubblici e privati, rispetto alla media UE del 4,3% (dati 2017), un divario da recuperare, rispetto agli altri Paesi.
Ridotta domanda di innovazione e capitale umano altamente qualificato dalle imprese; prevalente la specializzazione nei settori tradizionali, che peraltro necessitano innovazione. Ricerca e Innovazione:
nel sistema pubblico la ricerca finanziata dalle imprese è inferiore alla media UE (in % del PIL) nel 2019 solo il 2% delle pubblicazioni italiane erano co-pubblicazioni pubblico/privato rispetto al 4% della UE.
Limitata integrazione dei risultati della ricerca nel sistema produttivo. Problemi strutturali e organizzativi nell’ambito della ricerca e la sua valorizzazione in termini di brevetti commerciali e creazione di nuove imprese. Criticità che penalizzano il Paese rispetto al benchmark europeo, sia per l’abbandono anticipato dello studio, sia per il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Previste azioni lungo il percorso degli studi, da un lato, arricchendo la scuola di insegnamenti fondamentali e conoscenze applicative coerenti con le sfide moderne; dall’altro, offrendo maggiore flessibilità nei percorsi universitari, con una specializzazione graduale.
La strategia proposta prevede potenziamento delle infrastrutture scolastiche, riforma e ampliamento dei dottorati, rafforzamento e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata, condotta in sinergia tra università e imprese.

M4 Componente 1 - Potenziamento offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università
13 Investimenti - 10 Riforme
Dotazione 19,44 mld di euro

La C1 si focalizza su investimenti materiali e immateriali con l’obiettivo di colmare o ridurre le carenze rilevate nell’attuale sistema dei servizi di istruzione. A questo fine, dà priorità al rafforzamento dell’offerta formativa, intervenendo sulle competenze del corpo docente, a partire dal sistema di reclutamento e dai meccanismi di formazione in servizio di tutto il personale scolastico, oltre a potenziare gli strumenti tecnologici e ampliare i dottorati di ricerca.

M4 Componente 2- Dalla ricerca all’impresa
11 Investimenti - 1 Riforme
Dotazione 11,44 mld di euro

Improntata a sostenere investimenti in Ricerca e Sviluppo, a promuovere l’innovazione e la diffusione delle tecnologie e a rafforzare le competenze, la C2 comprende tre linee di intervento per l’intera filiera: dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico, le misure adottate si differenziano, sia per il grado di eterogeneità, sia per il grado di maturità tecnologica. Per tutte le misure sono previste procedure di selezione su base competitiva. I criteri di selezione dei progetti sono ispirati a: a) garanzia della massa critica; b) garanzia dell’impatto di lungo termine; c) ricadute nazionali sul sistema economico produttivo; d) cantierabilità del progetto in relazione alle scadenze del Piano. Inoltre, è prevista la presenza di un supervisory board per il coordinamento delle misure del Ministero dell’Università e della Ricerca.

MISSIONE 5: Coesione e Inclusione
18 Investimenti - 5 Riforme
Dotazione 19,85 mld di euro

Supportate da interventi ad ampio spettro, le prospettive di coesione e inclusione perseguono obiettivi di carattere sociale. Alla Componente 1 competono interventi per la trasformazione del mercato del lavoro, il contrasto alla discriminazione di genere e fornire maggiori prospettive occupazionali dei giovani. Previste le Riforme “Politiche attive del Lavoro e Formazione” per il rafforzamento dei Centri per l’Impiego, il Programma di Garanzia di Occupabilità dei lavoratori (Gol), il Fondo Nuove Competenze e lo sviluppo della collaborazione tra i sistemi pubblico e privato. I progetti “Servizio Civile Universale”, volto ad aumentare il numero di volontari e migliorare la qualità dei programmi; mentre “Sistema Duale”, rielabora lo schema di alternanza scuola-lavoro e progetti di Housing sociale.
La Componente 2 valorizza l’aspetto sociale delle politiche sanitarie, urbanistiche e abitative relative ai servizi per infanzia, anziani e soggetti vulnerabili, ma anche formazione, lavoro, sostegno alle famiglie. Inoltre, prevede progetti di rigenerazione urbana finalizzati all’inclusione delle fasce meno abbienti, per ridurre emarginazione e degrado sociale. La Componente 3 comprende interventi speciali per la coesione territoriale, migliorando la qualità dei servizi scolastici, sanitari e sociali e delle Aree ZES, Zone Economiche Speciali.

MISSIONE 6: Salute
8 Investimenti - 2 Riforme
Dotazione 15,63 mld di euro

Il valore universale della Salute, per sua natura bene pubblico fondamentale, è anch’esso di rilevanza macroeconomica nel bilancio dello Stato, i risultati sanitari adeguati connessi ai servizi erogati dal Servizio Sanitario Nazionale sono garantiti con una spesa rapportata al Pil inferiore alla media dell’Unione Europea. Risultano, tuttavia, disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, mentre è idonea l’integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali; così, la strategia adottata dal PNRR affronta le criticità in maniera sinergica. Sono definiti investimenti e riforme per allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese e assegnate le risorse per le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, promuovere ricerca, innovazione e sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale.
La Componente 1 prevede Reti di prossimità, strutture intermedie, come le Case e gli Ospedali Comunità e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, incrementando le prestazioni erogate, potenziando l’assistenza domiciliare e una più efficace integrazione con tutti i servizi sociosanitari.
Nella Componente 2 le misure prevedono innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio nazionale al fine di ammodernare le strutture tecnologiche e digitali esistenti, completare la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), rendere efficace l’erogazione e il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Rilevanti risorse sono destinate alla ricerca scientifica e al trasferimento tecnologico, oltre a rafforzare le competenze e il personale SSN anche mediante il potenziamento della formazione.


L’ATTUAZIONE DEL PNRR
Come illustrato in estrema sintesi, gli interventi previsti dal PNRR comprendono opere infrastrutturali e impiantistiche, tecnologiche e anche naturalistiche, ma si traducono altresì in procedure e strumenti normativi; tutte le attività ad essi correlate sono attribuite alle diverse Amministrazioni dello Stato che ne sono titolari. Gli interventi si distinguono in Riforme e Investimenti, per ciascuna delle 16 Componenti in cui si collocano, all’interno di ogni Missione, delle 6 comprese nel Piano.
Ogni intervento si caratterizza dunque per finalità, contenuti, modalità di attuazione e, per ciascuno di essi, sono indicati i Milestone - Traguardi da raggiungere, ossia adozione di norme, conclusione di accordi, aggiudicazione di appalti, avvio di sistemi informativi, ecc. e i Target - Obiettivi da conseguire, ovvero i risultati attesi dagli interventi entro la scadenza semestrale, o all’interno di più semestri successivi, a partire dal 31.12.2021 fino al 30.06.2026, termine del periodo di operatività del Piano.
Nella tabella seguente sono riportati termini e condizioni stabiliti dall’Unione Europea relativi alla fase di attuazione del Piano, con i dati di monitoraggio riferiti alle scadenze superate dal 13 agosto 2021 al 31 dicembre 2022 e la previsione riferita all’ultima scadenza degli adempimenti, fissata al 30 giugno 2026. 

Il quadro di sintesi seguente evidenza lo splitting degli Interventi in Riforme e Investimenti, realizzati nel terzo semestre di attuazione del PNRR entro il 31.12.2022, con il riferimento alle relative Missioni e alle risorse finanziarie erogate e da erogare da parte dell’Unione Europea, in funzione dei Traguardi e degli Obiettivi concordati e raggiunti dall’Italia.

Nel secondo semestre 2022, il terzo dei periodi in cui è suddiviso il Programma di attuazione, il PNRR ha programmato la realizzazione di 49 interventi, di cui 23 costituiti da Riforme e 26 riferibili a Investimenti; mentre, i 39 traguardi raggiunti e i 16 Obiettivi conseguiti sono ancora in corso di valutazione. Sono previste infatti procedure di controllo tecnico e amministrativo, di verifica del conseguimento di Target e Milestone, riferiti ai singoli interventi, ai fini del monitoraggio sull’attuazione del Piano e come presupposto necessario per l’erogazione delle rate di finanziamento secondo le scadenze prefissate da parte dalla Commissione Europea.

Fonti: italia.domani.it; dati.camera.it; Osservatorio PNRR del Sole24ore; PMI.it.

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