Nonostante la crisi economica il bilancio 2018 di Inarcassa chiude a +519 milioni di euro

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Diminuiscono i costi di funzionamento e cresce il patrimonio. Santoro: “Conti al sicuro con la riforma del 2012. Ora serve ripresa”

“Le pensioni assolvono oggi a funzioni sociali più rilevanti rispetto a quella di pura tutela per la vecchiaia per cui erano storicamente nate”, spiega il Censis nel 52° Rapporto sulla situazione sociale del Paese. “Sarebbe un limite grave non cogliere questa dimensione che si collega strettamente con la vita quotidiana delle famiglie”. In Italia le persone che percepiscono una pensione sono oltre 16 milioni e, in molti casi, è proprio la pensione a ridurre il rischio di povertà per le famiglie. Appare evidente che, in un simile contesto, il ruolo di chi gestisce la previdenza e il welfare diventa, se possibile, ancor più importante e le scelte, sia quelle strategiche sia quelle operative, devono sempre, necessariamente, andare oltre il contingente e guardare al lungo periodo. Allo stesso modo anche gli effetti e i risultati delle iniziative intraprese, per essere compresi e interpretati appieno, devono essere letti superando il limite del confronto anno su anno, con gli occhi sempre attenti alle proiezioni di lungo periodo, soprattutto in presenza di congiunture economiche sfavorevoli come quella che, purtroppo, stiamo ancora attraversando. In un anno per molti aspetti turbolento tanto da essere definito da qualcuno come horribilis, il bilancio dell’Associazione si è chiuso con un avanzo economico di 519 milioni di euro, che ha corrispondentemente incrementato il patrimonio netto di Inarcassa, portandolo a 10.634 milioni di euro. Per osservare meglio, seppur in sintesi, l’andamento della gestione è utile dare uno sguardo ai dati intermedi riportati a seguire, tenendo presente che i saldi delle gestioni tipiche (quella previdenziale e quella del patrimonio) rappresentano la differenza tra i ricavi e i costi dell’anno.
 

 
 
I numeri tuttavia acquistano significato in funzione degli eventi e dei fenomeni sottostanti, che traducono in grandezze misurabili. Da ciò discende che la loro piena comprensione passa necessariamente attraverso la capacità di intercettare ed interpretare le dinamiche e gli eventi che li hanno generati. Nella gestione previdenziale, ad esempio, la componente di ricavo rappresentata dalla contribuzione, ad aliquota invariata, è influenzata dalle dinamiche delle iscrizioni e dei redditi, mentre i costi connessi al pagamento delle prestazioni previdenziali, a sostanziale invarianza dell’onere medio, si modificano in funzione del numero dei pensionati. Entrambe le variabili, a loro volta, risentono del contesto macroeconomico del Paese.
 

 
La profonda crisi che ha colpito le categorie, infatti, ha inciso non soltanto sui redditi degli associati ma anche, più in generale, sui volumi di affari e sulla stessa professione, considerata meno appetibile rispetto al passato con inevitabili, conseguenti ricadute sul fronte delle iscrizioni. Peraltro, mentre in questo bilancio i redditi e i volumi d’affari professionali hanno registrato un risultato estremamente positivo, con una crescita del +4,9% rispetto all’anno precedente, le iscrizioni sono rimaste sostanzialmente stabili, confermando il trend di invarianza degli ultimi anni.
 

Se passiamo poi ad analizzare i costi della gestione previdenziale è di immediata evidenza la loro correlazione alle dinamiche demografiche del nostro Paese. Basti pensare al fatto che l’Istat, nel rapporto annuale pubblicato per il 2018, segnala la presenza, in Italia, di 168,7 anziani ogni 100 giovani, dato che ci qualifica ormai come il secondo paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. “Quello pubblicato dall’Istat – evidenzia il Presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro – è un parametro che chiarisce bene la misura del ‘debito demografico’ contratto nei confronti delle generazioni future in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza. Se questo è il ritratto del Paese anche Inarcassa, che del Paese è uno spaccato, registra inevitabilmente l’invecchiamento della “sua” popolazione e la crescita del numero dei pensionati.
Corrispondentemente si riduce il rapporto iscritti/pensionati che si attesta al 4,9, comunque al di sopra della media delle Casse e ben oltre quello del sistema previdenziale pubblico. Si tratta di fenomeni che vengono costantemente monitorati e ben descritti dalle parole del Presidente Santoro: “Con la Riforma del 2012 i conti della Cassa sono stati messi in sicurezza, ma lo shock demografico previsto dall’Istat nei prossimi 50 anni appare destinato a ridurre i margini di manovra per le politiche a favore dell’assistenza. Per fronteggiarne le conseguenze, giacché la ripresa economica è il presupposto indispensabile per l’adeguatezza di pensioni e welfare, è necessario che ogni ingranaggio del sistema Paese faccia la sua parte”. Che i conti siano in ordine lo ha dimostrato anche l’ultimo Bilancio Tecnico Attuariale (BTA) redatto nel 2018 dall’Associazione, in linea con la cadenza triennale prevista dal D.lgs. 509/1994, sulla base dei dati rilevati al 31 dicembre 2017. Le proiezioni attuariali hanno confermato la sostenibilità di lungo periodo dell’Associazione, delineando un quadro più favorevole rispetto al precedente BTA. Ciò ha confortato la governance anche in relazione alle scelte di impiego della liquidità, operate nell’esercizio del ruolo di investitori istituzionali. Un ruolo che, anche nel 2018, gli amministratori hanno svolto senza subire il timore delle contingenze e continuando ad applicare strategie di lungo periodo poggiate sul processo di investimento che l’Associazione, a fronte dell’assenza di specifiche norme di settore, ha adottato sin dal 2001. Si tratta di una metodologia i cui principi si ritrovano anche nel codice di autoregolamentazione successivamente adottato dall’AdEPP, l’Associazione degli Enti di Previdenza Privatizzati, per omogeneizzare le operatività in materia di investimenti finanziari. Quello adottato da Inarcassa è un processo fortemente strutturato, incentrato sulla costruzione di una Asset Allocation Strategica, ampiamente diversificata in ottica di massimizzazione del rendimento atteso e di minimizzazione del rischio. Sul piano operativo il 2018 ha continuato a registrare l’impegno della Governance sul credito e sulla sua gestione, un argomento complesso, che coinvolge aspetti e temi tra loro molto diversi. Se l’obiettivo primario di un buon imprenditore è quello di ottimizzare le risorse e massimizzare i guadagni, quello di chi “amministra” la previdenza è fare tutto ciò contemperandolo con gli obiettivi che ne sono tipici. Da un lato, quindi, le ragioni di equità nei confronti della collettività degli associati che adempie regolarmente, dall’altro la necessità di perseguire la sostenibilità di lungo periodo e il dovere, al tempo stesso, di tutelare la sfera previdenziale degli associati in situazioni di oggettiva difficoltà. Nel 2018, pertanto, sono proseguite le azioni di recupero mediante affidamenti a legali incaricati e ad Agenzia delle Entrate Riscossione ma, al tempo stesso, l’Associazione ha continuato a mettere in campo anche gli interventi preventivi, finalizzati a ridurre la formazione dell’insoluto e ad agevolare l’iscritto nell’adempimento tardivo. Alla campagna di preavvisi delle scadenze istituzionali, particolarmente apprezzata dagli associati e attiva oramai da tempo, si sono affiancate iniziative di tipo diretto quali la deroga al versamento del contributo soggettivo minimo, le rateazioni dei contributi minimi e del conguaglio oltre a quelle legate agli istituti di conciliazione (ACA/ROP).
A tutto questo si aggiungono gli interventi attivati mediante percorsi di convenzionamento esterno. Tra questi, ad esempio, quelli proposti in collaborazione con l’Istituto Tesoriere, dedicati al pagamento della contribuzione (Inarcassa Card, finanziamenti on–line e prestiti personali) e quelli offerti nell’ambito del progetto “Vitruvio”. Un’iniziativa di mercato, quest’ultima, che ha offerto ai professionisti la possibilità di accelerare l’incasso dei crediti vantati verso la Pubbliche Amministrazione accedendo allo strumento del credito pro soluto, precedentemente riservato alle sole imprese. Tuttavia, come si legge nella relazione introduttiva del Presidente e al di là del dettaglio di un anno che ha restituito nei numeri un risultato comunque positivo, appare evidente che in un ambito sempre più complesso, nel quale le reti sociali rivestono un compito importante per fronteggiare gli effetti dei profondi mutamenti che stanno interessando la società, sarà ineludibile continuare a coniugare capacità predittiva e tempestività di gestione nel breve, medio e lungo periodo. “In quest’ottica e in attesa che le sinergie che esistono nel nostro Paese trovino il modo di esprimersi compiutamente – afferma il presidente Santoro richiamando le parole espresse dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nel giorno del suo insediamento –, Inarcassa continuerà a operare con rigore, cogliendo ogni opportunità per incrementare il benessere degli associati e delle loro famiglie”.

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