Missione Apollo 11. Quel “passo” sulla Luna che cambiò la Storia

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Cinquant’anni fa Armstrong fu il primo uomo a mettere piede sul satellite. Tante le invenzioni “spaziali” che hanno cambiato la vita di tutti noi

Da quel momento niente fu più come prima. Nella notte tra i 20 e il 21 luglio del 1969, l’uomo per la prima volta metteva piede su un altro corpo celeste. Il sogno di Jules Verne che aveva immaginato quel viaggio 104 anni prima si è realizzato. Quel disco bianco nel cielo che illumina la notte e ha fatto sognare scrittori, poeti e scienziati per millenni, era conquistato. In quella notte il mondo intero era letteralmente con il naso all’insù. Le tensioni sociali che scuotevano l’occidente, la guerra del Vietnam e lo scontro tra i due blocchi in quei giorni passavano in secondo piano. Quella sera nel cielo italiano brillava il primo quarto della Luna, in una tiepida notte estiva. L’uomo stava per compiere il suo passo più importante. Il LEM, il modulo lunare, stava per atterrare sul suolo del nostro unico satellite dopo un volo di più di quattro giorni nel vuoto cosmico. Alla partenza da Cape Canaveral in Florida, il 16 luglio, erano presenti nei pressi del sito di lancio circa un milione di persone, di cui 60 ambasciatori, 200 membri del Congresso statunitense e 3.500 giornalisti.
 

 
L’evento venne trasmesso in diretta in 33 paesi, tra cui l’Italia, per un totale di 500 milioni di telespettatori. In Italia la Rai organizzò la sua prima maratona televisiva: 28 ore di diretta. C’era un energico Tito Stagno che, ascoltando le conversazioni che arrivavano dal modulo lunare attraverso Cape Canaveral, informava i telespettatori della lenta discesa. “Ha toccato!”, disse. Erano le 22 e 17 del 20 luglio. In realtà si confuse a causa del segnale disturbato. Il contatto tra il LEM e il suolo lunare avvenne 56 secondi dopo, quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin decisero di spegnere i motori. L’uomo era sulla Luna. Ora mancava l’ultimo “passo”: scendere a piedi sul suolo lunare. Sei ore più tardi alle 4:56 ora italiana, il modulo fu depressurizzato e il portellone aperto. L’emozione era tanta. Il cuore dei due batteva veloce, come risultava dai dati telemetrici. Fu Armstrong a dirigersi verso l’apertura e iniziò a scendere lungo la scaletta da nove pioli. Così mise piede sul suolo lunare. “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità”, disse via radio appena toccò la polvere grigia della Luna. Aldrin arrivò 19 minuti dopo. I due trascorsero circa due ore fuori della navicella, e raccolsero 22 kg di materiale lunare che riportarono sulla Terra. Fotografarono l’esterno del modulo per fornire a terra indicazioni per le future missioni in merito allo stato del velivolo.
 
Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin. L’equipaggio di Apollo 11
 
Al termine della missione extraveicolare i due rientrarono nel LEM e dormirono per sette ore in attesa di risalire in orbita. Durante le fasi dell’allunaggio e della permanenza sul suolo lunare, il terzo componente della missione, Michael Collins rimase in orbita intorno alla Luna sul modulo di comando. Dopo quasi 22 ore dall’allunaggio, il modulo lunare si riunì con il modulo di comando e Collins riportò Armstrong e Buzz sulla Terra. L’astronave, dopo aver abbandonato il LEM, rientrò nell’atmosfera terrestre. Dopo otto giorni dalla partenza la missione era conclusa. I tre furono posti in quarantena. Nelle prime missioni si temeva infatti che sulla Luna ci potessero essere batteri patogeni dannosi per l’uomo.
Le missioni spaziali e in particolar modo i viaggi sulla Luna hanno spinto gli scienziati a realizzare prodotti tecnologici che avrebbero poi avuto applicazione nella vita quotidiana degli uomini. Alcune di queste invenzioni, divenute ormai parte della quotidianità, sono il velcro che sostituisce bottoni e chiusure lampo, le gomme da masticare al fluoro e il rivestimento in teflon delle pentole antiaderenti. La corsa alla Luna ha dato inoltre un fortissimo impulso allo sviluppo di tecnologie allora rivoluzionarie.
I circuiti elettronici miniaturizzati presenti nei nostri smartphone sono stati inventati proprio in quegli anni quando era necessario realizzare computer di bordo leggeri e piccoli da utilizzare nel modulo lunare e nel modulo di comando delle missioni Apollo. Il cibo liofilizzato che oggi troviamo facilmente nei supermercati, è frutto degli studi sull’applicazione agli alimenti della tecnica del freeze-drying effettuati dalla Nasa negli anni ’60 per i pasti degli astronauti. Anche le batterie ricaricabili e gli orologi al quarzo sono frutto della corsa allo spazio che - anche grazie a enormi investimenti - ha consentito all’umanità di fare enormi passi avanti sui materiali sintetici e in campo informatico.  
 

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