La quinta Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica

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Consiglio Direttivo Fondazione Inarcassa.
Da sinistra: Sergio Martinelli; Stefano Sapienza (CdA Inarcassa);
Andrea De Maio; Cesare Senzalari; Mauro Trapè;
Franco Fietta; Gaetano Vinci; Cinzia Prestifilippo

Conoscere per prevenire. Con queste parole è stata inaugurata, il 13 dicembre scorso a Palazzo Ferrajoli, Roma, la quinta edizione della “Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica”, l’iniziativa promossa da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri e Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, con il patrocinio di Inarcassa, in collaborazione con Rete Professioni Tecniche e il supporto scientifico del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Protezione Civile, Crui, Reluis, Enea e Associazione ISI.
Un appuntamento diventato ormai unico nel panorama istituzionale del nostro Paese che favorisce un largo confronto tra i rappresentanti delle istituzioni e delle professioni tecniche sullo stato dell’arte della prevenzione sismica e consente di condividere proposte e idee per una nuova agenda politica stabile per la cura e difesa del territorio.
Le politiche per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio restano il focus della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica che vede tra i suoi principali destinatari i cittadini quali attori centrali cui è rivolta la campagna di sensibilizzazione e informazione del rischio sismico. L’iniziativa, alla quinta edizione, continua a proporsi l’obiettivo di spingere il cittadino a una maggiore consapevolezza dello stato di salute della propria abitazione affinché sia accompagnato dalle istituzioni e dai tecnici esperti in materia nella programmazione degli interventi finalizzati alla riduzione del rischio simico. Occorre insistere sulla “comunicazione del rischio” rivolta al cittadino, ha affermato Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, durante i lavori del panel tecnico. Bisogna, cioè, stimolare e, quindi, intercettare – ha continuato Curcio – la richiesta di sicurezza espressa dal cittadino, cui va affiancata l’azione dello Stato in un piano di “prevenzione strutturale”.
In questo contesto, i bonus e gli incentivi fiscali continuano a giocare un ruolo fondamentale. Lo ha ricordato nelle battute finali del convegno Paolo Clemente di Enea, intervenuto nella sessione tecnica dei lavori, per il quale i bonus fiscali favoriscono un meccanismo premiante, cosiddetto win win, dove, appunto, vincono tutti gli attori direttamente coinvolti nella partita: i proprietari, perché vedono crescere il valore dell’unità immobiliare, lo Stato, perché riduce gradualmente la quota di investimenti resi ai fini della ricostruzione post terremoto, e, infine, le imprese per gli evidenti benefici economici che ne trae il sistema Paese.
Sugli effetti positivi dei bonus fiscali si sono detti d’accordo tutti i relatori dell’iniziativa perché in primo luogo, nel lungo periodo, allentano il peso della spesa pubblica nei programmi di ricostruzione. Dal terremoto del Belice nel 1968 ad oggi lo Stato ha impegnato oltre 135 miliardi di euro, “una cifra impressionante” ha ricordato Franco Fietta, Presidente della Fondazione Inarcassa, che “corrisponde a circa 2,4 miliardi di euro all’anno”. Questi dati vanno letti in relazione ai vantaggi generati dai bonus fiscali, prima il sisma bonus e più recentemente il potenziamento al 110 per cento del superbonus. Secondo fonti dell’Agenzia delle Entrate, al 30 settembre 2021 gli importi comunicati erano pari a 1,8 mld di euro e oggi, dalla lettura incrociata dei dati, osserviamo che, ha sottolineato Fietta, i bonus sismici pesano per circa un decimo sul valore complessivo del superbonus 110 per cento, vale a dire circa 5/6 miliardi.
Sono dati sostanzialmente confermati, ha ricordato ancora Fietta, da un recente sondaggio promosso dalla Fondazione Inarcassa “realizzato tra i nostri professionisti” da cui emerge che i bonus relativi alla parte sisma, in relazione al numero complessivo degli interventi realizzati, hanno pesato solo per circa un quinto rispetto a quelli che hanno interessato, invece, la parte di efficientamento energetico. Occorre stabilizzare nel lungo periodo i bonus fiscali, ha chiesto Fietta, considerato che la progettazione per gli interventi di riduzione del rischio sismico sono lunghi e ben più complessi di quelli energetici poiché richiedono maggiore sforzo e impegno da parte dei professionisti, il cui ruolo, come aveva richiamato in apertura dei lavori Massimo Garbari, vicepresidente di Inarcassa, vive una trasformazione rispetto al passato.
Oggi, ha ricordato Garbari, “conservare, mantenere, valorizzare, sono le parole d’ordine che devono accompagnare ogni architetto e ingegnere in una dimensione della prassi professionale non più legata solo al fare, ma al rifare, riconvertire e ripensare”. Inevitabile il ricordo alle vittime di Ischia, colpita da una tragedia anch’essa legata alla fragilità del territorio e degli edifici, che vede impegnata Inarcassa con interventi mirati a sostegno dei liberi professionisti dell’isola campana. “Tutto questo può non bastare”, ha proseguito Garbari.
“È urgente far fronte comune mettendo in campo fondi, competenze, strumenti e mezzi per sviluppare soluzioni e diffondere conoscenze attraverso un’azione sinergica con i principali attori della filiera del costruire: committenze, progettisti, costruttori, gestori ed istituzioni”, ha concluso il vicepresidente di Inarcassa.
Il tema della fragilità del territorio è stato affrontato anche da Angelo Domenico Perrini, neopresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, per il quale la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica è una buona occasione per formulare proposte concrete in materia di rischio sismico. Prime fra tutte, la classificazione degli edifici sulla base dello specifico rischio sismico, la verifica di vulnerabilità e l’introduzione del fascicolo del fabbricato, misure che consentono di monitorare e, quindi, programmare interventi ad hoc di messa in sicurezza degli edifici.

Da sinistra: Vicepresidente Inarcassa Massimo Garbari; Preidente Fondazione Inarcassa Franco Fietta; Presidente CNI Angelo Domenico Perrini; Presidente CNAPPC Francesco Miceli; coordinatore Reti Professioni Tecniche Armando Zambrano; giornalista/conduttrice Sky TG24 Helga Cossu


Queste e altre misure, ha aggiunto Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, entrano a pieno titolo nel Piano nazionale della prevenzione sismica, una programmazione di interventi da realizzarsi nei prossimi 20/30 anni, per un costo stimato non inferiore a 100 miliardi di euro, strutturato in due fasi. La prima, che punta a favorire la conoscenza del rischio sismico, consiste in una attività di monitoraggio di definizione dei diversi livelli di vulnerabilità degli edifici, l’istituzione del fascicolo del fabbricato e l’obbligo di certificazione di idoneità statica, analogamente a quanto accade in ambito energetico con l’APE, la semplificazione normativa volta a chiarire il quadro giuridico di riferimento e la conseguente adozione di un nuovo testo unico delle costruzioni.


La seconda fase prevede, invece, l’attuazione degli interventi avviati nelle attività di monitoraggio.
Nel processo di implementazione del Piano nazionale, ha sottolineato Zambrano, le azioni di prevenzione del rischio sismico e di miglioramento della sicurezza degli edifici devono essere graduali nel tempo e “uniformate a un principio di obbligatorietà indiretta” volto a responsabilizzare il cittadino e ridurre progressivamente l’impegno economico dello Stato nei processi di ricostruzione.
All’interno del Piano non mancano le proposte in materia di superbonus. “Diventi una misura strutturale”, ha affermato Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, ma tenendo conto delle fragilità e peculiarità del territorio. Una proposta, dunque, volta a graduare la premialità dell’ecobonus e del sismabonus rispetto alle zone climatiche e a quelle ad alto grado di sismicità, con un’aliquota massima di detrazione per gli interventi di riduzione del rischio sismico pari al 100 per cento, e una aliquota ridotta al 90 per cento per gli interventi di efficientamento energetico.
Le misure di tutela e cura del territorio, ha concluso Miceli, richiedono una programmazione degli interventi per i quali occorre sviluppare una azione forte e intransigente sul piano istituzionale. Un assist per Nello Musumeci, ministro della Protezione civile e le politiche del mare, che ha inaugurato la sessione politica dei lavori. “Occorre fare di più sul piano della prevenzione”, ha commentato il ministro, ma prima ancora bisogna agire sulla “previsione degli eventi”. A tal proposito, il ministro Musumeci, a cui è stato rivolto l’invito a trasformare la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica in una “ricorrenza istituzionale”, ha annunciato che il Governo sta lavorando a una proposta normativa finalizzata a snellire le procedure attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro che si avvarrà del supporto dei professionisti dell’area tecnica. L’obiettivo è quello di neutralizzare il professionismo dell’emergenza che “produce solo consensi” e formalizzare un codice della ricostruzione “omogeneo e non conflittuale” che definisca le competenze dei vari organi coinvolti a tutti i livelli istituzionali.

Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare

Il panel istituzionale è proseguito con l’intervento del senatore Antonio Misiani, il quale ha ricordato che l’inizio di ogni Legislatura è l’occasione migliore per programmare interventi e introdurre nuove misure. Bisogna discutere del dopo superbonus e sbloccare la cessione dei crediti, ha aggiunto il senatore, che resta uno strumento fondamentale nel meccanismo di accesso ai bonus fiscali. Il panel istituzionale si è concluso con l’intervento della senatrice Raffaella Paita che ha condiviso le sue riflessioni con un video messaggio facendo il punto sulla cura del territorio e le azioni promosse dal Dipartimento Casa Italia.

   Fabrizio Curcio, Capo Protezione Civile


Sul fronte della semplificazione normativa sono arrivate buone notizie dal sub commissario di Governo per la ricostruzione sisma 2016, Fulvio Soccodato. Il primo gennaio, ha confermato il sub commissario, entra in vigore il testo unico della ricostruzione, un primo passo importante per incrementare la velocità dei processi di ricostruzione e di intervento che avrà, inoltre, il pregio di offrire una interpretazione chiara e non più equivocabile delle misure adottate finora in oltre cinquanta Ordinanze emanate dalla struttura commissariale.
Gli ultimi interventi in programma sono stati affidati a Massimo Mariani, rappresentante del comitato scientifico della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, e alla professoressa Emanuela Guidoboni, autrice dell’Atlante - L’azzardo sismico delle città italiane”.
Massimo Mariani, dopo aver mostrato, attraverso un consistente repertorio fotografico, “l’identità urbanistica persa” delle città italiane segnate dai cambiamenti prodotti dai terremoti nel corso del tempo, è ritornato sul tema dei bonus fiscali e, in particolare, sui motivi che hanno frenato i cittadini a ricorrere agli incentivi promossi dallo Stato, legati soprattutto alla difficoltà di intervenire in tempi rapidi sugli edifici multipiano adibiti ad abitazione civile. La professoressa Guidoboni è, invece, ritornata sul tema che ha aperto i lavori della Giornata, sul bisogno di diffondere conoscenza per avere la percezione del rischio. L’Atlante, ha continuato l’autrice, “nasce da un’idea di comunicazione”, con lo scopo di divulgare le informazioni e i dati di pericolosità sismica che nella nostra memoria storica vengono persi troppo facilmente, congiuntamente agli elementi di rischio in un’ottica scientifica multidisciplinare.

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