L’insopportabile leggerezza del like

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Se nel corso dell’intervento all’assemblea annuale della confederazione degli industriali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto un interminabile applauso, con tanto di standing ovation, un motivo ci sarà. E se la relazione del presidente uscente di Confindustria, Vincenzo Boccia, è stata accolta con altrettanto calore da una platea che rappresenta il motore dell’Italia, un motivo ci sarà pure.
È la responsabilità. Basterebbe la sola parola a chiudere quest’editoriale. Una parola sacra per alcuni, inutile per i più, in questa strana epoca. Per noi di Inarcassa è il sestante delle nostre scelte e delle azioni messe in campo, per tutelare i contributi degli associati e garantire pensioni certe e sicure. Responsabilità è una parola che ha oneri e onori, un peso e una medaglia, ma ha un significato ineludibile per chi fa previdenza. Responsabilità è una parola bellissima ma faticosa, la cui etimologia è il centro della nostra missione: fare poche promesse ma mantenerle. In poche parole, essere affidabili.
Se questo governo “la smettesse di rincorrere le facili promesse e recuperasse il senso dell’impegno e del sacrificio”, ha detto Boccia, uscendo dall’approssimazione potrebbe lavorare a progettare il Paese. “Meno social media e più impegno nel costruire”, ha incalzato indicando che è necessario adottare decisioni incisive capaci di durare nel tempo, anche se possono risultare impopolari. “La bulimia di consenso immediato affida ai social la ricerca di una popolarità che si misura in termini di like”. Giusto, guai a lasciarsi attrarre da soluzioni semplicistiche a problemi complessi e da azioni immediate, prive di benefici a lungo termine, che lasciano la polvere sotto al tappeto per chi verrà dopo. Secondo Boccia il “presentismo imperante è una malattia molto grave, perché impedisce di vedere oltre il finire del giorno. La superficialità si fa regola”. E ci ricorda che “le parole di chi governa non sono mai neutre: influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie”. Responsabilità, per noi, è anche questo: garantire adeguate condizioni di vita sia in termini previdenziali che di welfare. E lo facciamo attraverso una gestione del patrimonio che mira non solo alla sua redditività ma guarda anche all’eredità che consegneremo alle future generazioni. Sostenibilità finanziaria, oltre i 50 anni, e oggi anche ambientale. Lo scorso marzo è giunto il report sulla quota di investimenti socialmente responsabili ESG che, primi tra le Casse di previdenza italiane, abbiamo attivato aderendo al PRI, la rete delle Nazioni Unite che ne favorisce la diffusione e la cultura. Un cambio di sistema di riferimento, una rivoluzione copernicana, una scelta che valorizza gli investimenti effettuati dalla Cassa garantendo un valore aggiunto, relativo all’attuazione di politiche a favore dell’impronta ecologica.
Inarcassa è stata promossa a pieni voti, rientrando nei benchmark di riferimento della società internazionale di valutazione che ha analizzato i nostri investimenti. Un risultato che inorgoglisce, premiandoci doppiamente – dal punto di vista economico e di ricaduta sull’ecosistema – e ci sprona a continuare sulla direzione della sostenibilità. Lo dobbiamo, per responsabilità, ai nostri stakeholder di oggi e a quelli di domani. 

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