In ricordo di Alberto Scarzella Mazzocchi

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Ho conosciuto Alberto Scarzella Mazzocchi nel 1972, subito dopo la laurea, all’inizio della mia attività nello studio di Ferruccio Rezzonico. Alberto si occupava allora di Federarchitetti di cui è stato segretario nazionale dal 1971 al 1979. Da allora l’ho incontrato spesso, sempre impegnato in attività di servizio alla professione, in posizioni di rilievo: Presidente dell’Ordine Architetti di Milano dal 1976 al 1981, Segretario della Consulta regionale Ordini della Lombardia dal 1980 al 1983, in cui si distinse per l’attenzione al ruolo degli Ordini minori lombardi, consigliere del C.N.A. dal 1983 al 1986. Nel periodo 1990-2000 operò quale delegato Inarcassa di cui fu membro del CdA dal 1990 al 1995. Dal 2000 Presidente del Comitato Difesa Interessi degli Architetti e ancora dal 2005 al 2008 consigliere dell’Ordine di Milano.

L’attenzione ai colleghi è sempre stata per Alberto una priorità, senza chiedere nulla in cambio, anche quando l’assistenza si è configurata come una prestazione professionale.

L’aspetto che maggiormente mi ha colpito nella sua attività in seno agli organismi professionali è stata la sua onestà intellettuale, la sua capacità di riconoscere con semplicità i propri errori e non solo, di adoperarsi in prima persona per modificare le situazioni determinate dai suoi comportamenti.

Come molti colleghi della sua generazione nell'attività professionale, che ha coperto un periodo di sessanta anni, ha toccato molteplici aspetti del nostro lavoro, a partire dal praticantato presso lo studio di Marco Zanuso, prima della laurea. Si è occupato attivamente di design (premiato con medaglia d’oro alla IX Triennale di Milano), di architettura d’interni, di edilizia sociale e residenziale per committenti pubblici e privati, di urbanistica, di edilizia alberghiera, ospedaliera e culturale, di editoria.

Sue opere sono state pubblicate su riviste nazionali e internazionali e citate in molteplici pubblicazioni.

La generosità di Alberto nei confronti dei colleghi ne era un carattere distintivo.

Ma è stata una scoperta ritrovarlo attivamente impegnato nella continuazione e nel supporto alla formidabile iniziativa di sua madre Elda Mazzocchi che, a partire dal 1945, istituì a Milano il Villaggio della madre e del fanciullo, un istituto laico in cui si accoglievano giovani mamme reduci dai campi di prigionia. Nei primi anni Cinquanta, Alberto, con l’amico Fabio Mello, progettò quella che ancora oggi è la sede del Villaggio, nel quartiere QT8, inaugurata nel 1957. Negli anni a seguire, sino all’ultimo il Villaggio, che ancora oggi svolge la sua attività integrato da un asilo nido, sempre su suo progetto, è stata una delle sue cure. L’edificio è citato da Architectural Design 26 Bloonsbury - London tra gli edifici di architettura contemporanea da visitare a Milano.

Alberto conoscerti è stato un privilegio, uno degli accadimenti belli della vita.

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