Il Cnd approva il Budget 2020 Il patrimonio cresce ancora Stabile il numero degli iscritti

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Previsto un avanzo economico di 428 milioni di euro
Un tesoretto che andrà a irrobustire il patrimonio

Il mese di novembre, che prelude alla fine dell’anno, rappresenta l’appuntamento con la programmazione. Da una parte è tempo di tirare le somme rispetto all’esercizio in corso, dall’altra bisogna ragionare sul futuro e fissare obiettivi e strategie sull’anno che verrà. Quello che Inarcassa sta per lasciarsi alle spalle è un quinquennio caratterizzato da forti instabilità a livello politico-economico. Il Centro Studi di Confindustria, nell’autunno di quest’anno, ha confermato la sostanziale stagnazione dell’economia italiana, già delineata nelle previsioni di primavera, definendola in bilico tra ripresa e recessione. Più che in passato, secondo Confindustria, molto dipenderà dalle scelte di politica economica che verranno adottate dal Parlamento italiano. Un clima, quindi, di perdurante incertezza a fronte del quale la sicurezza individuale del futuro acquista, se possibile, un valore ancor più evidente e la pianificazione si pone, a livello aziendale, come un importante strumento di governo attraverso il quale presidiare una serie di molteplici variabili e ottimizzare la gestione delle risorse per il raggiungimento degli scopi sociali. L’anno che sta per arrivare vedrà Inarcassa impegnata sul fronte del rinnovo delle cariche sociali. Questo bilancio di previsione ha, quindi, il compito di traguardare il quinquennio dell’attuale consiliatura, in  coerenza e sinergia con il Piano strategico 2015-2020.
 

Parlando di numeri, non si può non osservare che, in questi cinque anni, i beneficiari di pensione sono aumentati del 32%, mentre la crescita delle iscrizioni ha subito una brusca frenata per effetto della crisi economica e del mercato del lavoro e, conseguentemente nello stesso periodo, non ha superato l’1%. Il patrimonio è cresciuto di oltre il 24% con impatto positivo sul rapporto del patrimonio pro-capite (si veda il grafico). Entrambe le  dimensioni sono previste in crescita anche nel 2020.
 

 
 
Il Budget 2020 stima, inoltre, che la gestione dell’anno chiuderà con un avanzo economico di oltre 428 milioni di euro. Un importo che, incrementando in pari misura il patrimonio netto dell’Associazione, andrà a irrobustirne ulteriormente la solidità e a rafforzare le garanzie poste a tutela degli impegni previdenziali assunti nei confronti degli associati.
 
Il Bilancio Tecnico attuariale 2017 attesta la solidità di lungo periodo, con dati che appaiono più favorevoli rispetto al precedente documento attuariale. È quindi con la consapevolezza della solidità della gestione e della correttezza delle scelte adottate che l’Associazione si appresta ad affrontare la fase di maturazione del proprio sistema previdenziale che, nel corso del prossimo anno, vedrà salire a oltre 39 mila le famiglie di ingegneri e architetti che riceveranno una pensione dalla Cassa. Tuttavia, in un sistema complesso e inevitabilmente influenzato dalle logiche e dalle dinamiche del sistema Paese, è necessario che ciascuno faccia la sua parte.

Per affrontare le sfide strutturali dell’Italia occorrono interventi che consentano una crescita più solida e siano in grado di riaccendere la fiducia nella capacità del Paese di avviare riforme. Mai come in questo momento storico la ripresa della crescita della produttività è essenziale non soltanto per migliorare il tenore di vita dei singoli, ma anche per compensare l’effetto negativo dell’invecchiamento demografico e della diminuzione della popolazione attiva. Nel passato, infatti, una sostanziale stabilità occupazionale e la presenza di legami di solidarietà familiare e sociale avevano favorito l’affermarsi di un welfare in grado di coprire rischi e bisogni dell’epoca, dalla vecchiaia alla malattia, dalla perdita del lavoro fino al contrasto alla povertà. Oggi però le evidenti difficoltà del welfare state – ovvero del complesso di politiche pubbliche che lo Stato pone in essere a garanzia dell’assistenza e del benessere dei suoi cittadini – unite a una ormai decennale crisi economico-finanziaria – hanno profondamente segnato il contesto sociale. Così, le categorie che tradizionalmente più contribuivano con il proprio lavoro allo sviluppo sociale e al sostegno del welfare non riescono più a finanziare il sistema, che dispone di meno risorse e si trova di fronte cittadini in crescente difficoltà. Ingegneri e architetti, che nel dopo guerra hanno ricostruito l’Italia, ne sono un esempio.
Per questo motivo ognuno deve fare la sua parte ed è improcrastinabile, ormai, un profondo rinnovamento dei sistemi di protezione sociale, i quali dovrebbero evolvere verso un modello nel quale Stato, enti previdenziali, mercato, privato sociale e cittadini collaborano per trovare soluzioni e promuovere investimenti per il benessere degli individui e delle famiglie. In altre parole c’è bisogno di sinergie tra i diversi attori per progettare e produrre insieme programmi e iniziative. Per contrastare l’instabilità che caratterizza l’attuale contesto socio economico, nel quale l’incertezza economica e quella reddituale si accompagnano alla precarizzazione e alle difficoltà del mercato del lavoro, ci sarebbe bisogno di innovazione e, nel campo del welfare, di innovazione sociale. Un processo nel quale anche il gestore pubblico dovrebbe trasformare profondamente il proprio ruolo, diventando una sorta di direttore d’orchestra che sostenga e agevoli l’operato dei diversi attori di welfare, intervenendo direttamente là dove “la rete” non arriva. È indubbio, ad esempio, che la ripresa del mercato del lavoro sia un elemento di primaria importanza non solo per la sostenibilità dei sistemi previdenziali, in particolar modo di quelli basati sulla solidarietà endocategoriale, ma anche per l’adeguatezza delle prestazioni, tema sul quale molto si dibatte. Oggi, al contrario, il nostro Paese sembra essere fermo nonostante da più parti si proclami che il rilancio dell’economia debba essere al centro di qualsiasi agenda governativa. Significative, al riguardo, le parole del Presidente Santoro:
 
“Viviamo in un Paese proteso alla conflittualità con se stesso e con l’idea di futuro, costringendoci, come progettisti, ad affrontare il paradosso dell’assenza di un programma di lavoro condiviso, in grado di valorizzare le  potenzialità delle nostre categorie e di portarle a livelli competitivi, apprezzabili anche nel contesto internazionale. La vanità delle forze politiche ha frustrato la capacità di riappropriarsi di quei valori e di quelle regole che avrebbero dovuto far ripartire il Paese dopo i durissimi anni della crisi del 2008, mandando l’Italia in stagnazione e accrescendo così l’instabilità previdenziale di tutti i liberi professionisti. È una politica che sembra avere abdicato da tempo al ruolo di stabilizzazione e che avrebbe, al contrario, richiesto azioni volte a creare le condizioni per sostenere le professioni, che si stanno via via anch’esse modificando. Il Consiglio di Amministrazione auspica in questo bilancio preventivo un modello fondato su indipendenza patrimoniale e autonomia gestionale, vigilanza pubblica efficace ma non ridondante, normativa snella che guardi alle professioni prima e  alle loro organizzazioni dopo. All’interno di una cornice che consenta di implementare l’attuale sistema di welfare con nuove opportunità di assistenza: prima fra tutte, un migliore accesso al credito. Ad Inarcassa non servono concessioni o abbuoni. Serve che governo e istituzioni non la ostacolino con un iniquo livello di tassazione sugli investimenti o con lo straripante esercizio dei poteri di vigilanza sulle scelte legittime e sostenibili. Come è avvenuto con la bocciatura del nuovo regime sanzionatorio che il Tar ha annullato in corso d’anno. Il futuro della Cassa risiede nelle forze di tutte le donne e gli uomini liberi professionisti presenti oggi nel Paese, nei cantieri e negli studi di tutta Italia.”
 
 

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