Gli architetti per ora esclusi dalle valutazioni dei progetti del PNRR

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Gli architetti sono esclusi, almeno per ora, dagli incarichi di valutazione dei progetti del PNRR. Sul problema s’è espresso anche il presidente del CNAPPC Miceli, evidenziando che escludendo gli architetti, si rinuncia al capitale di creatività del quale essi sono portatori.
Non ci appassiona molto il ruolo di validatore degli aspetti tecnico-economici dei progetti, serissima attività che non è precisamente incentrata sui valori comunemente attribuiti all’architetto italiano.
È vero che molti architetti sono sopravvissuti in questi anni, occupandosi di coordinamento della sicurezza o rilasciando l’APE a prezzi stracciati. Purtroppo in Italia s’è instaurato un processo di proletarizzazione del lavoro intellettuale da cui, per dirla con le parole del vecchio Marx, qualcuno “estrae valore” per cui questo lavoro non è equamente compensato.
 

Padiglione Filippine, Structures of Mutual Support. 17. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, How will we live toghether?. Foto di Andrea Avezzù
 
Siamo quindi sensibili alla perdita di opportunità per gli architetti, anche in relazione al PNRR, vista la portata storica di questo piano per il nostro Paese. Tuttavia, bisogna evitare che il sostantivo creatività, rivendicato come carattere peculiare degli italiani nel loro insieme e, in maniera speciale attribuito al settore moda, design, appunto architettura, sia sospettato di nascondere una mancanza di sistematicità, una scarsa razionalizzazione dei processi di produzione del lavoro intellettuale; che sottenda una forma d’approssimazione alla quale gli architetti ovvierebbero grazie alla gran dose di creatività che, a quel punto, rimarrebbe solo un sinonimo dell’arte d’arrangiarsi e cioè dell’improvvisazione.
Quindi, se dovessimo giungere a una proposta, per una conclusione di questa vicenda, riproporremmo al Governo di riconsiderare l’esclusione, proponendo che l’assegnazione agli architetti sia fatta a gruppi composti per classi d’età e per sesso. Così ridurremmo gli insormontabili gradoni, che sono costituiti dalle competenze frutto d’esperienza diretta sul campo, e l’importanza agli aspetti curricolari, che bloccano l’ampiamento della platea di architetti che accedono agli incarichi pubblici perché, per dirla breve, se non hai progettato un ospedale non progetterai mai un ospedale. Per quest’occasione straordinaria (il PNRR) s’aprirebbe allora una stagione straordinaria, in cui si sospende questo meccanismo statico, per aprire alle capacità pure, per esplorare nuove intelligenze e riattivare quell’ascensore sociale, ormai da decenni inceppato.
L’apprezzatissimo presidente Draghi ha avuto l’intuizione, forse per la prima volta nell’Italia repubblicana, d’ospitare le delegazioni dei 20 Stati più influenti al mondo, in un’architettura contemporanea, quella “nuvola”, che dà un’immagine adeguata e di prestigio, anche del nostro Paese contemporaneo. È allora forse possibile che Draghi sappia ritornare sulle sue decisioni, cogliendo il contenuto progressista di una proposta che a prima vista potrebbe apparire corporativa.
 


 
* Presidente Ala-Assoarchitetti

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