Cronache da Chicago L’esperienza “americana” della Fondazione Inarcassa
Sulla scorta del successo dell’esperienza maturata nella prima edizione del Workshop Internazionale organizzato dalla Fondazione Inarcassa nel 2017 a Dubai, anche la seconda esperienza, che si è svolta a Chicago dal 23 al 27 ottobre 2018, ha permesso ai tanti professionisti partecipanti di conoscere una nuova realtà metropolitana, con la possibilità di una concreta crescita professionale.
Questa esperienza americana è stata certamente positiva in considerazione di tre aspetti fondamentali legati alla partecipazione stessa. In primo luogo è stata costruttiva dal punto di vista culturale, ha permesso ai professionisti di venire in contatto con la città di Chicago, una delle principali metropoli americane, ricca di notevoli esempi di storia dell’architettura moderna. È stata positiva anche dal punto di vista professionale, poiché i professionisti sono venuti in contatto con una realtà imprenditoriale ed economica assolutamente estranea alla consuetudine della vita lavorativa. In ultimo, è stata costruttiva anche sotto l’aspetto umano, poiché ha permesso ai professionisti di fare nuove conoscenze tra i molti partecipanti, che sono spesso sfociate in rapporti di stima e di reciproco apprezzamento professionale, nonché occasione per condividere possibili progetti di internazionalizzazione.
Dopo il lungo viaggio di avvicinamento, giunti a Chicago, e ottenuta la sistemazione in hotel, i partecipanti si sono riuniti in un briefing nel quale sono illustrate le tematiche che sarebbero state affrontate durante tutto il workshop. Il workshop vero e proprio ha avuto inizio il giorno successivo con una overview del mercato americano che si è svolta presso la law firm Nixon Peabody con esperti di promozione e sostegno d’impresa. Ad aprire i lavori l’avv. Charles Bernardini che ha mostrato l’andamento del mercato statunitense: la sua presentazione è stata seguita da quella di Brent Case, vice presidente del gruppo Intersect Illinois e di Vito Zivoli, con un focus sul mercato immobiliare di Chicago.
La mattinata è proseguita con la visita al Merchandise Mart noto anche come l’edificio commerciale più grande al mondo con i suoi showroom riservati ad operatori del settore dell’arredamento e del design. Soltanto i primi due piani dell’immobile sono aperti al pubblico e sono molto simili a un centro commerciale, mentre l’accesso ai piani superiori è consentito solo se accompagnati da una guida esperta. Un altro gruppo, invece, ha optato per la seconda visita proposta presso l’incubatore “1871” situato all’interno del Mart e creato per sostenere la comunità di startup digitali di Chicago. Oggi il “1871” ospita più di 400 startup digitali in prima fase e ad alta crescita.
L’appuntamento più importante della giornata si è svolto presso l’Istituto di Cultura Italiano, un ufficio del Ministero degli Affari Esteri che ospita eventi per la promozione della cultura italiana e corsi di lingua. Qui i professionisti hanno assistito all’inaugurazione della mostra della decima edizione del Premio Dedalo Minosse. Il premio, organizzato dall’Associazione Liberi Architetti (ALA), intende promuovere la qualità dell’architettura analizzando e ponendo l’accento sul processo progettuale e costruttivo, nonché sulle figure che determinano il successo dell’opera: l’architetto e il suo committente, con a loro fianco gli esecutori (le imprese) e i decisori (le pubbliche amministrazioni). La serata ha visto anche la partecipazione di numerosi esponenti del mondo imprenditoriale italo-americano, oltre a quella del console italiano a Chicago, Giuseppe Finocchiaro.
Il giorno dopo, sempre presso l’Istituto, il workshop è proseguito con l’incontro tra istituzioni e professionisti testimonial italiani, introdotto dalla direttrice dell’Istituto Alberta Lai e dai consiglieri della Fondazione Inarcassa, Michela Bosco e Gaetano Vinci, che hanno illustrato le attività della Fondazione, tra le quali il progetto del consorzio.
Il quadro economico degli States è stato presentato da Marco Saladini e Andrea Ferrari, rispettivamente direttori dell’ICE di Chicago e Miami e dal direttore della Camera di commercio del Midwest, Fulvio Calcinardi. Vincenzo Centinaro, dello studio architettonico Gensler, ha portato la testimonianza dei professionisti italiani all’estero, evidenziando la centralità della figura professionale nello sviluppo dei progetti, come approccio organizzativo del sistema statunitense.
Un momento dei lavori del workshop presso lo studio legale Nixan Peabody
Gli aspetti fiscali e legali del sistema americano, infine, sono stati approfonditi con gli interventi di Monica Taborelli, della IC&Partners e da Joseph Parisi (Masuda Funai Law Firm) e David Freeman (Andersen Tax). Tutti gli appuntamenti hanno previsto l’opportunità di incontri “one to one” in specifici momenti aggregativi tra cui il networking dinner organizzato con manager esperti in consulenza, costruttori locali e professionisti che operano negli States. Importanti occasioni, per chi è stato in grado di coglierle, per prendere dei contatti diretti da coltivare al ritorno in Italia. Nei giorni successivi il Workshop è proseguito alternando incontri con le istituzioni e testimonial italiani, ma anche con visite individuali che i partecipanti, nei momenti liberi tra un incontro e l’altro, effettuavano alle principali architetture della città di Chicago.
Trasformando il tutto in una sorta di pellegrinaggio, molti colleghi hanno visitato il sobborgo di Oak Park. In questa cittadina sono realizzate due opere del maestro Frank Lloyd Wright, oggi trasformate in museo. Sono la Frank Lloyd Wright Home & Studio, dove la visita rileva tutto il fascino del luogo, poiché ricca di dettagli che hanno reso inconfondibile lo stile del maestro. In questo luogo Wright visse e lavorò nei primi anni della sua professione, e la stessa visita conserva quel carattere contemplativo. I numerosi disegni conservati o appesi alle pareti della minuscola biblioteca dello studio hanno un fascino antico ed eloquente. Anzi, gli stessi disegni, elaborati con antiche strumentazioni, conservano tutta quella ricchezza di dettagli e di particolari che li rendono espressivi e significativi per il fine ultimo dell’opera da realizzare. Altra importante architettura realizzata dal maestro nella cittadina di Oak Park è il Unity Temple. L’armonia di questa architettura e gli elementi decorativi che la caratterizzano sono un suggestivo esempio di quella che Wright definiva architettura organica. Ma non solo: i principi compositivi si pongono a fondamento di quel carattere dell’architettura moderna che ha in Wright un eloquente rappresentante.
Altro momento importante del workshop di Chicago è stato la visita al Building Bozzuto. Questo enorme grattacielo residenziale ha in sé tutto il carattere di un elemento costruttivo tipico della città americana. Nel Building Bozzuto c’è spazio per una piscina coperta con relativo solarium (su due piani), una sala con maxi schermo, un’area con terrazza per eventi, una palestra e un ambiente per riunioni e meeting. Il tutto a coronamento di unità abitative private che si caratterizzano non solo per la propria ampiezza (ne esistono di svariate dimensioni), ma anche per la gestione funzionale delle opere murarie e tecnologiche. Il tutto si inquadra in una visione dell’architettura che genera la città americana e che la rende affascinante agli occhi di noi professionisti europei.
Nell’ultimo giorno i partecipanti hanno effettuato un percorso guidato alle principali architetture di Chicago. Hanno avuto modo di visitare il Reliance Building che, con la sua facciata riccamente decorata da cornici in terracotta bianca, costituisce una sorta di realizzazione esemplare nel panorama dei grattacieli presenti in città. C’è stata occasione di entrare anche nell’atrio del Marquette Building, dove i ricchi mosaici rendono omaggio ad antichi esploratori francesi. Abbiamo potuto visitare Chicago Cultural Center dove la grande cupola in vetro Tiffany rende omaggio alle molteplici attività ospitate nell’edificio. A conclusione della mattinata l’Harold Washington Library Center, un edificio maestoso ricco di opere d’arte, come la grande biblioteca che una città come Chicago deve possedere. Al nono piano è da evidenziare la presenza del Winter Garden, uno spazio maestoso inondato di luce dove rifugiarsi per leggere, scrivere o più semplicemente meditare.
Nel pomeriggio della stessa giornata si è tenuta la visita all’IIT – Illinois Institute of Technology, nato nel 1940 dalla fusione dell’Armor Institute e del Lewis Institute, il cui campus è stato realizzato da Mies van der Rohe. Lì i partecipanti hanno potuto incontrare i rappresentanti del corpo docente che hanno illustrato loro la storia e l’organizzazione dell’istituto universitario. Ne è seguito un tour nei principali spazi dove i professionisti hanno valutato le differenze didattico-culturali tra l’università americana e quella italiana e vedere alcune delle 20 opere di Van Der Rohe ospitate nel campus.
Nell’ultima mattinata i partecipanti hanno visitato il Millennium Park. Sicuramente questo spazio verde costituisce un valore aggiunto alla metropoli americana e le architetture dello stesso finiscono per diventare un concreto esempio di arredo urbano. Tutto lo spazio è dominato dal Pritzker Pavilion, un gigantesco padiglione della musica opera di Frank Gehry. È affascinante guardare l’intreccio di vele d’acciaio che conferiscono alla vista un vago sentore di contemporaneità, anche se confrontate con i grattacieli sullo sfondo, di chiara impronta modernista. Nello spazio accanto è collocato l’oggetto più spettacolare del parco: The Bean, ovvero “il fagiolo”, per via della forma assolutamente curvilinea. Opera dell’artista Anish Kapoor si caratterizza per avere una superficie in acciaio inossidabile dalle giunture invisibili, che riflette il cielo e lo skyline della città circostante, invitando i passanti a toccare il grande volume e scattare fotografie. È importante notare che il Millennium Park costituisce una sorta di architettura per la città all’aperto dove, in estate, è possibile incontrarsi ed ascoltare concerti, in inverno, pattinare sul ghiaccio e prendere un the caldo. Con l’auspicio che la Fondazione Inarcassa ripeta, ancora una volta, l’esperienza appena vissuta, certamente in un’altra realtà urbana, ancora piena di stimoli e incentivi, che offra opportunità di business e che completi la voglia di conoscere e capire l’architettura e il mondo.
TESTIMONIANZE
“Nell’ambito di una strategia di sviluppo professionale sempre più interessata a esportare le proprie competenze all’estero, la missione svolta a Chicago, per il suo carattere di innovazione ma soprattutto per i contenuti altamente qualificati, ha costituito un nuovo e interessante focus nell’ambito della globalizzazione della professione.” Arch. Luisa Boccardi
“Un’ottima occasione per creare contatti con il mercato statunitense, le istituzioni e gli operatori della città.” Ing. Stefano Sapienza
“L’esperienza di Chicago, per concretizzarsi in un’opportunità professionale, deve trasformarsi in un’operazione di marketing costante e organizzata, collettiva e anche da parte dei singoli professionisti interessati.” Arch. Bruno Gabbiani
“Il confronto è fondamentale per uscire dall’intrinseca auto-validazione dell’essere bravi: bisogna farlo senza trascendere le proprie convinzioni ma sviluppandole con l’obiettivo di progettare e risolvere problemi.” Ing. Riccardo Brini
“Eccezionale occasione di scambio culturale, professionale e di amicizia con una realtà molto più vicina di quanto si possa pensare. Grazie a Salvo Bonanno e all’Istituto Italiano di Cultura per la grande professionalità ed ospitalità.” Ing. Gaetano Vinci
La cupola del Thompson Center, di Helmut John, nel Loop di Chicago
“Dopo la rovente esperienza emiratina del 2017, il 2018 della Fondazione Inarcassa mette in archivio la gelida atmosfera del Midwest statunitense con una significativa quantità di incontri, seminari e meeting formativi. Anche in questa occasione gli interventi dei relatori coinvolti si sono dimostrati precisi ed esaustivi. Il costante impegno della Fondazione Inarcassa a sostegno delle esigenze dei propri iscritti è veramente apprezzabile e meritevole.” Ing. Marco Molinaro
“Una tappa importante per il professionista che vuole internazionalizzare la propria attività. Un’occasione per conoscere la cultura e il territorio, confrontarsi con società, istituzioni e professionisti del settore, passando attraverso l’inaugurazione del Premio alla committenza Dedalo Minosse, il tutto tra momenti conviviali e una splendida accoglienza.” Arch. Michela Bosco
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