Alla prova del cambiamento

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Tra proclami, promesse e qualche gaffe, il nuovo governo si appresta ad onorare l’imponente ‘contratto del cambiamento’, riaccendendo i riflettori sul futuro previdenziale del nostro Paese. È ancora presto per valutare le prossime iniziative, ma la Storia ci insegna che sono rari i momenti che richiedono una rottura completa con il passato. Dum Romae consulitur, dobbiamo augurarci che l’intero sistema pensionistico non si trasformi in quella Sagunto che fu poi espugnata. Meglio sarebbe proseguire nel solco di un “rinnovamento nella continuità” che “assicura la bontà del progresso”, come diceva un grande politico scomparso da tempo. Una regola d’oro che ben si attaglia allo stile di Inarcassa. Così, in questi primi tre anni di mandato, impegnativi e appassionanti, abbiamo lavorato senza sosta al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati sin dall’inizio ed in cui abbiamo sempre profondamente creduto. Penso al miglioramento dei servizi di ascolto, al rinnovato dialogo con il territorio, alle prestazioni, alla solidarietà, alla gestione prudente, efficace e trasparente di un patrimonio in costante crescita, al compito attivo che ci siamo assunti anche nella difesa della professione. Le incertezze dei governi e le tante direttive che si sono succedute in questi tre anni non ci hanno distratto. La dimensione che la Cassa ha raggiunto, il ruolo che ha svolto e che può assumere sia nel contesto previdenziale, sia nella tutela e nella diffusione della cultura dei liberi professionisti italiani, è un patrimonio che non lasceremo disperdere nella canea della politica. Andremo avanti su questa strada. Proseguiremo con scelte né ovvie né semplici; certamente impegnative e responsabili. Difficili. Scelte rivolte alla tutela delle nostre categorie e alla costruzione di un welfare capace di rispondere alla crescente domanda di assistenza e di servizi, legata in primo luogo all’invecchiamento della popolazione, passando per il potenziamento delle prestazioni socio-sanitarie e di quelle a sostegno della famiglia. Obiettivi possibili non solo per Inarcassa, ma per tutte le Casse di previdenza che, come noi, vengono chiamate ad accompagnare ogni libero professionista durante l’arco della vita nella gestione di problemi, quelli sì, in continua evoluzione. Obiettivi raggiungibili con la forza della coesione e dell’unità. E questo sarà il vero cambiamento. Siamo oltre due milioni di liberi professionisti, non per obbligo ma per vocazione. Siamo portatori di competenze, conoscenze e know how che rappresentano il principale vantaggio competitivo a disposizione di chi saprà far ripartire il sistema. Abbiamo tutti i numeri non solo per contare di più ma per concorrere a definire ed attuare gli interessi generali del Paese. Ma serve stabilità e serve credibilità. È questo il dovere delle istituzioni e il compito della politica. Il nostro è di continuare a garantire il futuro dei liberi professionisti. A questa funzione, così vitale, nessuno di noi dovrà mai abdicare. 

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