Le città a misura di bici. Con l’emergenza Covid nascono le ciclabili transitorie
L’emergenza Covid molto probabilmente costringerà a riprogettare le città soprattutto per quanto riguarda la mobilità. Almeno fino all’arrivo del vaccino, sarà necessario ripensare il sistema dei trasporti urbani. Lo smart working in questo senso ha certamente fornito un aiuto riducendo l’affollamento su bus, metropolitane, treni e tram, e in generale contenendo il traffico di superficie. Ma ora con l’autunno molti lavoratori dovranno tornare in sede e il rischio che sui mezzi pubblici il cosiddetto distanziamento sociale non possa essere garantito è concreto. Dall’altra parte, però, non è nemmeno possibile incentivare l’uso dell’automobile. Le città italiane, già congestionate in condizioni normali, diventerebbero invivibili sia per l’allungamento dei tempi di viaggio, sia per la difficoltà di parcheggio, senza considerare la crescita dei livelli di inquinamento soprattutto nel periodo invernale.
L’unica soluzione potrebbe essere la bicicletta. Negli ultimi mesi si è registrato un vero e proprio boom delle vendite con una crescita del 60% e con 200 mila mezzi venduti nel solo mese di maggio. L’impennata delle vendite ha riguardato principalmente bici a pedalata assistita, che ora vengono vendute a prezzi più accessibili. Soprattutto in grandi città sono proprio queste biciclette a consentire di coprire lunghe distanze urbane nel percorso casa-lavoro. Si tratta di biciclette con motore elettrico da 250 W che si attiva solo se il conducente pedala, riducendo lo sforzo e garantendo una velocità stabile tra i 20 e i 25 km all’ora.
Tuttavia, se da una parte gli italiani hanno riscoperto la bicicletta (anche se in versione moderna), rimane il grosso problema infrastrutturale. Infatti, mezzi come le e-bike, che hanno una velocità limitata a 25 km all’ora, necessitano comunque di piste ciclabili sicure e quanto possibili lontane dal traffico veicolare. Infatti, la differenza di velocità con le automobili e l’indisciplina di certi automobilisti rischia di mettere a repentaglio la sicurezza dei ciclisti che potrebbero desistere nell’utilizzare la bici come mezzo di trasporto quotidiano. In questo senso, Roma e Milano si stanno dotando di piste ciclabili cosiddette transitorie (o “pop up”). Si tratta di tracciati indicati a terra con strisce bianche e gialle e dipinte di rosso all’altezza degli incroci, a carreggiata ristretta rispetto agli standard. Nella sola città di Roma sono previsti 150 km di piste ciclabili transitorie (in gran parte realizzati durante la scorsa estate). Certo, il fatto che la carreggiata ciclabile non sia protetta da un cordolo e non sia garantita la larghezza standard riduce il livello di sicurezza rispetto alle ciclabili canoniche che, per esempio nella Capitale, sono spesso realizzate su marciapiedi. Tuttavia, rimane l’unico modo per garantire la ciclabilità nelle grandi metropoli, in attesa di riprogettare il tessuto stradale, anche per garantire minori emissioni di gas inquinanti e maggior sicurezza a chi con la bicicletta già ci lavora, come i rider che consegnano cibo a domicilio.
Nel ridefinire le modalità di spostamento nelle grandi città, non si può non tenere conto anche della necessità di garantire un parcheggio sicuro alle biciclette. Una buona bicicletta meccanica può costare tra i 250 e i 350 euro. Una bicicletta a pedalata assistita ha un costo compreso tra gli 800 e i 3mila euro. Si tratta di cifre non indifferenti che potrebbero trasformarsi in un deterrente per i ciclisti di fronte al rischio di furti e atti vandalici. In questo senso è necessario non solo garantire un numero elevato di rastrelliere che consentano di fissare la bicicletta in sicurezza, ma anche di riprogettare i parcheggi sotterranei, garantendo spazi per le biciclette e colonnine di ricarica per le e-bike. In questo senso, incentivare i datori di lavoro nel garantire spazi aziendali dove lasciare in sicurezza la propria bici e magari garantire anche la possibilità di ricarica per monopattini ed e-bike, può aiutare il lavoratore che desidera spostarsi in bicicletta a non dover rinunciare a questa possibilità ecologica e salutare. ■
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