Una Riforma necessaria: le proposte dei Liberi Professionisti per migliorare il Codice dei Contratti

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Nuovo Codice Appalti: tavolo tecnico al MIT con gli stakeholders

Nel mese di luglio siamo intervenuti – ripetutamente – sul tema Codice dei Contratti, in vista dell’importante correttivo atteso per l’autunno. Abbiamo pubblicato un Manifesto sulle pagine del Corriere della Sera, condiviso le nostre posizioni al tavolo tecnico convocato dal MIT e, per ultimo, partecipato alla consultazione promossa dal Ministro Salvini riguardante le proposte di modifica al Codice dei Contratti. Quest’ultima iniziativa è stata una preziosa occasione per affrontare alcune delle criticità che affliggono una categoria, quella degli architetti e ingegneri liberi professionisti, spesso sottovalutata ma essenziale per la crescita e lo sviluppo del nostro Paese.

La situazione attuale e le esigenze di Riforma
Attualmente, il Codice dei Contratti Pubblici presenta diverse restrizioni che limitano l’accesso al mercato e la competitività dei giovani professionisti. Queste restrizioni non solo compromettono la qualità delle opere pubbliche, ma riducono anche le opportunità per i professionisti più giovani e le piccole e medie imprese, creando un mercato concentrato nelle mani di pochi grandi operatori. È fondamentale che il quadro normativo favorisca un ambiente più inclusivo e dinamico, dove il merito e la qualità delle competenze possano emergere senza ingiustificate limitazioni alla concorrenza.

Le nostre proposte di modifica al Codice dei Contratti
Art. 7: Limitazione dell’in house senza gara - Il ricorso indiscriminato all’in house senza gara deve essere limitato. Questo approccio, spesso abusato, distorce la concorrenza e svantaggia i liberi professionisti. È necessario garantire che i servizi tecnici siano acquisiti tramite procedure trasparenti e competitive, come previsto dalle normative europee.

Intervento del Presidente Andrea De Maio (in alto a sinistra) presso il “Parlamentino” del MIT
Partecipazione del Presidente Andrea De Maio al format “The Watcher Post”

Art. 15: Incentivi ai RUP e qualità nella pianificazione - È cruciale valorizzare il ruolo dei Responsabili Unici del Procedimento (RUP), legando gli incentivi al raggiungimento di obiettivi specifici e misurabili. Questo non solo migliorerebbe la qualità della pianificazione e dell’esecuzione delle opere pubbliche, ma eviterebbe anche l’uso distorto degli incentivi per quei servizi tecnici quali progettazione, Direzione Lavori e Collaudi che – invece – dovrebbero essere acquisiti ricorrendo al libero mercato.

Art. 44: Progettazione e Appalto integrato - Affidando la progettazione e l’esecuzione in capo ad un unico soggetto, di fatto, viene meno la posizione di terzietà del progettista rispetto all’esecutore e aumentano i rischi di conflitti di interesse; operando sotto il coordinamento dell’impresa, che lo indica, il progettista perde il suo fondamentale ruolo di garante esclusivo degli interessi della P.A. Per questo proponiamo di limitare al massimo il ricorso all’appalto integrato, ai soli casi residuali in cui l’elemento tecnologico o innovativo delle opere oggetto dell’appalto sia nettamente prevalente e l’impresa può dare un reale contributo in termini di innovazione.

Art. 59: Limiti agli accordi quadro per i servizi tecnici - Il ricorso all’accordo quadro, strumento contrattuale con il quale la P.A. accentra in un unico appalto di grande importo diversi incarichi più piccoli, determina un innalzamento dei requisiti di partecipazione, che, di fatto, limita la concorrenza e chiude il mercato dei servizi di ingegneria e architettura alle realtà professionali medio- piccole, “riservandolo” ai pochi grandi player.
Gli accordi quadro devono essere utilizzati esclusivamente per l’acquisizione di servizi standardizzabili e ripetitivi, escludendo i servizi tecnici che non lo sono in quanto richiedono personalizzazione e creatività intellettuale. Questo approccio favorirebbe una partecipazione al mercato più equa delle piccole e medie imprese, oltre che dei liberi professionisti.

Art. 60: Revisione prezzi obbligatoria - La clausola di revisione prezzi deve essere obbligatoria anche per i servizi di ingegneria e architettura a carattere istantaneo, per garantire una remunerazione adeguata ai professionisti che devono aggiornare i propri progetti, per ingiustificate dilazioni delle tempistiche di gestione da parte delle stazioni appaltanti.

Art. 66: Anagrafica e trasparenza per le società di ingegneria - È necessaria l’introduzione di un’anagrafica specifica per le società di ingegneria e altri operatori, comprese le Società tra professionisti di capitale. Questo per garantire chiarezza e rispetto degli obblighi contributivi, prevenendo fenomeni di elusione e distorsione del mercato.

Art. 100: Uniformità dei requisiti tecnici a quelli previsti per le imprese certificate SOA - Si propone di uniformare il periodo di riferimento per i requisiti tecnici a 15 anni per tutti, inclusi i liberi professionisti.

Allegato I.7: Clausola di revisione prezzi estesa e velocizzazione delle procedure - L’obbligo della clausola di revisione prezzi dovrebbe essere esteso anche ai servizi di progettazione. Inoltre, è necessario stabilire termini chiari e ridotti per la validazione dei progetti, garantendo così il pagamento tempestivo dei professionisti.

Art. 2, comma 6 dell’Allegato I.7: Estensione del DocFap - Si propone di estendere l’obbligo della redazione del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DocFap) agli interventi con importi superiori a 1.000.000 di euro, esclusi i lavori di manutenzione ordinaria, per migliorare l’efficienza della spesa pubblica.

Allegato I.13: Integrazione delle nuove prestazioni - Le modalità di determinazione dei corrispettivi devono includere tutte le nuove prestazioni richieste dal PNRR e dal quadro normativo vigente, come la relazione sui Criteri Ambientali Minimi (CAM) e la sostenibilità dell’opera.

Conclusioni
Le modifiche proposte possono essere fondamentali per creare un sistema di appalti pubblici più equo, che riconosca il valore e l’importanza dei liberi professionisti e delle loro strutture aggregate. Favorire una competizione sana e trasparente, offrendo pari opportunità a tutti gli attori del mercato, migliorerebbe anche la qualità delle opere pubbliche.

È importante che le istituzioni comprendano queste esigenze, necessarie a tutelare il futuro delle professioni tecniche e garantire una crescita sostenibile e inclusiva per il nostro Paese.

 

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