Un buon lavoro di squadra vince sempre

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Confermato il 4% per le Società di Ingegneria. Le sinergie hanno dato ottimi frutti

Senza troppi clamori, il 28 febbraio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del 2 dicembre 2016, n. 263 emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il cui titolo sembra voler ripensare la vita professionale di architetti e ingegneri liberi professionisti: Regolamento recante definizione dei requisiti che devono possedere gli operatori economici per l'affidamento dei servizi di architettura e ingegneria e individuazione dei criteri per garantire la presenza di giovani professionisti, in forma singola o associata, nei gruppi concorrenti ai bandi relativi a incarichi di progettazione, concorsi di progettazione e di idee, ai sensi dell'articolo 24, commi 2 e 5 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. E in buona sostanza così è, certamente per Inarcassa. Nell’art. 8, infatti, il Governo ha riconfermato, con una norma di fonte primaria, quanto già previsto per le Società di Ingegneria nel Regolamento Generale di Previdenza, sanando così il gap normativo che la disciplina del nuovo Codice Appalti aveva creato.

 

Recita l’art. 8: Fermo restando quanto previsto in materia di DURC dalla legislazione vigente, alle attività professionali prestate dalle società di cui agli articoli 2 e 3 si applica il contributo integrativo qualora previsto dalle norme legislative che regolano la Cassa di previdenza di categoria cui ciascun firmatario del progetto fa riferimento in forza dell’iscrizione obbligatoria al relativo albo professionale. Detto contributo dovrà essere versato pro quota alle rispettive Casse secondo gli ordinamenti statutari e i regolamenti vigenti.

Il buon esito di questo importante provvedimento è il frutto di un’azione sinergica fra Inarcassa, la sua Fondazione, le altre Casse tecniche, le istituzioni e il Governo, a testimonianza di quanto positivo possa risultare un “buon lavoro di squadra”.

Facciamo un passo indietro nel tempo per ricostruire l’intera vicenda.

Con una lettera congiunta inviata a metà maggio del 2016, insieme alle Casse tecniche Cipag, Eppi, Epap, Inarcassa si è rivolta al Governo per chiedere urgenti integrazioni al Dlgs 50/2016 sul nuovo Codice dei contratti pubblici. Si trattava infatti, prima di tutto, di sostituire un dettato che favoriva l’elusione contributiva e non sosteneva le regole della concorrenza, con uno di pari livello normativo. Il riferimento era al tema dei contributi, visto che la nuova disciplina ometteva ogni rinvio al versamento del contributo integrativo del 4% da parte delle Società di Ingegneria e di Professionisti all'ente previdenziale di riferimento. Un vuoto che, con la mancata imponibilità dei corrispettivi di progettazione in capo alle società, avrebbe prodotto importanti squilibri sia sui bilanci degli enti sia sui loro saldi previdenziali, con pesanti ripercussioni sulle molte categorie rappresentate. Una partita che, solo per citare il caso di Inarcassa, valeva circa 50 milioni di euro annui, pari al 17% del totale dei contributi integrativi e a circa il 5% delle entrate contributive. Somme che, come tutti gli enti coinvolti, la Cassa impiega a beneficio della collettività, per assistenza sanitaria, disabilità, invalidità, inabilità e maternità dei liberi professionisti, che non godono di pari tutele da parte dello Stato.

Siamo un ente di previdenza di primo pilastro e welfare – ha detto il presidente Santoro – una previdenza che è obbligatoria per i liberi professionisti sia che lavorino autonomamente sia che si mettano in società. C’è voluto quasi un anno, ma oggi siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto con il dettato del nuovo Decreto e della disponibilità del Governo a collaborare su una norma per noi così importante. In particolare per architetti e ingegneri, ma anche per quanto riguarda le altre Casse tecniche, le norme che regolano le nostre professioni devono garantire pari diritti e pari doveri agli operatori. Noi – ricorda ancora Santoro – abbiamo il dovere di tutelare i nostri iscritti, che devono poter contare su un sistema previdenziale solido, sostenibile e privo di ricadute finanziarie importanti. Continueremo a operare con le istituzioni per far ripartire lo sviluppo del Paese all’insegna del principio di legalità.

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