Torretta Pepoli di Erice Da monumento degradato a Osservatorio per la pace

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Un intervento conservativo e di rifunzionalizzazione ha ridato all’edificio Liberty l’antico splendore

Dopo decenni di abbandono e di degrado, la Torretta Pepoli di Erice in Sicilia è tornata allo splendore d’un tempo grazie ai lavori di recupero conservativo, rifunzionalizzazione e miglioramento geotecnico, grazie al finanziamento con fondi europei e comunali. Il progetto è stato redatto in diversi momenti dall’ingegnere Paolo Grammatico e dagli architetti Vito Corte, Luigi Biondo e Giulia Pace. Con l’attenta direzione dei lavori dell’architetto Luigi Biondo della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Trapani, nonché attuale direttore del Polo regionale per i siti culturali della medesima Provincia, il progetto ha reso possibile, con un sapiente lavoro di recupero, la rinascita dell’eclettico edificio voluto dal Conte Agostino Pepoli, dopo essere stato abbandonato dagli eredi per diversi decenni. Da luglio 2014 la Torretta è stata restituita dal Comune di Erice alla comunità internazionale e alla pubblica fruizione turistico-culturale diventando “Osservatorio permanente e Faro di Pace del Mediterraneo”. La Torretta, articolata su quattro livelli, risulta realizzata in stile liberty ed è posta su una piattaforma rocciosa prospiciente un notevole precipizio, praticamente sotto il giardino comunale e le torri del Balio. Con la sua originale tipologia e amenità del sito dove è stata realizzata, la Torretta ha una grande valenza paesaggistica e monumentale, tale da farla annoverare tra i più significativi simboli di Erice. Il sito sul quale è stato costruito lo straordinario edificio è stato testimone di luoghi del mito: dagli atleti Eryx ed Eracle, alla dea Venere, da Polifemo a Enea, dagli Elimi ai Fenici; millenni di leggende fuse con la storia di tanti popoli passati dal borgo incantato sulla montagna avvolta da nuvole e nebbia. La Torretta, recentemente acquisita dal Comune di Erice, fu fatta costruire nel 1870 dal Conte Agostino Pepoli, cultore, studioso e mecenate, con un progetto da lui stesso elaborato: fu il “pensatoio”, il luogo di ritiro, studio, meditazione e riposo per il Conte, ma anche singolare rifugio silenzioso, misteriosa “turris eburnea” dove, fra il verde e l’azzurro, tra il cielo ed il mare, ospitò vari uomini di cultura tra cui il letterato Ugo Antonio Amico, l’orientalista Astorre Pellegrini, il musicista ed etnomusicologo Alberto Favara, il ministro del Regno d’Italia Nunzio Nasi, il medievalista Bartolomeo Lagumina, l’araldista Vincenzo Palizzolo Gravina e l’archeologo Antonino Salinas, che con il Conte scoprì le lettere dell’alfabeto punico incise nelle mura della città, oltre a decine di altri studiosi, scienziati e artisti vari che qui potevano trovare alloggio nella tranquillità della montagna. Il progetto ha previsto il consolidamento del costone roccioso su cui sorge l’immobile, la realizzazione di un percorso pedonale per la fruizione del bene dal piazzale San Giovanni, il restauro con risanamento strutturale e il ripristino filologico della Torretta per riportarla allo stato di perfetta agibilità e funzionalità, l‘abbattimento delle barriere architettoniche ed il rifacimento di tutti gli impianti, oltre alla fornitura degli arredamenti e delle attrezzature per il museo multimediale.
 
La Torretta durante i lavori, si nota il ponteggio a sbalzo   Il cantiere ha dovuto superare condizioni logistiche difficilissime visto che la costruzione si trova a picco su di uno sperone di roccia sul versante est della montagna Ericina. La roccia sulla quale è stata costruita la Torretta aveva alcune lesioni piuttosto profonde ed è stato quindi necessario consolidarla avvolgendola con della rete prima sottile, poi più grande. Per fare ciò è stato necessario l’uso di un elicottero che ha trasportato dalla sede del cantiere in piazza San Giovanni, alcune matasse di rete metallica che gli operai rocciatori hanno poi steso lungo le pareti dello sperone di pietra sul quale sorge la Torretta. Delle robuste barre metalliche infisse nella roccia hanno consentito di sospendere nel vuoto il ponteggio e con questo di restaurare l’esterno e l’interno.
 
La splendida vista della Torretta dopo i lavori sotto il Balio e il castello di Venere
All’interno della torre circolare è stato possibile collocare una comoda scala a spirale fornita di un dispositivo per l’accesso dei diversamente abili al piano superiore. Gli interventi hanno seguito fedelmente antiche tecniche e finiture facendo uso di intonaci di coccio pesto, mattoni maiolicati ericini, infissi in legno di quercia. Le piastrelle bianco nere a coronamento delle torri, simbolo della famiglia nobiliare dei Sieri Pepoli, sono state ripristinate così come le volte in tufo. Analisi accurate sono state svolte per ricercare l’origine dei tufi usati per la costruzione, per appurare la presenza di eventuali intonaci o di microrganismi che potessero danneggiare le superfici esterne. Delle piccole luci segna-passo sono state collocate per permettere l’accesso anche notturno ed illuminare la straordinaria terrazza collegata alla torre quadrata che si affaccia su di una vista panoramica mozzafiato. È stato inoltre recuperato l’originario sentiero che portava alla torre con una bellissima pavimentazione in pietra, inghiottito nel tempo dai rovi e dalla vegetazione spontanea, e che oggi è tornato a collegare la Torretta alla soprastante Piazza San Giovanni e da lì al Balio ove si ha la possibilità di ammirarla dall’alto in tutta la sua bellezza.
 
All’interno della Torretta è stato realizzato un Museo interattivo multimediale dove è possibile rivivere, attraverso la voce del Conte Pepoli in qualità di narratore, la storia, il mito, la cultura e la tradizione dei personaggi che hanno lasciato un’impronta significativa nella città di Erice. La cabina di registrazione è dotata di un efficiente sistema internet per consentire ai capi di stato e di governo di tutto il mondo, ma anche ai semplici giovani e visitatori di passaggio, di dichiarare impegni e propositi di azione per promuovere la Pace nel Mediterraneo.
 
La Funzione di “Osservatorio di Pace”, voluta fortemente dall’Amministrazione Comunale Ericina, viene svolta attraverso il confronto interculturale ed interreligioso con una proiezione preferenziale verso le attuali problematiche internazionali e mediterranee, al fine di ricercare prospettive future di pace ed integrazione attraverso un processo di cooperazione condiviso dalle diverse culture e religioni del mediterraneo. Oggi, quindi, in un felice contrasto tra le atmosfere nostalgiche che avvolgono le possenti mura e i linguaggi più arditi della contemporaneità, il visitatore ritrova un piccolo gioiello per troppo tempo dimenticato e oggi invece rivitalizzato, godendo di un’esperienza sensoriale immersiva e pressoché unica. 

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