Ponti tra ingegneria e architettura

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Sin dall’antichità l’uomo fece uso di attraversamenti naturali che trovò a disposizione nella natura circostante: il tronco di un albero, grosse pietre o massi. Con il passare del tempo, con l’evolversi della vita e conseguentemente con le necessità di spostamento, grazie alla crescente diversità di materiali a disposizione e con l’avvento delle più recenti tecnologie, i ponti divennero presenze sempre più evidenti e imponenti che mutarono sensibilmente il panorama circostante. I ponti infatti possono rappresentare un “corpo estraneo” alla natura e imporsi sul paesaggio alterandone le caratteristiche, ma possono, di contro, inserirsi armoniosamente nel contesto ambientale e diventarne parte integrante.

Quale elemento determinante dell’infrastruttura, il ponte caratterizza il nostro ambiente edificato, ma è anche un simbolo con svariati significati e interpretazioni: è un collegamento, e pertanto rappresenta il superamento dei divari e delle differenze culturali o la partenza verso nuovi lidi.

Il ponte rappresenta la fusione di aspetti artistici e tecnici in una struttura portante innovativa, che deriva da un processo progettuale in cui competenze tecniche e abilità costruttive si fondono con tecnica, arte e fantasia. La componente strutturale del ponte non ha quindi soltanto la funzione di sostenere i carichi, essa deve adempiere a numerosi compiti e presta un contributo sostanziale all’espressione formale dell’opera.

Nel corso della storia i ponti hanno assunto caratteristiche e tipologie differenti in funzione del loro utilizzo (pedonale, viario, ferroviario), della loro collocazione (urbana, extraurbana, su acqua), delle tecniche utilizzate, ma sempre hanno costituito un centro di attrazione diventando un particolare monumento da fruire, un’infrastruttura da utilizzare da tutti.

 

Alcuni tra i ponti più famosi

Esaminiamo alcuni tra gli esempi più significativi che costituiscono punti di riferimento epocale, simboli di identificazione di luoghi, innovazione tecnologica, realizzazioni ardite o semplicemente straordinarie:

   

Firenze - Ponte Vecchio

Il primo Ponte Vecchio, in legno e pietra, fu realizzato in epoca romana e nel corso dei secoli fu distrutto molte volte dalle piene dell’Arno. Il ponte che ancora oggi possiamo ammirare e percorrere fu realizzato nel 1345 da Taddeo Gaddi, allievo di Giotto, ha una larghezza di poco meno di 19 metri, ha una lunghezza complessiva di circa 95 ed è costituito da archi ribassati che permisero la realizzazione di 3 anziché 5 campate, e conseguentemente più ampie in modo da permettere ai detriti portati dalle piene del fiume di fluire più agevolmente senza distruggere la struttura del ponte.

Fin dalla sua realizzazione il ponte fu considerato come la continuazione della strada urbana dove, inizialmente, trovarono sede botteghe popolari, fra cui i beccai, gli antichi macellai e i verdurai perché così potevano scaricare i loro rifiuti direttamente nel fiume.

Con la successiva realizzazione del Corridoio Vasariano nel 1565, tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, la nuova residenza dei Medici, le botteghe dei macellai e dei verdurai, più umili, lasciarono il posto a orafi gioiellieri e argentieri, che ancor oggi caratterizzano il commercio sul ponte.

 

Venezia - Ponte di Rialto

Situato nel cuore della città, tra il 1588 e il 1591 fu costruito per attraversare il Canal Grande, l'arteria più importante di Venezia, nel quartiere dei commerci caratterizzato da banchine affollate e vivaci mercati ed è stato fino al 1854, quando fu eretto quello dell'Accademia, l'unico modo per attraversare il Canal Grande a piedi.

Il primo Ponte di Rialto fu costruito attorno al 1181, pare fosse un ponte di barche, successivamente fu rifatto in legno e fissato su palafitte e assunse il nome di "ponte della Moneta" visto che, presso l'estremità orientale dell'opera, sorgeva l'antica zecca.

Fu eretto più volte e venne ricostruito sempre in legno ma più largo, con delle botteghe ai lati e con la parte centrale mobile per far passare gli alberi delle imbarcazioni, fu perciò chiamato di Rialto, come si è tramandato sino ad oggi.

Nella prima metà del XV secolo lungo i lati del ponte vennero costruite due file di negozi. I proventi derivanti dagli affitti, riscossi dalla tesoreria di stato, contribuivano alla manutenzione del ponte.

Subì ancora dei crolli e il Senato valutò di ricostruirlo con l'impiego della pietra per renderlo più stabile. Il progetto di Antonio da Ponte fu preferito a quelli di architetti famosi come Michelangelo, Sansovino e Palladio.

Il ponte risulta costituito da un'unica arcata di 28 metri di luce con due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati, che portano a una sezione centrale. Tutto il ponte è coperto da un porticato.

 

U.S.A. - New York - Il Ponte di Brooklyn

Reso celebre da molti film, il ponte di Brooklyn è uno dei simboli della Grande Mela che per molto tempo è stato il ponte sospeso più grande del mondo e il primo ad essere stato costruito in acciaio: fu inaugurato nel 1883, su progetto dell’ingegnere tedesco John Augustus Roebling.

La costruzione del ponte costò 15,5 milioni di dollari dell'epoca e richiese la manodopera di 600 operai, 27 dei quali persero la vita durante i lavori, tra cui anche progettisti, la maggior parte per embolia gassosa dopo aver effettuato immersioni nelle camere di scavo sottomarine.

La base del ponte è composta da travi di acciaio del peso di 4 tonnellate ciascuna agganciate a tiranti verticali il cui scopo è mantenerle in equilibrio. Il Brooklyn Bridge è inoltre costituito da 4 cavi d’acciaio ancorati agli estremi e sostenuti da torri neogotiche in granito, distanti tra loro 487 metri. Attraverso una doppia arcata a sesto acuto, all’interno delle torri, in corrispondenza dell’impalcato, sono state realizzate due strade parallele, ciascuna a tre corsie destinate al traffico veicolare nelle due direzioni e quelle centrali sono per metà pista pedonale e per metà pista ciclabile.

 

Ponte Vecchio, Firenze. Foto: Andrea Mombelli
 
Il Ponte di Brooklyn può comunque vantare, a oggi, tre non indifferenti primati: è il più antico ponte eretto a New York sull'East River (lo seguirono il ponte di Williamsburg nel 1903, quelli di Manhattan e Queensboro nel 1909 e il Triborough Bridge negli anni Trenta), è stato il primo ponte sospeso in acciaio mai costruito e, all'epoca della sua apertura, era considerato il più lungo tra tutti i ponti del mondo.

Il ponte che collega Brooklyn a Manhattan è lungo 1.825 metri e largo 26 metri.

 

U.S.A. - San Francisco - Golden Gate Bridge

Il Golden Gate Bridge, una volta chiamato “il ponte che non si poteva costruire”, è il simbolo di San Francisco, aperto nel 1937 dopo quattro anni di lotta contro il vento inarrestabile, la nebbia, le rocce e le insidiose maree.

Il Golden Gate Bridge è un ponte sospeso che sovrasta il Golden Gate, lo stretto che collega l'Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco.

Il ponte, includendo anche le rampe di accesso, misura 2,71 km con una distanza tra le torri ("campata principale") di 1.282 m.

L'idea di un ponte che collegasse San Francisco e la Marin County derivò dalla necessità di rendere più veloce e sicuro il collegamento, fino ad allora effettuato con i traghetti.

Il progettista e direttore lavori del ponte fu l’ingegnere Joseph, che aveva già progettato oltre 500 ponti mobili, ma tutti molto più piccoli e situati nell'entroterra. Egli si avvalse della collaborazione dell’architetto Irving Morro, responsabile per le decorazioni e la scelta del colore, l'ingegnere Charles Alton Ellis e il progettista di ponti Leon Moisseiff, essi collaborarono alla risoluzione dei problemi strutturali. Il calcolo strutturale del Golden Gate bridge fu impostato sulla previsione di correnti di 185 km/h e oscillazioni pari a 8 metri.

 

Ponte Castel Sant'Angelo, Roma. Foto: Andrea Mombelli
 

Millennium Bridge, Londra. Foto: Andrea Mombelli
 

Il Golden Gate Bridge and Highway District fu costituito nel 1928 come entità incaricata ufficialmente della progettazione, costruzione e finanziamento del ponte. Rappresentanti delle diverse contee sedevano nel consiglio di amministrazione del District, i cui elettori, nel 1930, approvarono il finanziamento del progetto grazie ad un programma speciale di obbligazioni che poneva le loro case, le loro fattorie e le loro attività commerciali a garanzia. Questo programma di obbligazioni garantì i primi 35 milioni di dollari.

L'ingegner Strauss rispettò le scadenze e permise di risparmiare oltre un milione di dollari sul preventivo.

La costruzione iniziò il 5 gennaio 1933 e terminò nell'aprile del 1937.

L'ultima delle obbligazioni fu rimborsata nel 1971 e il bilancio finale vide la restituzione del capitale iniziale di 35 milioni più circa 39 milioni di dollari di interessi interamente recuperati grazie ai pedaggi.

Il colore del ponte è una tonalità di arancione chiamata arancione internazionale. La scelta deriva dal fatto che l'acciaio utilizzato veniva conferito con un rivestimento di tale colore anticorrosivo, che venne successivamente confermata dall'architetto Irving Morrow in quanto si fondeva con i colori del paesaggio circostante e perché rende la struttura più visibile nella nebbia.

All’estremo sud e al centro del ponte sono sistemati due corni che, con il loro suono, indirizzano le navi nelle giornate nebbiose, mentre sulla cima dei piloni sono installati speciali dispositivi per la segnalazione luminosa agli aerei.

Il transito sul ponte, a pedaggio, è stimato in circa 40.000.000 veicoli all’anno.

Il Golden Gate Bridge è largamente considerato uno dei più notevoli esempi di ingegneria applicata alla costruzione di ponti, sia per il progetto strutturale che per la sua estetica.

 

Olanda - Rotterdam - Erasmus Bridge

Il Ponte Erasmus costituisce il simbolo di Rotterdam, fu inaugurato dalla Regina Beatrice nel 1996 come collegamento tra la parte Nord e la parte Sud della città olandese, mettendo in comunicazione il centro storico cittadino con il nuovo quartiere di Kop van Zuid, vecchia zona portuale dismessa che grazie al numero di opere contemporanee presenti, realizzate da architetti di fama internazionale, ha attribuito a Rotterdam il titolo di Città dell'Architettura 2007.

Il ponte, costituito da due strutture in acciaio di differente tipologia, unite tra loro, fu progettato da Ben van Berkel, ha una lunghezza di 800 metri con un particolare pilone di forma asimmetrica, alto 139 metri fissato da 32 stralli, che proprio per il suo aspetto è stato soprannominato “il cigno”. Quest’ultimo è costituito da due campate di cui la maggiore di 284 metri è strallata, mentre l’altra di 74 metri è appoggiata.

Il ponte è stato progettato con percorsi riservati ai pedoni, ai ciclisti, ai tram e alle macchine; è stato anche previsto, nella parte inferiore, un parcheggio di 340 posti auto.

Un tratto del “cigno” è inoltre caratterizzato da un ponte levatoio per consentire il transito delle navi.

Di notte il gioco di luci, ideato dallo stesso progettista del ponte, crea un particolare effetto suggestivo che si riflette sulle acque sottostanti.

 

Il Ponte di Akashi Kaikyō

Nel 1998 in Giappone venne inaugurato il Ponte sospeso più lungo del mondo, una complessa opera ingegneristica che collega l’isola di Honshū, dove sorge la città di Kobe, all’isola Awaji ed è lungo 3.911 metri, alto 282,8 metri.

Il ponte, progettato dall’Ingegnere giapponese Satoshi Kashima, è interamente realizzato in acciaio ed è costituito da tre campate le cui luci sono, rispettivamente 1.1191, 1.410, e 1.624 metri. È costituito da due piloni di sostegno, cavi di sospensione e impalcato. Ogni pilone è formato da due elementi convergenti verso l’alto e collegati da elementi a X e da due elementi orizzontali.

I progettisti dovettero tener conto di importanti fattori naturali quali le fortissime raffiche di vento (fino a 200 km/h) e i devastanti terremoti. Furono, infatti, inseriti nelle strutture degli stabilizzatori in modo da contrastare i venti ed equilibrare le pressioni asimmetriche da questo esercitate sulle superfici esposte.

Già in fase di realizzazione, durata dieci anni, il ponte fu scosso da un forte terremoto a Kobe in cui morirono 15.000 persone, ma che non determinò danni strutturali. Il progetto fu così rivisto alla luce degli eventi verificatisi e fu completato.

Il colore grigio-verde chiaro con il quale è stato rifinito lo inserisce armoniosamente nel contesto ambientale a contrastare l’intenso azzurro del cielo e del mare, tanto che il ponte di Akashi Kaikyō è detto anche “ponte delle perle” per la sua particolare illuminazione notturna.

 

Conclusioni

Il ponte è uno dei simboli più importanti della storia dell’uomo: unisce e mette in comunicazione le rive di due fiumi o due terre separate dall’acqua.

Rappresenta un così forte valore simbolico che l’uomo tenta ancor oggi di superare i suoi limiti con vere e proprie opere di ingegneria e architettura nel tentativo di unire ciò che la natura ha diviso.

Se l’uomo ha la capacità di distruggere, ha anche la capacità e la volontà di ricostruire e la tecnologia è il mezzo che gli consente di perseguire questa sua missione, questa sua sfida. Il ponte è un abbraccio che unisce, lega, accomuna sfidando il tempo, divenendo un simbolo che contraddistingue il suo operato, che individua inequivocabilmente una località, un punto di riferimento, quasi una pietra miliare ed è questo che lo rende grande.

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