Il Bilancio consuntivo 2019 fotografa la solidità di Inarcassa. Avanzo primario da record

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Lo scorso anno l’Associazione registra anche il miglior saldo patrimoniale degli ultimi cinque anni

Si chiude nel migliore dei modi il Bilancio consuntivo 2019 di Inarcassa. In base ad alcuni parametri, l’avanzo primario è stato il migliore mai registrato nella storia dell’Ente, mentre si registra il miglior saldo patrimoniale degli ultimi cinque anni.
Lo scenario macroeconomico in cui si è inserito il Bilancio del 2019 è stato caratterizzato da un’economia mondiale in rallentamento. Alla base di questa evoluzione del ciclo economico ci sono state in primo luogo le “guerre” tariffarie avviate dall’amministrazione americana, che hanno frenato i piani di investimento delle imprese alimentando un clima di crescente incertezza, e il minor dinamismo dell’economia cinese; l’attività economica è stata inoltre condizionata dalle tensioni politiche in diversi Paesi a partire dalla Brexit in Europa.
L’indebolimento del commercio internazionale e il crollo dell’industria tedesca hanno influenzato negativamente l’attività produttiva in Italia, ponendo fine alla ripresa che era iniziata nel 2014 e che nel 2017, pur rimanendo al sotto di quella dei principali paesi dell’area euro, era stata comunque robusta (+1,7%). La crescita si è bruscamente arrestata a partire dal secondo trimestre del 2018. Da quel momento l’ economia italiana è sostanzialmente entrata in una fase di stagnazione prolungata, con una caduta della produzione industriale media del 4,3% nel 2019 ma con un aggravamento nella parte finale dell’anno.
Il quadro di finanza pubblica delineato dal Governo nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NaDEF) ha indicato un miglioramento dei saldi di bilancio, dovuto principalmente alla riduzione dello spread e a un trend meno dinamico di alcune poste della spesa pubblica (su tutte, Quota 100).
I conti finanziari delle Casse nella loro globalità hanno presentato un quadro favorevole, caratterizzato da saldi positivi. Per le Casse che operano nell’ambito del Decreto legislativo n. 509/94, il rapporto tra contributi e pensioni è superiore all’unità (1,6), grazie soprattutto a un rapporto demografico tra iscritti e pensionati ancora piuttosto elevato, anche se in graduale riduzione. La platea degli iscritti si sta infatti progressivamente “spostando” verso età più elevate: tra il 2005 e il 2018, gli iscritti di età compresa tra 30 e 40 anni sono diminuiti dal 33,6% al 21,5%, mentre quelli tra 50 e 60 anni sono aumentati dal 18% al 25%. Questa tendenza, che alcune Casse stanno già sperimentando più di altre, è destinata ad accentuarsi nei prossimi decenni, a seguito del processo di maturazione delle gestioni.
Per quanto riguarda il saldo della gestione previdenziale di Inarcassa – che per il 2019 è stato pari a 422 milioni di euro -, è influenzato dai flussi contributivi e da quelli legati alle prestazioni istituzionali. Ad influenzare questi flussi sono la dinamica degli iscritti e delle società di ingegneria (che al 31 dicembre 2019 si attestano, rispettivamente, a 168.501 e a 7.632 unità), il volume dei redditi e del fatturato (che registrano un incremento del 6,4% e del 6,3% rispetto ai valori del 2017) e la misura della contribuzione minima (che ha assicurato al risultato proventi per 430 milioni di euro).
 
 

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I flussi previdenziali e quelli assistenziali sono loro volta influenzati dal numero dei beneficiari (che al 31 dicembre scorso si attestano a 36.269 pensionati) e dall’onere medio delle prestazioni (che cresce dello 0,8% rispetto al 2018). Nel 2019 il rapporto tra iscritti e pensionati è risultato pari a 4,7, in lieve riduzione rispetto al 4,9 del 2018 per effetto del fisiologico aumento delle prestazioni e di una stabilizzazione del numero degli iscritti comunque superiore a quello medio degli Enti di previdenza che fanno capo al Decreto legislativo n. 509/94 (4,47 nel 2018).
 

 
 
La maggior parte degli investitori ricorderanno il 2019 come un anno eccellente, con rendimenti positivi per la maggior parte delle classi di attivo. Nonostante una crescita degli utili sommessa, i mercati azionari globali hanno dato rendimenti robusti guidati principalmente dall’aumento delle valutazioni. Anche per questi fattori il saldo della gestione patrimoniale di Inarcassa è più che positivo. A fine dicembre il patrimonio dell’Ente a valori correnti di mercato si è confermato prossimo agli 11,6 miliardi di euro con un contributo positivo di tutte le componenti soprattutto quelle azionarie, grazie al nuovo marcato aumento delle quotazioni sia a livello domestico che internazionale. L’attività gestionale è stata supportata e validata dalla verifica periodica dei parametri di rischio/rendimento attesi dell’Asset Allocation Strategica effettuata dalla società esterna del controllo del rischio, la quale ha evidenziato una tendenza alla riduzione del rischio complessivo del portafoglio di investimento.
 

Il Bilancio di Inarcassa, cos’è e come si legge

Sotto il profilo normativo in senso “allargato”, Inarcassa nel rispetto del D.Lgs 509/1994 è una Associazione di diritto privato senza scopo di lucro che svolge attività di interesse pubblico con autonomia gestionale e finanziaria e che, sotto il controllo della Corte dei Conti e dei Ministeri Vigilanti, opera in base allo Statuto e al Regolamento Generale di Previdenza.

In quanto Associazione di diritto privato è inquadrata all’interno del Libro I - Titolo II - del codice civile mentre, sotto il profilo fiscale, l’articolo 73 del TUIR la rileva quale Ente Non Commerciale.

Per quanto concerne il Bilancio Previsionale e il Bilancio Consuntivo, in termini di principi ispiratori e criteri di elaborazione, Inarcassa ha reputato opportuno attenersi alla logica dell’Ente di Diritto Privato alla quale si ispirano i contenuti del Regolamento di contabilità approvato dai Ministeri Vigilanti.

Logica diversa per il Bilancio Tecnico, strumento di previsione pluriennale, previsto dalla Legge per valutare la capacità dell’Ente di far fronte finanziariamente agli impegni maturati nei confronti degli associati, nonché il livello di adeguatezza delle prestazioni attese. Attualmente la disciplina relativa al bilancio tecnico è data dal Decreto Interministeriale del 29 novembre 2007 che, in applicazione della Legge 296 del 2006, ha ampliato l’orizzonte temporale di previsione attuariale, portandolo a 50 anni. Al tempo stesso, vengono introdotti in maniera organica i principali elementi guida per la redazione delle previsioni attuariali che possono essere standard o specifiche. Per proiezioni standard si intendono quelle realizzate utilizzando i valori previsti dalla Legge e validi per tutti gli enti previdenziali tenuti all’elaborazione del bilancio tecnico, cui le Casse possono derogare utilizzando parametri specifici, allorquando l’adozione di uno o più parametri standard risulti poco prudenziale rispetto alla reale situazione economico finanziaria dell’ente ovvero non appropriata con le specificità oggettive dell’Ente.

 

Finalità e postulati del Bilancio Consuntivo

 

Le finalità ed i postulati del Bilancio sono specificamente richiamati dall’art. 2423 del Codice civile. L’art. 2423 comma 2 del codice civile, fissa la clausola generale ovvero la finalità primaria del bilancio secondo la quale quest'ultimo “deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio”.

Secondo la Relazione ministeriale al D.Lgs. 127/91 la formula «rappresentare in modo veritiero e corretto» ha inteso costituire la fedele traduzione dell'espressione «true and fair view» cui fa riferimento la Direttiva.

Inoltre secondo la stessa Relazione ministeriale, «l'uso dell'aggettivo veritiero, riferito al rappresentare la situazione patrimoniale, economica e finanziaria, non significa pretendere dai redattori del bilancio né promettere ai lettori una verità oggettiva, irraggiungibile con riguardo ai valori stimati, ma richiedere che i redattori del bilancio operino correttamente le stime e ne rappresentino il risultato.

Il terzo comma del predetto articolo 2423 del Codice civile stabilisce che se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo. Ciò significa che è già previsto che non sia possibile per le norme di legge regolare tutte le situazioni che si possano manifestare.

L’art. 2423 introduce, inoltre, l'obbligo della deroga qualora, in casi eccezionali, l'applicazione delle disposizioni di legge sia incompatibile con una rappresentazione veritiera e corretta. Questa norma rafforza la portata del principio generale, richiedendo la deroga a criteri specifici di rappresentazione o valutazione al fine di ottenere un'immagine veritiera e corretta a livello sostanziale e non solo formale.

L’art. 2423-bis, aggiornato dal D.Lgs. 6/03 nel punto 1 del comma 1, stabilisce inoltre alcuni postulati generali che devono essere rispettati nella redazione del bilancio:

 

  1. la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell'attività, nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo o del passivo considerato;
  2. si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell'esercizio;
  3. si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio, indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento;
  4. si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo;
  5. gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente;
  6. i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all'altro. Deroghe a tale principio sono consentite in casi eccezionali, purché la nota integrativa motivi la deroga e indichi l’influenza sulla rappresentazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico.

 

La formazione del bilancio di esercizio inteso come strumento d'informazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell'impresa in funzionamento, cioè di un'impresa caratterizzata da una continuità operativa, si fonda su principi contabili. Si tratta dei criteri, delle procedure e dei metodi di applicazione, che stabiliscono l'individuazione dei fatti da registrare, le modalità di contabilizzazione degli eventi di gestione, i criteri di valutazione e quelli di esposizione dei valori in bilancio.

I postulati del bilancio costituiscono i fondamenti e le regole di carattere generale cui devono informarsi i principi contabili applicati alle singole poste di bilancio incluse quelle relative ad imprese che operano in settori specialistici. I principali sono l’utilità del bilancio d'esercizio per i destinatari e completezza dell'informazione, la prevalenza degli aspetti sostanziali su quelli formali, la comprensibilità (chiarezza), la neutralità (imparzialità), la prudenza, la periodicità della misurazione del risultato economico e del patrimonio aziendale, la comparabilità, l’omogeneità, la continuità (costanza) di applicazione dei principi contabili ed in particolare dei criteri di valutazione. A questi si aggiungono la competenza, la significatività e rilevanza dei fatti economici ai fini della loro presentazione in bilancio, il costo come criterio base delle valutazioni di bilancio dell'impresa in funzionamento, la conformità del complessivo procedimento di formazione del bilancio ai principi contabili, la funzione informativa e completezza della nota integrativa e delle altre informazioni necessarie. Infine, last but not least, la verificabilità dell'informazione.

I principi contabili applicati sono espressi in documenti separati per le specifiche poste di bilancio.

Composizione e schemi del Bilancio Consuntivo

In base al disposto civilistico il Bilancio Consuntivo si compone di tre parti:

 

  • Stato Patrimoniale, che evidenzia la situazione patrimoniale dell'impresa alla fine dell'esercizio. In particolare è il prospetto del Bilancio che mostra l’ammontare, in un dato istante, del patrimonio o capitale dell’impresa e la sua composizione; è suddiviso in due sezioni: attivo e passivo; si basa sull’equazione fondamentale della contabilità: attivo = passivo + patrimonio netto.
  • Conto Economico, che dimostra il risultato economico conseguito nell'esercizio. In particolare è il prospetto del Bilancio che mette in evidenza il processo di formazione del Reddito di esercizio, mostrandone la composizione e cioè i singoli costi e ricavi. Il reddito di esercizio (ricavi - costi) può essere: positivo e si parla in tal caso di utile di esercizio; negativo e si parla in tal caso di perdita di esercizio.
  • Nota integrativa, che svolge con linguaggio discorsivo e con tabelle una funzione esplicativa e di analisi dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico, presentando tutte quelle informazioni che non hanno contenuto contabile e commentando i criteri di valutazione applicati (indici di bilancio).

 

Esiste sempre una connessione tra Patrimonio e Reddito. Infatti il Patrimonio aumenta grazie alla produzione di Reddito positivo (utile) e diminuisce in caso di Reddito negativo (perdita). Inoltre, ogni valore che influisce sul Reddito modifica anche il Patrimonio e viceversa. Questo legame si evidenzia nel bilancio grazie al fatto che l’utile (o perdita) di esercizio che si ottiene nel conto economico rappresenta una delle voci che compongono il Patrimonio Netto nella sezione del passivo dello Stato Patrimoniale.

Il Bilancio Consuntivo ha lo scopo di fornire una serie di indispensabili informazioni sulla situazione economica e finanziaria relativa alla gestione, in particolare per esigenze informative da parte di “terzi” (Stato, finanziatori, azionisti, ecc.)

La lettura del Bilancio svolge per il management, che ha la responsabilità del controllo, una funzione segnaletica dello stato di salute dell’Ente. Questa lettura consente di evidenziare la redditività, ovvero la capacità di remunerare il capitale investito, la liquidità, cioè la capacità di fronteggiare i fabbisogni finanziari derivanti dalla gestione, e la solidità patrimoniale, ovvero la misura del bilanciamento tra capitale proprio e capitale di terzi.

 

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