Etica e legalità nella professione: a Palermo un nuovo Osservatorio

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Per una nuova primavera delle professioni

Sono trascorsi 24 anni da quel 23 maggio del 1992 che ha cambiato la storia del nostro Paese sotto il peso di quei 1.000 chili di tritolo che hanno dissolto le vite di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Un 23 maggio che arriva ogni anno come un fendente e serve per scuotere le coscienze di tutti i cittadini e non solo dei palermitani.

L’Ordine degli Architetti di Palermo, impegnato in prima linea come presidio di legalità, ha deciso di ricordare quell’evento onorando la memoria di Giovanni Falcone e di tutte le vittime innocenti delle mafie con l’organizzazione di un grande evento, la Conferenza Nazionale sull’Etica e la Legalità nella professione di architetto, proprio nel giorno della ricorrenza. E per fare questo ha scelto il Comitato Professionisti Liberi di Palermo (www.professionistiliberi.org) come partner qualificato e attento ai temi dell’etica e della legalità nelle professioni.

Il tema dell’etica nelle professioni è quanto mai centrale e attuale in un epoca storica nella quale basta leggere le pagine dei quotidiani o dei blog sulla rete per rendersi conto che viviamo in un momento storico nel quale il rispetto delle regole è spesso violato da chi cerca facili scorciatoie per illeciti arricchimenti, o da chi presta il proprio sapere per consentire alla criminalità di riciclare con più facilità i proventi delle loro attività illecite. L’istituzione presso gli Ordini professionali dei Consigli di disciplina, che operano dal 2014, ha di fatto impedito ai Consigli degli Ordini di trattare tutte le questioni di tipo deontologico, ma questo non vuol dire che gli Ordini non si possano più occupare di tali questioni. Infatti i Consigli di disciplina entrano in azione solo a ipotesi di reato commessa e valutano la possibilità di emettere un provvedimento disciplinare e comminare una pena, ma non si occupano, di norma, in via preventiva di questioni di tipo deontologico. È per questo che un Ordine degno di questo nome deve avere il compito di provare a costruire un profilo etico del professionista soprattutto quando si opera in realtà complesse, sotto il profilo sociale, come quella di tante parti del territorio italiano.

Da qui l’esigenza di costituire presso l’ordine degli architetti PPC di Palermo un Osservatorio sull’etica e legalità nella professione, al fine di monitorare e, possibilmente, orientare con la diffusione di una sana cultura della legalità i propri iscritti per guidarli dentro un alveo sicuro dove l’onestà intellettuale e il rispetto delle regole possano fare da principio costitutivo per la costruzione di una carriera professionale di specchiata moralità, cosi come dettano i principi dei codici deontologici che siamo tenuti a rispettare. Le attività dell’Osservatorio saranno più incisive se si riuscirà a costituire una rete con gli altri Ordini professionali e se si riuscirà a coinvolgere il più possibile la cittadinanza.

La prima attività posta in essere dall’Osservatorio, costituito presso L’Ordine degli Architetti di Palermo, è stata la Conferenza Nazionale sull’Etica e la Legalità nella professione di architetto, inserita tra le manifestazioni celebrative del 90° anniversario di fondazione del nostro prestigioso Ordine che ricorre proprio nel 2016. Nella manifestazione di quest’anno si sono messe al centro riflessioni sul ruolo e la responsabilità sociale del professionista nonché su tutte le criticità emerse dalla prima applicazione della norma che introduce i Consigli di disciplina.

Ha aperto i lavori l’architetto Franco Miceli, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Palermo che, in linea con la sua gestione politica innovativa e aperta ai contribuiti esterni, ha debuttato con lo slogan “Contro la nuova mafia serve una Primavera delle professioni. Una stagione in cui battaglie per il lavoro e contrasto all’illegalità devono formare un unico binario”. E ancora: “È inutile nasconderci dietro un dito: la mafia è cambiata, spara sempre meno e si dedica agli affari. Per questo ha sempre più bisogno di competenze e queste competenze le trova nel mondo delle professioni tecniche e non solo, aiutata dalla profonda crisi in cui versa, da tempo, il lavoro professionale. Tutto ciò induce a un progressivo abbassamento del valore sociale e della qualità della nostra opera oltre che allo stravolgimento della libera concorrenza”.

Tanti gli elementi di riflessione: dal confronto con la pubblica amministrazione – dal tavolo è arrivato l’invito della responsabile della Regione Siciliana dell’Anticorruzione dott.ssa Luciana Giammanco a “inviare consigli e contributi per migliorare il sistema di organizzazione e controllo” –, alle emergenze interne alla categoria alle prese con ribassi altissimi, concorrenza sleale, nuovo caporalato e illegalità diffusa. Di particolare interesse l’intervento di Walter Parlato, componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine di Palermo che, entrando nel merito della sua esperienza, ci ha descritto alcune situazioni davvero paradossali: “… Ci siamo trovati davanti a casi di architetti che si sono spinti perfino a falsificare alcune autorizzazioni di enti pubblici, altri colleghi ci raccontano, invece, di essere costretti a lavorare per pochissimo a servizio di altri”.

Di ampio respiro l’intervento del prof. Maurizio Carta, presidente della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo per il quale “è arrivato il momento di stilare un’agenda dell’etica e della legalità che passi attraverso una reurbanizzazione partecipata delle città in cui l’architetto sia il professionista in grado di trovare soluzioni per una città smart e sostenibile così come sta avvenendo nelle maggiori città europee. Questo – ha detto – è l’Obiettivo 2025 da realizzare in collaborazione con i cittadini e le istituzioni”.

Sono intervenuti all’incontro anche il presidente della Fondazione Arching di Inarcassa, Andrea Tomasi, che ha strappato tre fragorosi applausi quando ha introdotto il tema del mercato del lavoro dei liberi professionisti troppo spesso poco chiaro e con i confini talmente labili da far sì che oggi i liberi professionisti sono costretti a svendere la loro professionalità in gare al massimo ribasso che mortificano la qualità progettuale e la dignità professionale.

Di sicuro interesse anche l’intervento della prof.ssa Stefania Pellegrini, giurista, titolare di Etica delle professioni e del primo corso di Mafia e antimafia istituito in Italia dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, che ha messo al centro il ruolo sociale del professionista.

Ha chiuso i lavori Fabrizio Pistolesi, segretario del Consiglio nazionale APPC che ha messo a fuoco l’importanza della semplificazione delle procedure per l’affermazione dei principi di legalità.

In conclusione è stata una giornata davvero proficua, durante la quale i 500 colleghi che hanno partecipato in massa a questa iniziativa hanno avuto la possibilità di assistere a un serrato confronto di idee per definire i confini entro i quali occorre operare per affermare sempre e comunque i principi di etica e di legalità come unica strada per ridare dignità e concretezza alla nostra professione. Il modo migliore per ricordare, il 23 di maggio, tutti quegli uomini diventati, loro malgrado eroi, solo perché facevano con dignità il loro mestiere.

 

Visita il Il sito del Comitato Professionisti Liberi dove è possibile sottoscrivere il Manifesto

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