Da Inarcassa più attenzione alle libere professioniste

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Il tasso di occupazione femminile in Italia segna almeno 19 punti percentuali in meno rispetto a quello maschile. Uno dei più bassi in Europa. Ed è anche molto più basso il livello medio dei redditi, a fronte di un maggiore impegno nell’assistenza familiare. Questi dati si riflettono negativamente sulle donne lavoratrici, anche dal punto di vista dell’accantonamento per un futuro previdenziale.

Le donne che svolgono la professione di architetto non si sottraggono a questa situazione di minor tutela ed è necessario trovare forme di riequilibrio e di attenzione a questo fenomeno. Indicazioni importanti in questa direzione sono venute dall’intervento del presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro al seminario formativo di Verona del 4 luglio scorso su prestazioni e assistenza.

 

L’assistenza informale

“La prima assistenza, e quasi sempre unica e sola, all’interno di una famiglia – ha osservato preliminarmente il presidente Santoro dopo aver affrontato i temi più generali della previdenza, anche alla luce della riforma del 2012 – è svolta dalla donna: assistenza non solo per i figli, ma anche per i genitori, i parenti in generale e gli anziani”. L’assistenza informale sta assumendo in Italia numeri assolutamente rilevanti ed è destinata a crescere in conseguenza dell’invecchiamento della popolazione. “Inarcassa – ha detto il Presidente – ha messo in campo importanti provvedimenti sulla Long Term Care – ora in attesa del via libera da parte dei ministeri vigilanti – e ciò in relazione al fatto che nella stragrande maggioranza dei casi la cura e l’assistenza per le diminuite capacità di vita dei familiari sono a carico della componente femminile dei liberi professionisti”.

Al contrario, in Europa, molti Paesi riescono a sostenere queste attività con aiuti e misure compensative laddove ci siano perdite di reddito da parte delle donne a causa dell’assistenza familiare. In Italia mancano iniziative sociali di genere: la scarsa presenza di politiche attive del lavoro e l’inadeguatezza dell’offerta per i figli in età prescolare, quindi una generale mancanza di “conciliazione” con la famiglia, determinano una caduta di reddito inevitabile.

Inoltre – in questo ambito – l’Italia denota una diversità di comportamento tra regione e regione.

 

Una professione sempre più al femminile

“La nostra professione – ha rilevato Santoro – si sta sempre più ingegnerizzando e femminilizzando (v. fig. 1): l’incidenza delle donne ingegnere che nel 1996 era del 4%, nel 2015 è stata del 14%”.

 

Gli iscritti Inarcassa (dati 2015) under 40 per il 38% sono ingegneri; gli architetti sono il 32%; le donne ingegnere under 40 sono il 70%, le donne architetto il 40%. Il reddito medio delle donne è il 56% di quello degli uomini ingegneri, mentre per le donne architetto rappresenta il 63%. “La differenza di reddito medio – ha commentato il presidente – non è affatto giustificata né giustificabile tanto dal merito (fig. 2) quanto dalla carriera universitaria e dal voto di laurea”. 

L’assistenza che Inarcassa eroga proviene esclusivamente dai contributi versati dagli iscritti e dalla loro capacità di rendimento realizzata degli organi della Cassa a ciò preposti.

“Evidentemente – ha detto Santoro – non è possibile intervenire su tutto il panorama femminile di Inarcassa per quanto riguarda l’assistenza, anche se ci piacerebbe; ogni anno eroghiamo circa 2.800 indennità di maternità. La qualità dei nostri servizi è elevatissima soprattutto se guardiamo al sistema pubblico”.

 

Di seguito l’elenco delle iniziative specifiche in favore delle donne citate dal presidente Santoro:

 

  • indennità di maternità: la tutela copre i due mesi prima e i tre mesi dopo il parto o l’adozione, la gravidanza, l’aborto spontaneo;

 

  • prestiti d’onore per le madri di figli in età prescolare e scolare: sono prestiti i cui interessi (per importi fino a 15.000 euro) vengono pagati interamente da Inarcassa e la somma può essere restituita in 5, 10 o 15 anni;

 

  • per le donne e per gli uomini una polizza responsabilità civile a tariffa agevolata che parte da 216 euro;

 

  • dal 2015 è stata introdotta l’indennità di paternità, erogata a condizione che la madre non ne usufruisca (in attesa di approvazione da parte dei ministeri vigilanti);

 

  • la pensione minima e la reversibilità tra le prestazioni previdenziali, i sussidi, l’indennità ai figli disabili, la LTC (Long Term Care) tra le prestazioni assistenziali. “Quest’ultime, se le guardassimo nel loro complesso, – ha commentato Santoro – rientrerebbero in quel concetto di assistenza informale cui Inarcassa guarda, dal momento che sono tutte attività ad impatto quasi esclusivamente femminile”.

 

  • RBM salute per le donne, convenzione extra rispetto alla convenzione base che è stata siglata da Inarcassa.

 

  • Inabilità temporanea assoluta: per 41 giorni di inattività totale Inarcassa interviene in aiuto alla mancanza di reddito del professionista – “Considerate – ha sottolineato il presidente – che per altre Casse occorrono 90 giorni al minimo per l’erogazione”. Lo stesso requisito è valido in caso di gravidanza a rischio, che rientra nell’ipotesi dell’inabilità temporanea assoluta, purché certificata e comunque purché il rischio si verifichi al di fuori dei 150 giorni già coperti dall’indennità di maternità.

 

“Se considerate l’importo che Inarcassa stanzia per l’assistenza (105 milioni di euro), superiore a tutte le altre Casse anche con una numerosità e patrimonializzazione superiore rispetto alla nostra – ha commentato Santoro – potete comprendere quali attenzioni e sforzi sono profusi dal nostro Ente”.

Interessante il raffronto fatto dal presidente con le altre Casse. Quella dei Commercialisti, ad esempio, attribuisce un ulteriore contributo rispetto alla normativa prevista dell’indennità di maternità pari a 1/12 dell’80% del reddito con un minimo di 1.715 euro per gli eventi del 2015 fino a un massimo di euro 24.793 euro. La Cassa commercialisti conta circa 40.000 iscritti e l’incidenza della componente femminile è di gran lunga diversa da quella di Inarcassa.

Enasarco, invece, prevede per ogni figlio nato o adottato un’erogazione una tantum di 750 euro, 650 per il secondo figlio e 500 per il terzo. Inoltre, prevede una forma di sostegno molto interessante: quello alla genitorialità.

La Cassa degli psicologi e quella degli infermieri hanno, oltre la polizza base, un pacchetto integrativo ulteriore pari a 2.000 euro.

I veterinari prevedono una polizza sanitaria con un contributo base di 600 euro per la gravidanza a rischio.

Tutte le Casse, dunque, guardano a riferimenti sociali importantissimi, però molto spesso i numeri costringono a pesanti giri di vite.

L’Enpacl finanzia corsi di aggiornamento per le neo mamme, la cui partecipazione viene riconosciuta ai fini della formazione continua.

La Cassa forense e la Cassa veterinari prevedono la concessione di contributi per le rette di asili nido, spese per babysitter e colf.

La polizza sanitaria consiste di un pacchetto ben definito mentre il piano sanitario integrativo è basato su prestazioni aggiuntive rispetto al piano base; purtroppo, data la scarsa adesione dei professionisti a questo tipo di polizza, nel tempo è aumentato l’importo del pagamento per aderire.

rca il sussidio ai figli disabili va rilevato che la disabilità infantile sta emergendo in modo impressionante e, in conseguenza di ciò, il nostro CdA ha cercato di sostenere queste situazioni attraverso la tutela oltre che verso i figli con grave disabilità anche verso quelli con disabilità non grave.

 

La comunicazione

Data la sua importanza, la comunicazione di Inarcassa non può essere frammentaria o incomprensibile. “Proprio per questo – ha informato il presidente – abbiamo introdotto importanti novità, sia con la nostra rivista che con la pagina web, Inarcassa Lab, dove sarà sviluppato e trattato un focus sulle donne libere professioniste a partire dai prossimi mesi”.

Per ultima è nata anche la possibilità di dialogare “in conference”, anche se per ora limitatamente a poche province. È un progetto sperimentale per permettere ai professionisti che non risiedono a Roma di incontrare direttamente i funzionari di Inarcassa per le situazioni più complesse.

 

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