“La Torre dei miracoli” a 20 anni dai lavori che l’hanno salvata

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Quello di Pisa è il campanile italiano più famoso nel mondo. L’opera di consolidamento è stato un successo di tecnica e visione

Sono passati venti anni dalla conclusione dei lavori di stabilizzazione del Campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta, meglio conosciuto come la Torre di Pisa. Ripercorriamo insieme le fasi di messa in sicurezza e i lavori di consolidamento del campanile più famoso d’Italia.
I lavori di costruzione dell’edificio famoso in tutto il mondo, eseguiti in più fasi, in parallelo anche con le vicende politiche ed economiche della città, iniziarono nel 1173 per essere interrotti cinque anni dopo. Vennero ripresi poi nel 1272 per essere interrotti di nuovo dieci anni dopo e infine ripresi nel 1360 e ultimati nel 1372.
La torre, fondata su terreni alluvionali con caratteristiche scadenti, cominciò a inclinarsi già durante la seconda fase di costruzione, ragion per cui furono apportate delle correzioni per contrapporsi alla inclinazione conferendogli una forma leggermente curva visibile tutt’oggi.
Sicuramente però il beneficio maggiore che ha permesso secondo taluni il completamento dell’opera, sono state le diverse interruzioni dei lavori che hanno consentito al terreno di consolidarsi permettendo la realizzazione dell’ultima fase con la costruzione della torre campanaria.
Il campanile, che ha una altezza di 56 metri, presentava già a lavori ultimati nel 1372 un disassamento rispetto all’asse verticale di quasi un metro e mezzo, disassamento che cresce a 3,8 metri secondo un rilievo effettuato nell’anno 1817 per poi raggiungere quello massimo di 4 metri e mezzo nel 1990. La parte maggiore dell’incremento di quest’ultimo periodo è stata attribuita allo scavo sul perimetro a terra (detto catino) eseguito nel 1838 per rendere visibile la base che si è interrata a seguito dei cedimenti. Nel tempo, diverse sono state le commissioni di studio istituite per il suo salvataggio e diverse sono state le soluzioni proposte e mai attuate, fino a quando nel 1989, dopo il crollo della Torre civica di Pavia, la commissione allora incaricata suggerì di chiudere l’accesso ai visitatori. Il fatto ebbe una notevole risonanza e nel timore di una soluzione affrettata che poteva portare a interventi non sufficientemente rispettosi dell’integrità del monumento, venne istituito nel 1990 un comitato internazionale composto da ingegneri geotecnici strutturisti, esperti di materiali, restauratori e storici dell’arte. Questo comitato, a differenza delle precedenti commissioni, venne dotato di risorse finanziarie con il mandato anche di attuare le soluzioni individuate per la risoluzione del problema. In un primo momento furono eseguiti alcuni interventi temporanei e reversibili per mitigare i due principali rischi riscontrati quali la elevata sollecitazione di alcune parti della struttura e il ribaltamento dovuto alla rottura del terreno di fondazione, successivamente si passò poi all’intervento di stabilizzazione definitivo realizzato tra gli anni 1999 e 2001.
Si decise di ridurre l’inclinazione di un valore anche modesto che non modificasse l’aspetto della Torre, ma sufficiente a migliorare le condizioni di stabilità della fondazione e a ridurre le sollecitazioni nella struttura. L’intervento è stato sufficiente a riportarla in condizioni di sicurezza. Si è proceduto, quindi, per la stabilizzazione geotecnica con sottoescavazioni controllate eseguite sul terreno fondale opposto alla pendenza, dove sono state lasciate piccole cavità che si sono poi richiuse sotto l’azione della pressione fino a ridurre l’inclinazione rispetto all’asse verticale di circa 41 centimetri. L’esecuzione dei lavori ovviamente fu piuttosto complessa e frutto di studi approfonditi, calcoli e anche prove su modello in grande scala realizzato in un angolo della piazza. Venne anche costruita una struttura di presidio con due blocchi di ancoraggio e cavalletti metallici, tuttora esistenti, dove furono fissati tiranti metallici incrociati che avvolgevano la Torre per fronteggiare eventuali eventi inattesi che potevano verificarsi durante le escavazioni. Da segnalare poi anche gli interventi volti a mantenere costante il livello della falda idrica nella zona interessata, ottenuto con pompaggi durante i lavori e in seguito con un sistema di drenaggio a gravità, in quanto le oscillazioni della falda dovute alle variazioni stagionali costituiscono una delle cause della instabilità. Nel 2001, quindi, la torre stabilizzata e messa in sicurezza, pur mantenendo il suo aspetto caratteristico, fu riaperta e riconsegnata alla città. La Torre, monitorata di continuo da un gruppo di sorveglianza istituito dall’Opera Primaziale, negli anni successivi pur senza interventi ha continuato a raddrizzarsi anche se in modo lieve, guadagnando ulteriori 4 centimetri, per un totale di 45 centimetri rispetto al 1990.
 

 
Questo ulteriore raddrizzamento è stato apostrofato dalla stampa con diversi titoli quali “La Torre pende un po’ meno”, “Stabile e meno pendente”. Sui giornali è stata anche chiamata “La Torre dei miracoli”, a testimonianza dell’ottimo lavoro fatto dal comitato che non solo ha stabilizzato il monumento senza alterare il suo aspetto e senza modificare le sue caratteristiche costruttive e storiche, ma ha eseguito un recupero esemplare.

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