“Il nostro Paese è un Arcipelago”
“Arcipelago Italia. Progetti per il futuro dei territori interni del Paese”. È questo il titolo del Padiglione italiano della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia curato da Mario Cucinella. Il fil rouge di questa edizione è lo spazio urbano che corre lungo la dorsale italiana, dalle Alpi al Mediterraneo, lungo la dorsale appenninica. Perché Arcipelago? L’Italia è una realtà composita non caratterizzata da grandi metropoli, ma da “arcipelaghi” di luoghi di varie dimensioni e densità, centri storici, città, periferie, luoghi agricoli, borghi. Insomma, un tessuto di entità distinte ma continuo, che chiede di essere considerato come terreno variegato dove le persone vivono quotidianamente. In questi ultimi anni l’attenzione dell’architettura si è focalizzata sulle grandi opere nelle aree metropolitane. Ma più di 4.000 comuni, che rappresentano il 60% del territorio nazionale ed il 25% della popolazione, rischiano di essere tagliati fuori. “In quest’ottica – dichiara Cucinella – vogliamo dar voce a quel ricco e prolifico mondo dell’architettura empatica che si esprime in piccole azioni di miglioramento e di dialogo, capaci di affrontare il rapporto, ovviamente mai completamente risolto, tra la storia, il contemporaneo e il paesaggio. Solo così il lavoro degli architetti può tornare a un ruolo di responsabilità sociale”.
Una mostra in otto itinerari. Il Padiglione è un vero e proprio itinerario che contempla un centinaio di tappe suggerite da piccole architetture di qualità realizzate negli ultimi anni e frutto di una call promossa da Cucinella. Ogni realizzazione trae ispirazione dalla storia e genera una proficua relazione tra architettura e paesaggio. Il progetto di allestimento del Padiglione è stato immaginato come un lungo viaggio attraverso l’Arcipelago Italia. Nella prima Tesa i visitatori trovano otto grandi libri che, come speciali guide turistiche, segnano la strada di altrettanti inediti itinerari lungo i quali scoprire una selezione di progetti di architettura contemporanea, ma anche borghi, cammini, paesaggi e parchi naturali di tutta Italia. Nella seconda Tesa, invece, un sistema di tavoli, come un arcipelago in tre dimensioni, ospita l’esito del percorso progettuale. Inoltre, grazie a cinque progetti sperimentali in altrettante aree del Paese, Arcipelago Italia si trasforma anche in un percorso nel tempo con lo sguardo rivolto al futuro attraverso l’analisi del presente e la proposta di una riflessione sulle periferie, il post-terremoto, le aree dismesse, gli scali ferroviari e la mobilità.
Rendering del Padiglione Italia con le installazioni del 2018, foto di PPAN Arcipelago Italia
Le cinque aree strategiche. Il Padiglione Italia di questa edizione non è solo un’esposizione di opere, progetti e buone pratiche, ma vuole essere un’opportunità per il Belpaese, una riflessione di respiro internazionale utile alle comunità di questi luoghi e anche una ricerca applicata per trasformare l’analisi in proposta concreta. Per raggiungere questo obiettivo, Cucinella ha coinvolto in questa sfida una squadra di architetti, urbanisti, esperti della progettazione partecipata, fotografi di sei studi emergenti. Il team si è concentrato su cinque aree strategiche per il rilancio dei territori interni del Paese, attraverso lo sviluppo di progetti sperimentali di edifici ibridi che possano diventare un utile strumento per le comunità locali. Le aree individuate sono la Barbagia con la piana di Ottana nel centro della Sardegna, la Valle del Belice nella Sicilia occidentale, Matera e la Valle del Basento, l’area del cratere del terremoto nell’Italia centrale, l’Appennino tosco-emiliano. “Queste aree, spazialmente e temporalmente lontane dai centri di servizio essenziali, sono detentrici di un patrimonio naturalistico e culturale inestimabile – spiega Cucinella –. Si tratta di un fattore che, unito alla loro estensione territoriale, ci ha spinto a considerarne il rilancio come un tema altamente strategico per il nostro Paese”. ■
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