L'Uomo Vitruviano Il codice nascosto di Leonardo

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Quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte di uno dei più straordinari geni che l’essere umano abbia mai conosciuto: Leonardo Da Vinci. Il genio toscano si considerava più un ingegnere che un artista (è lui stesso che si definisce così nella sua  lettera “curriculum” inviata a Ludovico Sforza Duca di Milano) e ci ha lasciato un’opera che a prima vista potrebbe sembrare un semplice disegno, che ha influenzato i più grandi artisti europei per secoli.
L’Uomo vitruviano è il disegno più famoso del mondo, ma in realtà si mostra solo in parte, anzi in piccola parte. Il resto permane nascosto. Il grande genio vinciano che lo ha immaginato, elaborato e disegnato ha voluto farci riflettere, forse giocare. Vediamo un uomo con braccia e gambe aperte essere contenuto in un quadrato e che tocca, con le sue quattro estremità, anche un cerchio. Perché? Quale proporzione deve avere un corpo umano considerato perfetto nel Rinascimento e quale proporzione accomuna le due figure geometriche cerchio e quadrato?
Leonardo nella sua bella vulgata rinascimentale scritta in modo specchiato sopra e sotto il disegno, parla dell’uomo e delle proporzioni che deve avere, ma non accenna mai al cerchio se non per dire che il suo centro si trova vicino all’ombelico.
Per quale ragione questo grande genio universale ha scelto per l’uomo quelle proporzioni e deciso di tracciare proprio quella circonferenza, proprio con quel diametro specifico, senza però dire quale o perché? La soluzione è semplice e complessa al contempo.
 
Perché l’Uomo di Vitruvio? Vitruvio era un ingegnere militare che operava a Roma negli ultimi decenni prima dell’era cristiana. Lavorò come tecnico militare (costruzione di ponti e strade) sotto Giulio Cesare. Alla morte di quest’ultimo, offrì i suoi servigi all’Imperatore Ottaviano Augusto. Doveva essere molto bravo nel suo lavoro in quanto, una volta raggiunta la vecchiaia, si mise a riposo beneficiando di un vitalizio che lo stesso imperatore gli aveva concesso. Per ringraziare Ottaviano per questo magnanimo gesto dedicò a questo il “De Architectura”, opera in 10 volumi in cui Vitruvio descrive minuziosamente ogni operazione progettuale e cantieristica per costruire a regola d’arte. Quest’opera è di estrema importanza per gli studiosi in quanto è l’unico testo arrivato fino a noi in cui si descrivono in dettaglio tutte le operazioni che fanno sì che l’architettura romana sia stato un modello per tutti i popoli, per secoli.
In quest’opera Vitruvio pone il problema delle proporzioni e sostiene che per costruire in modo perfettamente consono alle necessità del fruitore è necessario che le misure siano in perfetta armonia con le misure fisiche dell’essere umano.
Proprio a sostegno di questa sua tesi, Vitruvio stabilisce quali siano le misure del corpo umano che lui considera perfette. Probabilmente traccia anche dei disegni che però non sono mai giunti fino a noi. Le figure vennero poi aggiunte successivamente in epoca medievale e poi rinascimentale.
 

 
Sostanzialmente (e semplificando) due erano le correnti di pensiero che si formarono nei secoli. Esse si potevano sintetizzare con due appellativi:
Homo ad Quadratum. I sostenitori di questa tesi affermavano che la figura umana doveva inserirsi in un quadrato (figura geometrica che nell’antichità rappresentava tutto ciò che è terreno e legato all’uomo come essere fisico). • Homo ad Circulum. Al contrario dei precedenti, coloro che supportavano questa tesi sostenevano che la figura umana dovesse inserirsi in un cerchio (figura geometrica che nell’antichità rappresentava tutto ciò che è divino e perfetto).
Homo ad Quadratum. Homo ad Circulum Anche Leonardo si appassiona al “tema proporzioni” e nel 1490 fornisce la sua rappresentazione e riunisce in una sola figura sia l’Homo ad Quadratum che l’Homo ad Circulum. Leonardo aveva letto l’opera di Vitruvio in traduzione italiana visto che non conosceva il latino e il greco in quanto non aveva frequentato le scuole superiori, anche in ragione del fatto che era figlio illegittimo di una giovane contadina di Anchiano (frazione di Vinci) e del notaio Ser Piero d’Antonio. Creato il disegno, Leonardo nella sua bella vulgata rinascimentale scritta in modo specchiato sopra e sotto la figura, enuncia quelle che secondo lui debbano essere le proporzioni che l’uomo perfetto deve avere.
Leonardo non svela tutto Leonardo ci dice solo il risultato dei suoi studi e dei suoi ragionamenti, ma purtroppo non ci dice tre cose che sembrano fondamentali per la comprensione profonda della sua opera: 1) quale sia il raggio (quindi il diametro) del cerchio; 2) perché abbia scelto proprio quella specifica circonferenza; 3) come abbia ricavato le proporzioni ideali dell’uomo. Questo fatto ha prodotto nei cinque secoli che ci separano da lui una lunga serie di dibattiti, tutti orientati a spiegare come il genio vinciano avesse potuto ricavare quelle misure e quindi giungere a certe conclusioni. La grande amicizia che c’era tra Leonardo e il frate francescano Luca Pacioli, grande studioso di geometria, aveva fatto sì che il maestro si avvicinasse molto allo studio di questa disciplina, in particolare di quella sacra.
Significato dell’Uomo Vitruviano Esaminando a prima vista l’opera leonardesca, si potrebbe dedurre che il grande artista abbia voluto lasciare solamente una sua interpretazione circa le perfette proporzioni che a suo avviso ogni artista dovrebbe adottare, in pittura o in scultura, nel rappresentare un corpo umano maschile. Infatti nella parte superiore e inferiore del codice egli indica, nel suo tipico italiano cinquecentesco, le proporzioni secondo lui perfette per un corpo umano. Ma se il suo intento fosse stato solo questo non ci sarebbe stato bisogno di inserire l’uomo in un quadrato e in un cerchio. Sarebbero bastati i suoi commenti riportati sul disegno e avrebbe potuto disegnare a lato una figura umana in piedi. Perché inserisce la figura umana in queste due forme geometriche riuscendo a far sì che estremità (mani e piedi) tocchino ambedue le forme? Qual era il messaggio che voleva farci arrivare? Per cercare di capire cosa volesse dirci realmente dobbiamo cominciare con l’esaminare con attenzione il significato del quadrato e del cerchio.
Leonardo nel disegno riesce a sintetizzare graficamente tre universi: quello umano (uomo), quello della terra rappresentato dal quadrato (simbolo che da sempre esotericamente raffigura la Terra) e quello del cosmo rappresentato dal cerchio. Il fatto che l’uomo riesca a “toccare” ambedue i mondi (terrestre e celeste) non è altro che la rappresentazione pittorica del celebre principio di Protagora secondo cui “l’Uomo è la misura di tutte le cose”.
L’uomo diventa in qualche modo il ponte di collegamento tra il mondo materiale (terra- quadrato) e il mondo spirituale (cielo-cerchio). Il fatto che Leonardo non abbia scritto alcunché sul cerchio, sul suo centro e quindi dell’ombelico è veramente sintomatico. Leonardo sceglie il corpo maschile molto probabilmente per evitare eventuali reprimenda da parte del mondo ecclesiastico del tempo se avesse rappresentato una donna nuda. Il cerchio rappresenta l’Universo e quindi trovarne il centro significa fare un percorso iniziatico, un percorso di riflessione, di meditazione e di sintesi. Un percorso che Leonardo vuole sfidarci a fare. Un percorso che il grande genio ci propone di risolvere. A nostra disposizione abbiamo solo la geometria sacra. Niente numeri, niente matematica, niente misure o distanze. Nulla che non siano cerchi, quadrati, triangoli o linee. Null’altro. Come strumenti possiamo avere solo il compasso e la squadretta: qui si entra in un mondo speciale. Questi sono gli stessi strumenti dei costruttori delle cattedrali gotiche che hanno recepito gli insegnamenti della grande scuola iniziatica egizia e li hanno applicati alle loro opere.
Una gran parte di questi insegnamenti sono contenuti in quel meraviglioso mondo che si chiama geometria sacra.
 
Geometria sacra: inizio e forma del Tutto La geometria sacra contiene e sintetizza tutta la conoscenza misterica di quei popoli antichi che più hanno contribuito a riversare nella nostra cultura le informazioni e i principi che sono stati basilari per la nascita della nostra civiltà e che, ancora oggi, la influenzano. Mentre la geometria classica mette in risalto il suo forte legame con la terra (insito nel suo stesso nome), la geometria sacra, collegandosi a molti principi e schemi matematici fondamentali, mette in primo piano il grande progetto divino del cosmo. Fonda le sue basi principalmente nell’Armonia.
La geometria sacra è il mezzo con cui i popoli antichi potevano avvicinarsi alla divinità e comprenderne l’essenza e l’insegnamento per poi utilizzarla nelle loro attività e nelle loro espressioni importanti quali l’architettura, la scultura, l’arte in genere oltre che nella vita sociale. Ecco perché le venne dato l’appellativo di “sacra” in quanto era considerata il “verbo” di Dio. Si sviluppa secondo un principio di assoluta fluidità. Non vi sono interruzioni. Continua a dispiegarsi e a espandersi sino alla creazione di tutto l’Universo. Ogni sua singola parte ha legami con il Tutto. È una lingua universale, univoca e immutabile nel tempo, che mette in comunicazione diretta l’Armonia del creato e l’essere umano.
Essa si basa su molti principi armonici, di cui qui ricordiamo solo quelli che sono collegati all’Uomo vitruviano:
• la Proporzione aurea (Sezione Aurea / Numerod’Oro); • le quadrature del cerchio (di superficie e di perimetro); • i triangoli 3-4-5 (Horus); • la diagonale del quadrato (Radice di 2).
La soluzione Leonardo separa sia concettualmente sia costruttivamente la costruzione del cerchio attorno al quadrato di base dal procedimento per calcolare le proporzioni umane. La Proporzione aurea ci serve solo per dimostrare che Leonardo, contrariamente a quanto suppone la stragrande maggioranza dei ricercatori, non è stata usata né per calcolare le proporzioni dell’uomo e neppure per tracciare il cerchio. Sono altri i principi armonici a cui il grande genio si affida. Tracciare in maniera esattamente uguale all’originale la circonferenza pone due problemi: trovare l’esatta posizione del centro (vicino all’ombelico come ci dice lo stesso Leonardo) e trovarne il raggio (diametro). Per risolvere questo problema il grande maestro si avvale della radice di 2 (1,414) cioè del rapporto che esiste tra il lato di un qualsiasi quadrato con la propria diagonale.
Invece, per calcolare le proporzioni ideali del corpo umano Leonardo si affida alle quadrature del cerchio (di perimetro e di superficie). Leonardo ci dice esplicitamente che lui non ha usato mai la matematica (numeri, distanze, misure o quantità), ma solo quattro figure geometriche semplici e “pure” (cerchio, quadrato, triangolo, linea). Leonardo dice: «Tanto apre l’omo nel(l)e braccia, quanto ella sua altezza. Dal nasscimento de chapegli al fine di sotto del mento è il decimo dell’altez(z) a del(l)’uomo. Dal di sotto del mento alla som(m)ità del chapo he l’octavo dell’altez(z) a dell’omo. Dal di sopra del petto alla som(m) ità del chapo fia il sexto dell’omo. Dal di sopra del petto al nasscimento de chapegli fia la settima parte di tutto l’omo. Dalle tette al di sopra del chapo fia la quarta parte dell’omo. La mag(g)iore larg(h)ez(z)a delle spalli chontiene insè la quarta parte dell’omo.
Dal gomito alla punta della mano fia la quarta parte dell’omo, da esso gomito al termine della isspalla fia la octava parte d’esso omo; tutta la mano fia la decima parte dell’omo. Il membro virile nasscie nel mez(z)o dell’omo. Il piè fia la sectima parte dell’omo. Dal di sotto del piè al di sotto del ginochio fia la quarta parte dell’omo. Dal di sotto del ginochio al nasscime(n)to del membro fia la quarta parte dell’omo. Le parti chessi truovano infra il mento e ‘l naso e ‘l nasscimento de chapegli e quel de cigli ciasscuno spatio perse essimile alloreche è ‘l terzo del volto». Sintetizzando in lingua contemporanea: l’apertura delle braccia dell’uomo è uguale alla sua altezza. Dall’inizio dei capelli fino alla base del mento = 1 /10 dell’altezza. Dalla base del mento alla sommità della testa = 1/8 dell’altezza. Dalla parte superiore del petto alla sommità del capo = 1/6 dell’altezza. Dalla parte superiore del petto fino all’inizio dei capelli = 1/7 dell’altezza. Dal petto fino alla sommità della testa = 1/4 dell’altezza. La massima larghezza delle spalle = 1/4 dell’altezza. Dal gomito alla punta della mano = 1/4 dell’altezza. Dal gomito alla fine dalle spalla = 1/8 dell’altezza. Tutta la mano = 1/10 dell’altezza. Il membro virile sta nel punto centrale dell’uomo. Il piede è = 1/7 dell’altezza. Dal di sotto del piede fino al ginocchio = 1/4 dell’ altezza. Dal di sotto del ginocchio alla base del membro virile = 1/4 dell’altezza. La distanza tra il mento e il naso e l’inizio dei capelli e quella tra le sopracciglia = 1/7 del volto.
 



 

Marco Virginio Fiorini è architetto e autore del libro Il Codice nascosto di Leonardo - Alla scoperta dell’Uomo Vitruviano, che sarà pubblicato il prossimo novembre. Nel testo l’autore approfondisce le tematiche trattate nell’articolo.

 

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