Fascicolo di fabbricato obbligatorio: un invito ad aprire un dibattito

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Una storia infinita tornata di attualità con l'approvazione nel “Decreto Terremoto “di un ordine del giorno, del deputato Andrea Maestri, che impegna il Governo a esaminare la proposta di rendere obbligatorio il “fascicolo di fabbricato “per tutti gli edifici esistenti e di nuova costruzione. La richiesta, che parte dalle conclusioni di un recente studio del Consiglio Nazionale Ingegneri sulla sicurezza dei fabbricati in Italia, ha naturalmente riaperto la discussione e le posizioni di tutte le parti interessate.

Potremmo definirlo come già hanno fatto molti, una sorta di “carta di identità “che riporti tutte le informazioni relative alla situazione edilizia, catastale, impiantistica e soprattutto statica, ora più che mai importante per prevedere possibili criticità strutturali. Un documento “vivo “, con un piano di manutenzione da tenere aggiornato dove riportare anche gli adeguamenti alle variazioni normative, nonché i successivi interventi eventualmente realizzati.

Un documento in conclusione la cui importanza e necessità non può più essere messa in discussione né rimandata nel tempo. In passato alcune regioni avevano cercato autonomamente di regolamentare il problema ma con scarsi risultati come la L.R. 27/14 della Regione Puglia bocciata dalla Corte Costituzionale perché introduceva tra l’altro obblighi irragionevoli e violava la competenza legislativa statale in merito alla proprietà. Sicuramente una normativa impopolare per i costi che andrebbero a ricadere sul cittadino, problema non trascurato dall’on. Maestri, che infatti ha cercato di superare prevedendo nella Sua proposta la possibilità di istituire delle agevolazioni. Che dire dal punto di vista professionale? Disponibili come sempre a dare il nostro contributo per i problemi di sicurezza che interessano la maggior parte degli italiani.

Una opportunità di lavoro, anche molto gratificante per il ruolo che saremmo chiamati a svolgere, in un periodo particolarmente difficile in cui la nostra professionalità viene spesso screditata. Quindi favorevoli, favorevoli, favorevoli. Solo alcune precisazioni: che quando si parla di compensi non siano al massimo ribasso come si usa oggi; che la regolamentazione in merito non sia il frutto di scelte cadute dall’alto con una logica a volte incomprensibile, ma sia redatta in accordo con le categorie professionali che dovranno applicarla e che non possono essere chiamate solo in ultimo, come spesso accade, per parlare poi di “processo partecipato “.

Parliamo del “fascicolo “ da prima dell’anno 2000, ma forse ora dopo gli ultimi eventi, potremmo essere vicini alla conclusione e per questo credo che il contributo di tutti gli interessati sia importante. Un invito quindi ad aprire un dibattito anche tra di noi, magari proprio su queste pagine.

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