Collaborazione e tutela degli interessi diffusi

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Il rinnovo dei Consigli Nazionali degli Architetti e degli Ingegneri
Un’occasione imperdibile per il rilancio della qualità del costruito e delle nostre professioni

È imminente il rinnovo di CNAPPC e CNI, che avviene dopo oltre dieci anni di crisi ininterrotta e di perdita di posizioni, di prestigio e di capacità economica delle nostre professioni.
ALA Assoarchitetti è sempre rimasta e rimane neutrale, rispetto alle candidature presentate e offre a chi sarà eletto la propria collaborazione per contribuire a tutelare i legittimi interessi diffusi dei liberi professionisti architetti e ingegneri, che stanno attraversando il periodo di enorme difficoltà, che tutti ben conosciamo. È chiaro che non c’è più tempo da perdere e ALA chiede che entrambi i Consigli nazionali, con l’auspicata partecipazione d’Inarcassa e della sua Fondazione, accolgano fin dal loro insediamento la collaborazione rispettosa dei rispettivi ruoli, offerta dalla nostra Associazione, la quale aderisce alla Parte sociale Confprofessioni e ha lo scopo istituzionale, complementare, di agire per il miglioramento delle condizioni quadro, all’interno delle quali è svolta la libera professione. Ricordiamo che durante le brevi consultazioni per la formazione del Governo Draghi, nessuna componente delle professioni è stata interpellata, come invece è stato fatto con altre Parti sociali (da Confindustria al Wwf). Un’omissione che rende palese che i Professionisti non sono ritenuti inclusi tra i maggiori produttori di ricchezza del Paese, né tra le forze portatrici d’istanze socialmente innovative. Eppure, la qualità della vita dipende in maniera essenziale dalla qualità delle opere d’architettura e d’ingegneria, nelle quali i cittadini vivono, lavorano, studiano, passano il tempo libero, si curano, pregano, viaggiano. Ciò è stato sempre vero per il passato, lo è ancor di più oggi e lo sarà in modo crescente nel futuro. Così l’architetto e l’ingegnere restano figure centrali, cardine di tutti i processi di trasformazione, di sostituzione e di rigenerazione dell’intero tessuto urbano e più in generale del territorio.
Ma detto questo, la richiesta di qualità non può essere soddisfatta senza il riconoscimento diffuso di una corrispondente dignità: non è possibile esigere dall’architetto e dall’ingegnere un prodotto di alta e costante qualità, se la società non attribuisce valore al loro lavoro.
Questo oggi è un tema cruciale. Ecco perché in un momento che coincide con l’avvio di un percorso legislativo che, grazie agli investimenti straordinari del Recovery Fund, finalmente forse attiverà i processi necessari per risanare la città odierna e creare quella del futuro, chiediamo di agire tutti assieme per ottenere innanzitutto le imprescindibili garanzie di rispetto del nostro lavoro, che di queste speranze è uno dei fattori essenziali. Vi sono temi noti a tutti, che dobbiamo affrontare compatti e da subito, per poter applicare nei progetti i principi di qualità, bellezza, sostenibilità, inclusione sociale, che sono cardini della nostra cultura:
• Un nuovo codice degli appalti per le prestazioni intellettuali, separato da quello per la fornitura di merci; • L’applicazione del giusto compenso (DM Parametri) alle prestazioni svolte per il pubblico e per il privato e il divieto di praticarvi sconti, al di sotto di soglie d’anomalia ben definite; • Il riordino del sistema della formazione professionale, che ha portato l’Italia ad un rapporto unico al mondo, di circa 170 abitanti per architetto e ingegnere civile; • Una moratoria, almeno quinquennale, dell’affidamento in House delle opere pubbliche, secondo il principio di “una testa un lavoro”; • Il lancio di un grande piano strategico-sociale- culturale, per il recupero di periferie, centri storici, monumenti, ambiente e paesaggio, condiviso da architetti e ingegneri, che rilanci il settore e con esso l’Italia.
Per affrontare con successo i temi epocali che ci stanno di fronte, è necessario vedere coeso l’intero Paese, anche attraverso il riconoscimento che “l’architettura è industria culturale”, valorizza il territorio, lo qualifica, produce lavoro e ricchezza, supporta l’industria turistica con la conservazione e l’innovazione e per ottenere questo, noi per primi dobbiamo essere uniti, su tutti i temi sui quali architetti e ingegneri possono offrire il loro essenziale contributo.
ALA auspica quindi che si apra una stagione di fruttuosa collaborazione tra i nostri rispettivi organismi, per affrontare e dibattere questi ed altri problemi, che com’è evidente devono andare ben oltre le pur legittime preoccupazioni di razionalizzazione degli apparati organizzativi degli organismi di gestione degli albi.
* Presidente Ala-Assoarchitetti

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