Trimestrale della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti

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Previdenza

Budget 2017: strategia e pianificazione

4/2016
di
Catia Pascucci

Tempo di bilanci in Inarcassa. Ormai prossimi alla fine del 2016 e, quindi, alla rendicontazione delle azioni esperite e dei risultati raggiunti, con il mese di novembre si è chiuso il consueto appuntamento con il budget, attraverso il quale gli amministratori declinano le strategie e gli obiettivi di medio-lungo periodo… dell’anno che verrà.

Quello che a prima vista potrebbe sembrare un esercizio semplice e immediato in realtà è il frutto di un cammino complesso. Guardare il futuro con la lente dell’operatore previdenziale, che ha il compito di progettare al meglio l’avvenire della sua comunità, è qualcosa che va ben oltre il breve periodo.

Il bilancio di previsione, da solo, non basta e a supportarlo sono il Piano Strategico e l’Asset Allocation, dei quali incorpora scelte e contenuti. Contenuti che nel 2017, per gli attuali amministratori, devono tendere al conseguimento delle finalità istituzionali, al consolidamento del ruolo di Inarcassa quale punto di riferimento nel percorso professionale degli associati e al rafforzamento della sua posizione nel sistema degli investitori istituzionali, italiani e internazionali.

Il Piano Strategico è un documento triennale, attraverso il quale i vertici definiscono il proprio ruolo e quello dell’Associazione, alla luce degli obiettivi di mandato, ponendo le premesse per la declinazione di quelli annuali.

Il triennio 2017/2019, in linea con quanto già espresso nel precedente bilancio di previsione, vedrà infatti la governance e, conseguentemente, la struttura di Inarcassa, impegnate su quattro linee strategiche, i cui contenuti sono rappresentati all’interno del budget:

  • Dialogo e comunicazione
  • Previdenza e assistenza
  • Governance
  • Efficienza

 

Nel parafrasare non solo il titolo, ma anche i contenuti della famosissima canzone di Lucio Dalla, sorprende un po’ ritrovare temi affrontati oltre 35 anni fa all’interno del budget 2017 e, in particolare, della prima delle quattro linee strategiche precedentemente richiamate.

Ci si riferisce in particolare al passaggio in cui il cantautore bolognese, rivolgendosi all’amico lontano, esprime la volontà di scrivergli “più forte” per poterlo raggiungere, quasi alla ricerca di una comunicazione capace di abbattere tutte le barriere. Se in oltre 30 anni il tema delle distanze è stato fortemente ridimensionato dalla diffusione di internet, dei provider di posta elettronica e dei social network, quello del saper comunicare rimane invece attuale ed è su questo aspetto che gli amministratori puntano, attraverso una giusta commistione tra contatti virtuali e presenza fisica sul territorio. Altro tema indubbiamente attuale è quello del parlare a coloro che sono sempre pronti a giudicare ma mai capaci di prestare orecchio agli altri. Un tema che viene tradotto, all’interno della linea strategica dedicata al dialogo e alla comunicazione, nel saper ascoltare per comprendere le esigenze di chi abbiamo di fronte.

L’Asset Allocation Strategica rappresenta invece lo strumento attraverso il quale il Comitato Nazionale dei Delegati fissa annualmente i parametri di rischio/rendimento attesi per il quinquennio e la composizione del portafoglio.

Nel mese di ottobre 2016 sono stati stabiliti per il quinquennio 2017-2022, i seguenti parametri:

  • rischiosità attesa, misurata in termini di VAR: 7,81%,
  • volatilità: 6,94%,
  • rendimento lordo medio atteso per il quinquennio: 3,92%.

 

A fare da cornice, con uno sguardo al lungo periodo, interviene infine il bilancio tecnico che contiene le proiezioni attuariali a 50 anni.

Nelle parole del Presidente Santoro, che introducono alla lettura del documento, si legge il messaggio forte di chi crede nel ruolo dell’Associazione e nel futuro della sua comunità e, a fronte di un contesto politico-economico debole e incerto, punta ad essere, per gli associati, una sicurezza.

Oggi oltre 30.000 famiglie sono destinatarie di un trattamento previdenziale e oltre 167.000 iscritti, grazie ad un articolato sistema di welfare, possono contare sulla loro Cassa anche nel corso della propria attività lavorativa. Un fatto che diventa ancor più importante in un momento storico nel quale la difficile situazione finanziaria ha ispirato significative politiche di contenimento dell’assistenzialismo statale e, di converso, la domanda sociale e i bisogni della popolazione sono via via aumentati, in parte a fronte del progressivo invecchiamento demografico ma anche, specie per le professioni “tecniche”, a fronte della crisi del mercato del lavoro e dell’edilizia.

E proprio mentre le famiglie sono in difficoltà, le tutele passano purtroppo in secondo piano rispetto ai bisogni primari e, per chi è chiamato a gestire il risparmio previdenziale in un sistema che non ha mezzi infiniti, diventa ancor più necessario accrescere le risorse disponibili con una buona gestione e un buon rendimento del patrimonio. Non si tratta di accumulare ricchezza ma di una redistribuzione intergenerazionale del reddito, come dimostra la volontà del Consiglio di Amministrazione di perseguire la capitalizzazione dei rendimenti del patrimonio sui montanti individuali.

4/2016

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di
Catia Pascucci


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